«Sciopero metalmeccanici un successo, ora concentrati su Ast»

Rampiconi (Fiom Cgil): «Picchi di adesione al 95% in provincia. Solidarietà ai lavoratori di Treofan, Sangemini e sanità»

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di Alessandro Rampiconi
Segretario generale Fiom Cgil di Terni

Voglio rivolgere un ringraziamento sincero alle metalmeccaniche e ai metalmeccanici che giovedì 5 novembre hanno risposto all’appello di Fim-Fiom-Uilm. Il risultato dello sciopero nella provincia Terni è al di sopra di ogni più rosea aspettativa. Si sono registrati picchi di adesione al 95% e il fermo produttivo di tutte le più grandi aziende del territorio, con risposte importanti anche nelle piccole e medie imprese.

A Terni come nel resto del paese i metalmeccanici vogliono il contratto, Federmeccanica rimuova le rigidità imposte da Confindustria e riapra il negoziato. L’intero settore metalmeccanico in questo territorio è stato martoriato dalla pandemia, oltre 6.500 lavoratori sono stati in cassa Covid ed hanno pagato un prezzo altissimo in termini di salario. Solo l’opportuno blocco dei licenziamenti collettivi – proposto dai sindacati nazionali e accolto dal Governo – che in questa fase sta scongiurando la catastrofe.

La pandemia ha generato paura ma anche senso di responsabilità nella stragrande maggioranza della popolazione che infatti ha valorizzato il lavoro del sindacato a partire dalla contrattazione. Non possiamo permettere, quindi, un ulteriore indebolimento del nostro tessuto sociale ed economico, con il lavoro che è sempre più frammentato, precario e insicuro. La Fiom-Cgil di Terni per questi motivi è al fianco dei lavoratori della Treofan, della Sangemini e del personale della sanità, inevitabilmente in crisi anche per la crescente curva pandemica. La pandemia e il lassismo delle istituzioni stanno mettendo in crisi la vocazione industriale e i servizi del nostro territorio.

In questo quadro è inserita la vendita di Acciai Speciali Terni, l’azienda industriale più grande per fatturato e occupati in Umbria. Stiamo trattando per avere una fase di transizione che dia garanzie ai lavoratori in termini di assetti industriali e occupazione. Le distanze sono ancora importanti, visti i numeri da ristrutturazione che l’azienda ha comunicato. Intanto anche all’interno di viale Brin, la pandemia può rappresentare un serio problema. Abbiamo una media di tre contagi al giorno e una crescita esponenziale, sette contagi soltanto ieri, per un totale di 35 contagiati e quattro guariti, con circa 50 persone messe in quarantena obbligatoria.

Ci preoccupa la distrazione delle nostre controparti, della politica e di chi (per fortuna una minoranza) invece di evidenziare le preoccupazioni dei lavoratori per le prospettive e per la pandemia, si concentra su riflettori e paillettes, modello orchestrina del Titanic. Starà alla capacità del sindacato confederale unire i bisogni e le rivendicazioni dei lavoratori dentro questa fase di incertezza che rischia di scaldare più del dovuto questo autunno.

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