San Faustino, Scassini: «Sarà sul mercato nel 2023. Investimenti e assunzioni»

L’imprenditore ha acquisito la fonte a 2 milioni di euro. Ce ne vorranno almeno 5 per riqualificarla

Condividi questo articolo su

«Quando avevo sei anni il pediatra raccomandava sempre a mia madre di farmi bere dell’acqua buona, proprio come la San Faustino. Allora si comprava in farmacia, pensi un po’ quanti soldi le ho fatto spendere. Quest’acqua fa parte della mia storia, oltre che di quella del territorio, per questo voglio farla ripartire». L’imprenditore tuderte Giorgio Scassini usa ricordi e ironia per spiegare ad umbriaOn le ragioni che lo hanno spinto a rilevare all’asta lo stabilimento termale e delle acque minerali di San Faustino, a Massa Martana, da una decina d’anni in totale stato di abbandono. «Cuore e passione» lo spingono a puntare, burocrazia permettendo, ad un obiettivo: far tornare la pregiata acqua minerale sul mercato nel primo semestre 2023.

Massa Martana esulta: «Stabilimento e acque San Faustino rinascono con nuova proprietà»

Le prospettive

«È una sfida grandissima – commenta lo stesso Scassini, 69 anni -, una scelta coraggiosa che ho condiviso e assunto con tutta la mia famiglia, mia moglie, mia figlia e mio genero. L’ho deciso all’ultimo minuto, alle 8 della mattina della data di scadenza delle offerte. Dopo una serie infinita di aste andate a vuoto davanti al tribunale di Spoleto, sarebbe stata l’ultima in cui il complesso sarebbe stato venduto interamente, poi si sarebbe proceduto con lo spezzettamento in lotti. Non potevo permetterlo». L’apertura delle buste, lunedì 18 luglio, ha sancito l’aggiudicazione del complesso (struttura ricettiva compresa) ad una cifra di circa 2 milioni di euro, poco più della base d’asta. Ce ne vorranno «più del doppio» per rimettere tutto in sesto, un «investimento ciclopico» di almeno 5 milioni di euro. «Ho chiesto al custode giudiziario di farmi entrare il prima possibile nella struttura – spiega Scassini -, per ora da fuori è solo possibile vedere lo scempio in cui è stata ridotta, tra furti continui ed erba alta. Al momento mi sono concentrato solo sulla ‘scatola’, la prossima settimana inizierò a redigere il business plan. Spero che la ciambella venga col buco – scherza ancora -, ma io ci credo fortissimamente, perché la San Faustino è una delle poche acque risorgive, è una effervescente naturale ricca di minerali, secondo me anche tremendamente buona. «È sicuramente di qualità e punteremo ad una fascia premium, soprattutto nei mercati esteri». Gli ultimi prelievi risalgono al 2012, ora sarà ovviamente necessaria una interlocuzione con la Regione per la riattivazione delle concessioni. «Per ora ci sono stati dei contatti esplorativi, mi auguro che si instauri un clima fertile intorno al percorso che ho intrapreso» continua l’imprenditore.

Giorgio Scassini

Occupazione e ambiente

Il progetto avrà ovviamente anche dei risvolti occupazionali. «Le vecchie maestranze sono tutte andate in pensione – dice Scassini -, si creeranno nuovi posti di lavoro, che non saranno sicuramente 100 ma almeno qualche decina. Vedremo. Anche la riqualificazione della struttura ricettiva sarà strettamente connessa, anche se in un primo momento sarà privilegiata quella delle fonti. Nella riattivazione della risorsa ci sarà, come già avviene per le mie altre aziende, anche un’attenzione all’ambiente: saremo 100% green, autonomi dal punto di vista energetico». Scassini gestisce già, dopo averla presa in affitto nella stessa procedura di fallimento, l’azienda agricola che si trova alle spalle della fonte San Faustino. «Passarci sempre vicino e vederla così abbandonata faceva venire da piangere – conclude -, per questo in cuor mio ho sempre sperato di rimettere avanti un’azienda così storica per il territorio. Le radici sono importanti e lo testimoniano le tante dichiarazioni di soddisfazione e i ringraziamenti che ho letto in queste ultime ore, dopo l’annuncio dell’acquisizione. Ma non mi piacciono i protagonismi, penso semmai che l’impresa abbia un valore sociale e di sviluppo».

Chi è Giorgio Scassini

Scassini ha fondato nel 1978 Agromarket, azienda che si occupa di cibo per animali da compagnia e che si trova nella zona industriale di Ponterio, alle pendici di Todi. Negli anni l’imprenditore ha diversificato le sue attività, sempre sul territorio: è infatti anche presidente di Befood, azienda nata nel 2010 ad Acquasparta, che produce cibi secchi per cani e gatti, possiede una serie di attività agricole per una superficie totale di 1000 ettari, allevamenti di suini per la filiera del prosciutto di Parma e del San Daniele, oltre alla fattoria di Monticello.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli