Sanità in Umbria, Cgil: «Appello a Barberini»

Il sindacato chiede all’assessore di mettere mano alla riorganizzazione del settore, a Perugia come a Terni

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La prende larga, la Cgil regionale. Ma poi arriva al sodo. In una ‘lettera aperta, inviata all’assessore alla sanità Luca Barberini, Vanda Scarpelli e Andrea Filippi, iniziano parlando del fatto che «con la nuova legge di stabilità il Fondo sanitario del 2016 scende a 111 miliardi, nonostante le proteste delle Regioni e con due sole manovre Renzi taglia 6,7 miliardi e di fatto annulla il Patto per la salute». Ma anche di come, «dal 2017 al 2019 sono previsti altri tagli: che potrebbero arrivare a 20 miliardi, tra quelli già decisi con la precedente manovra e quelli in arrivo sulle spese regionali, che comprendono esplicitamente il finanziamento della sanità».

L’Umbria In questo quadro, però, secondo la Cgil «ancora troppo poche sono le azioni di razionalizzazione e riorganizzazione messe in campo nella nostra regione dal 2012, anno in cui si è definito legislativamente il riordino del sistema sanitario regionale. Riteniamo fondamentale – dicono i due sindacalisti – che si realizzino al più presto sinergie, tutelando il servizio pubblico da incursioni della ‘cattiva politica’, si superino doppioni, si operi una reale integrazione dei servizi nei territori, si attivino le case della salute h24, con opportune risorse anche strumentali, si garantisca la maggiore fruibilità di accesso al servizio sanitario da parte di tutti i cittadini umbri, si rilanci la mobilità attiva che nel 2014 è passata dai 9 milioni e 412 mila del 2013 a soli 3 milioni e 297 mila del 2014, con una riduzione di oltre il 60%. Si evitino, invece, trasferimenti o riallocazioni di servizi senza avere chiari obiettivi e finalità, ma creando solo disagi ai lavoratori».

Il personale In Umbria, spiegano Scarpelli e Filippi, «il problema delle dotazioni organiche e dei carichi di lavoro del personale della sanità, è allarmante, e seppure sono in atto concorsi per infermieri ed Oss, ad oggi ancora rimane insoluto il problema del precariato, per gran parte del personale sanitario compreso il personale della dirigenza medica. E’ necessario che da subito si avviino le procedure per il percorso di stabilizzazione dei lavoratori precari così come previsto dalla vigente normativa, un confronto che non può che avere una regia regionale e che deve interessare tutto il territorio umbro».

Il lavoro Il 25 novembre, ricordano, «entrerà in vigore la regolamentazione di orario di lavoro e riposi. Com’è noto, la norma è tassativa e recepisce la direttiva europea, a lungo rimasta disattesa, senza possibilità di ulteriori deroghe o modifiche. Orario di lavoro e turni di riposo dovranno d’ora in poi essere inappellabilmente regolati, allo scopo di consentire il recupero psico-fisico di ogni lavoratore, dirigente e non, per garantire sicurezza al lavoratore stesso. Che in sanità significa anche più sicurezza per ogni paziente».  Rivedere l’organizzazione del lavoro, concludono i due sindacalisti della Cgil, «è quindi fondamentale, si apra subito un confronto che non può essere settoriale né aziendale ma che deve avere, in discontinuità con il passato, una regia regionale e una applicazione aziendale e che deve saper affrontare le molteplici problematiche oggi presenti».

 

 

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