Sangemini, creditori dicono ‘sì’ al concordato Ami

La maggioranza dell’assemblea ha aderito alla proposta del gruppo delle acque minerali

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Chiuse domenica le operazioni di voto per la proposta di concordato in continuità di Acque Minerali d’Italia, di cui fanno parte anche i marchi umbri Sangemini e Amerino: «un’ampia maggioranza dei creditori» – riferisce il gruppo – ha dato espresso il proprio voto positivo rispetto alla stessa proposta.

Frondella direttore generale

«A dare maggior fiducia alla proposta di concordato – sottolinea sempre l’azienda – è stato l’accordo siglato da Ami con il fondo italiano Clessidra Restructuring Fund e il fondo americano Magnetar che, tramite un intervento finanziario di oltre 50 milioni, ne supporteranno il percorso di rilancio e sviluppo come nuovi azionisti insieme all’attuale proprietà. Durante il percorso concordatario la società ha intrapreso azioni di rifocalizzazione ed efficientamento e si è rafforzata – conclude la nota di Ami – con la recente nomina del direttore generale Alessandro Frondella, manager con ventennale esperienza nel settore delle acque minerali».

Ad anno nuovo l’omologa

Con l’ok dell’assemblea dei creditori prosegue senza colpi di scena, davanti al tribunale di Milano, l’iter che culminerà poi con l’omologazione del concordato previsto per fine febbraio. Gli ultimi aggiornamenti formali non cancellano le ombre che aleggiano sui siti umbri, tanto che il Comune di San Gemini aveva già annunciato di aver espresso parere negativo rispetto alla proposta avanzata da Ami. Due le questioni che tengono banco, quella degli esuberi – 76 quelli che dovrebbero essere programmati tra Sangemini e Gaudianello, anche se non si conoscono ancora i dettagli – e quella degli investimenti. A cui si aggiunge, per il Comune guidato da Luciano Clementella, il tema della non corrispondenza dei crediti vantati dall’ente rispetto a quelli contenuti nel piano. «L’esito del voto della maggioranza dei creditori era piuttosto prevedibile» commenta Alexander Borrelli, consigliere comunale di maggioranza. «Del resto – continua -, da un lato, abbiamo dei creditori interessati solo ed esclusivamente a recuperare il recuperabile, in termini economici, dal gruppo Pessina. Dall’altro c’è l’amministrazione comunale che invece ha il primario interesse a salvaguardare lo sviluppo del proprio territorio e le esigenze dirette dei lavoratori e delle lavoratrici coinvolte».

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