Rifiuti radioattivi, possibili depositi a due passi dall’Umbria

Pubblicata la mappa delle aree idonee dopo lo smantellamento delle centrali nucleari: individuate 24 al confine tra Toscana e Lazio

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di F.L.

Zero aree individuate in Umbria, ma ben 24 a poca distanza dai confini regionali, in una macrozona compresa tra Toscana e Lazio che tocca le province di Grosseto, Siena e Viterbo: è stata pubblicata nella notte tra lunedì e martedì la mappa dei potenziali siti che ospiteranno il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi italiani, anche conosciuta come Carta delle aree potenzialmente idonee (Cnapi).

Le città interessate

Pienza, Campagnatico, Ischia e Montalto di Castro, Canino, Tuscania, Tarquinia, Vignanello, Gallese e Corchiano i Comuni interessati più vicini all’Umbria, secondo la mappa resa nota dalla Sogin, la società che si occupa dello smantellamento delle vecchie centrali, a sei anni di distanza dalla pubblicazione da parte dell’Ispra dei criteri per l’individuazione delle aree. Ad autorizzarla il ministero dello sviluppo economico e dell’ambiente. Con la pubblicazione della mappa ha così preso il via la consultazione pubblica, della durata di quattro mesi, in cui Regioni, enti locali e altri soggetti interessati (associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca) potranno presentare osservazioni e proposte, seguita da un altro periodo di tre mesi al termine del quale verrà redatta la Carta nazionale delle aree idonee, per poi passare infine alle manifestazioni d’interesse. Ci vorranno quattro anni, dall’individuazione del sito, alla realizzazione vera e propria dei depositi.

I numeri dell’intervento

Il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al parco. Nel deposito ci saranno 90 costruzioni in calcestruzzo armato, in cui verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati. In totale saranno circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività a essere ospitati. Si dovrà poi trovare spazio ad altri 17 mila metri cubi di rifiuti ad alta attività, per un massimo di 50 anni. L’investimento complessivo è di circa 900 milioni di euro e si stima che genererà oltre 4 mila posti di lavoro l’anno per quattro anni di cantiere.

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