Riforme, via libera in Regione

Il disegno di legge approderà in consiglio regionale per essere approvato entro la legislatura

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Il disegno di legge di riassetto istituzionale – «Un passo fondamentale per il futuro dell’Umbria, verso una pubblica amministrazione semplificata ed efficiente» – lo definisce l’assessore regionale Fabio Paparelli, approderà in consiglio regionale per essere approvato entro la legislatura.

Paparelli «Si tratta di uno degli atti più importanti di questa legislatura – dice l’assessore – che conferma l’Umbria prima Regione in Italia ad aver definito modalità, funzioni e contenuti di un riassetto istituzionale complessivo, coerente con il riordino in atto a livello nazionale. Abbiamo rispettato i tempi che ci eravamo dati secondo la ‘road map’ condivisa con l’Osservatorio regionale sulle riforme istituzionali e i sindacati ed ora abbiamo un quadro di riferimento certo per procedere speditamente rispetto alla riallocazione di funzioni, risorse e personale in Regione, nei Comuni e nella stessa Provincia».

Cosa cambia Alla Regione torneranno gran parte delle funzioni precedentemente trasferite alle Province, tra cui governo del territorio, ambiente, energia, caccia e pesca, turismo, formazione professionale e politiche attive del lavoro; mentre agli enti di Area, andranno le funzioni relative a viabilità regionale, accertamento di giacimenti di cava, trasporti e gestione delle risorse idriche ad eccezione di quelle per le quali è previsto il ritorno in Regione. La proposta prevede inoltre di riallocare nei Comuni, o nelle loro forme associate, alcune funzioni in materia di cultura, sport, turismo e sociale. I Comuni, aggregati in Unioni dei Comuni, saranno chiamati a mettere insieme la gestione dei servizi e raccoglieranno l’eredità (e il personale) delle ex comunità montane. La prossima nascita dell’Auri, l’ambito unico dei rifiuti e idrico, e la conseguente abolizione di Ati, Ato, così come la cancellazione o accorpamento delle Partecipate, ad esclusione di quelle legate alle funzioni residue in capo alle Province.

Il personale La Regione sta inoltre procedendo «alla ricognizione delle capacità assunzionali dei comuni, delle amministrazioni periferiche dello stato (tribunali in primis) e della pubblica amministrazione regionale allargata». In tal senso, «il successivo processo di riallocazione del personale delle Province, non destinato allo svolgimento delle funzioni fondamentali che rimangono, in base alla riforma Derio, in capo alle nuove Province, dovrà servire ad aumentare l’efficienza del settore pubblico nella capacità di erogare servizi a cittadini ed imprese. Relativamente al personale, verranno messe in atto tutte le azioni che, sulla base di posti disponibili e delle funzioni allocate nei diversi livelli istituzionali, possono garantire la continuità occupazionale, la tutela delle professionalità e l’efficientamento della macchina pubblica».

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