Scuole Umbria, 2° e 3° media verso il rientro in classe

Giovedì si riunisce il Cts ma i dati sono confortanti. Coletto: «Serve prudenza. Meglio attendere un giorno in più»

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Seconda e terza media verso il ritorno in classe in Umbria da lunedì 12 aprile, mentre per le scuole superiori, la Regione si prende ancora una settimana per valutare il trend. La notizia, già nell’aria dopo l’ultima giunta regionale, è emersa nel corso della conferenza stampa settimanale.

SPECIALE COVID – UMBRIAON

Decisivo il parere del Cts 

«Oggi è convocato il Cts che fotograferà la situazione epidemiologica – ha spiegato l’assessore regionale alla sanità, Luca Coletto – e in funzione di tali valutazioni, decideremo eventuali riaperture. Sì, siamo orientati ad una ripresa delle lezioni in presenza ma serve grande attenzione. Le varianti del Covid sono molto infettive ed un giorno in più di attesa, probabilmente paga più di un’apertura rapida con chiusura altrettanto rapida a causa di un’eventuale impennata. Le scuole le apriremo – aggiunge Coletto – ma con un monitoraggio in continuità di quella che è la situazione epidemiologica, anche per avere un minimo di programmazione rispetto alle esigenze familiari». Ricordiamo che le Regioni hanno facoltà di irrigidire le disposizioni previste dal nuovo decreto del governo Draghi (ritorno in classe per tutti i ragazzi sino alla terza media e al 50% per quelli delle superiori).

LA SITUAZIONE ATTUALE NELL’UMBRIA ‘ARANCIONE’

Abbritti: «Il piano scuola funziona»

«Il ‘piano scuola’ al tempo zero funziona e i contagi sotto controllo lo dimostrano – spiega Paolo Emilio Abbritti del nucleo epidemiologico regionale, alla luce dei dati dell’ultima settimana sui contagi scolastici -. La valutazione va fatta su infanzia (0-6 anni) e primaria, dato che le altre sono in Dad i numeri restano bassi». Da giorni Abbritti sta realizzando incontri online per spiegare a studenti, insegnanti e genitori cosa prevede e come funziona il piano per il contenimento del Covid in ambiente scolastico. All’interno della classe, Abbritti raccomanda «il distanziamento, l’uso di mascherine, l’aerazione dei locali. Ma soprattutto l’attenzione verso chi ha sintomi, che deve rimanere a casa per proteggere se stesso e la comunità».

Cosa succede in caso di positività a scuola?

Secondo le nuove regole, in caso di alunno o docente positivo i contatti individuati effettueranno un tampone antigenico quantitativo nel più breve tempo possibile. In caso di esito negativo di tutto il gruppo della classe, non saranno attivati provvedimenti di isolamento fiduciario e si potrà riprendere la frequenza scolastica. All’esito positivo del test di uno o più contatti, invece, verrà disposto l’isolamento fiduciario del gruppo. Nell’infanzia, dove quando c’è un positivo si va tutti in isolamento, «ci sono 5 cluster su 21 classi, quindi non c’è evidenza immediata di contagio. Alle primarie invece – continua Abbritti – solo 4 classi hanno più di un caso, con 18 di esse (371 alunni) in cui dopo il primo tampone sono risultati tutti negativi e continuano ad andare a scuola. Il secondo verrà ripetuto tra una settimana, ma grazie al piano, invece di avere 475 bambini in isolamento, ce ne sono solo 64 che sono quelli delle classi in cui c’è un cluster».

Agabiti: «Comportamento responsabile dà i suoi frutti»

«Il comportamento molto attento che i cittadini sembrano avere avuto in questo periodo pasquale ci fa ben sperare – dice l’assessore regionale, Paola Agabiti -. L’intento della Regione, come già evidenziato nei giorni scorsi dalla presidente Donatella Tesei, è quello di procedere con gradualità». Nei giorni scorsi anche il professor Fabrizio Stracci, membro Comitato tecnico scientifico costituito da Regione e Università di Perugia per l’emergenza coronavirus, aveva spiegato che la scuola «si può facilmente riaprire quando la circolazione del virus è molto bassa, ma continuando a mantenere massima cautela nei comportamenti».

Squarta: «Riaprire anche oratori, bar e ristoranti»

«Compatibilmente con l’attuale quadro epidemiologico riguardante i contagi da Covid-19, oratori, ludoteche e centri sportivi possono tornare, in sicurezza, a riprendere le loro attività fortemente limitate dalle restrizioni». Il presidente dell’assemblea legislativa, Marco Squarta, sollecita la riapertura in Umbria dei luoghi destinati allo svolgimento di attività ludiche e ricreative per bambini e ragazzi, m a anche – se i dati lo consentiranno – di bar e ristoranti: «La norma nazionale che abolisce la zona gialla fino al 30 aprile è un’assurdità se i numeri dei contagi in Umbria sono decisamente migliorati e non rientrano più nei parametri della fascia arancione. I titolari di bar e ristoranti sono ormai allo stremo, serve una data certa per le riaperture perché in questo modo rischiamo di perdere circa 1.500 attività commerciali e quindi decine di migliaia di posti di lavoro».

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