Ristoratori, nuova azione: «Dopo Pasqua noi apriamo»

Martedì in albis è il giorno scelto per una nuova apertura di massa. Ma in Umbria al momento si discute sull’opportunità di aderire o meno

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In Umbria al momento si registrano una cinquantina di adesioni nel gruppo social che ha rilanciato la protesta, alla protesta del Movimento imprese ospitalità (Mio) aderiranno in tanti, assicura il presidente regionale Enrico Guidi: «Tanto non abbiamo più nulla da perdere». L’intento è quello di riaprire – pranzo e cena – subito dopo Pasqua, dal martedì in albis. A prescindere da ciò che decideranno governo e regioni.

A FEBBRAIO PROTESTA ANALOGA, FINITA CON MULTE E POLEMICHE

L’annuncio

«Da martedì 6 aprile i piccoli imprenditori del comparto dell’ospitalità a tavola (Horeca) associati a MIO Italia, apriranno a pranzo e a cena. Non è una provocazione, né un atto dimostrativo, ma una questione di sopravvivenza». Lo ha reso noto Paolo Bianchini, presidente di MIO Italia, Movimento Imprese Ospitalità. «Da un anno i piccoli imprenditori dell’ospitalità a tavola sono costretti a chiudere-aprire-chiudere, in contrasto con le evidenze scientifiche, senza prospettive, programmazione, piani di rilancio, indennizzi ragionevoli, interventi sui costi fissi. Nulla. Non sono più padroni del presente e del futuro e di quello delle loro famiglie. Con l’ultimo decreto Sostegno è stata prevista una elemosina, fra l’altro in arrivo dopo il 10 aprile»

LE RICHIESTE DEL MOVIMENTO AL GOVERNO

«Stato assente e inerme»

«Lo Stato assiste inerme e irresponsabilmente al collasso dei prodotti Made in Italy e del settore della distribuzione, esposto finanziariamente con gli istituti bancari proprio a causa dei blocchi al comparto Horeca e dei conseguenti crediti deteriorati – ha spiegato Paolo Bianchini – nessuno di noi ha più nulla da perdere. Di fronte al funerale certo di bar, ristoranti, pizzerie, pub, il direttivo di Mio Italia domenica 21 Marzo s’è riunito per deliberare l’unica opzione possibile, una scelta obbligata: andare contro le norme e aprire, seguendo tutte le misure anti-covid, ma aprire. A pranzo e a cena».

IL GRUPPO MIO UMBRIA

Ancora poche le adesioni in Umbria

«Il settore è fermo ormai da mesi, gli imprenditori sono esasperati. Sono convinto che il 6 aprile saremo tantissimi. La gente è stanca, andiamo avanti senza prospettive, programmazione, piani di rilancio, interventi sui costi fissi. Nulla di nulla. Ci sono invece le tasse da pagare e adesso cominceranno ad arrivare gli sfratti. L’unica soluzione che abbiamo è quella di tornare a lavorare». Da capire ora come si muoveranno le associazioni di categoria locali che già lo scorso 15 febbraio, non aderirono all’iniziativa #IOAPRO che infatti nel perugino ebbe scarso successo, pur creando ampio dibattito.

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