Sgarbi su Leonardo: «Cascata nel disegno»

Terni, ennesima presa di posizione – che pone interrogativi inquietanti – sul controverso ‘disegno’: «La scoperta di Tomìo c’è, ma lui è uno scassaminchia»

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di Marco Torricelli

La scelta, succede spesso, è tra forma e sostanza. A volte, poi – ma questo è tutto un altro discorso – anche tra opportunità e opportunismo. Può capitare, così, che una storia finisce per essere complicata più del necessario e rischiare di ottenere l’effetto diametralmente opposto a quello auspicato.

Il ‘Paesaggio’ di Leonardo da Vinci

Leonardo da Vinci Prendiamo una storia (si fa per dire) a caso: quella del disegno nel quale Leonardo da Vinci ha – si dovrebbe scrivere ‘avrebbe’, ma chi avrà la pazienza di continuare a leggere capirà – disegnato la Cascata delle Marmore. Insomma: succede che Luca Tomìo intuisce che in quel disegno del genio toscano c’è qualcosa di inaspettato, succede che fa delle verifiche, succede che si confronta con le ‘autorità’ preposte e succede pure che si scopre che ha ragione. Tutto semplice, no? Macché. O, meglio, all’inizio sembrava di sì: annunci, eventi, e impegni. Poi, piano piano, la faccenda ha preso una piega diversa. Completamente diversa.

LEONARDO ALLA CASCATA – LA STORIA

Alessandro Vezzosi

Negazionismo Se per certi aspetti può essere comprensibile l’atteggiamento di chi, come Alessandro Vezzosi (lui dirige il ‘Museo ideale Leonardo da Vinci’ nella città toscana che ha dato i natali al genio), si è schierato decisamente per la tesi negazionista, meno chiari sono i motivi per i quali – a Terni e in Umbria – dopo una partenza ‘sparata’, ci si è inopinatamente fermati. Anche a fronte di conferme autorevoli.

LE CONFERME – IL VIDEO

Vittorio Sgarbi

La spiegazione Una chiave di lettura la offre Vittorio Sgarbi: «Vezzosi ha torto e Tomìo ha ragione – ha detto ad umbriaOn – ma Tomìo è uno scassaminchia». Ecco, forma e sostanza. Uno può anche essere nel giusto, pare di capire, ma se sbaglia i tempi e i modi, è fregato. 

VITTORIO SGARBI A UMBRIAON – L’INTERVISTA

Una tavola del Codice Atlantico

Il Codice Atlantico Lui, Tomìo, intanto va avanti per la sua strada e mette a fuoco la ricerca sul Codice Atlantico di Leonardo, che verrà illustrata – a giugno a Civitella del Lago – nel contesto della mostra ‘L’Italia di mezzo’ curata da uno dei massimi esperti di cartografia antica come Sergio Trippini in collaborazione con l’associazione cartografica Almagià: «la carta dimostra che Leonardo ha effettuato il disegno degli Uffizi delle Marmore durante un vasto censimento idrografico del bacino del Tevere. Leonardo ha ipotizzato con 500 anni di anticipo di regolamentare il Tevere con una diga nella zona di Corbara e con un invaso artificiale nell’area compresa tra Todi, Civitella del Lago e San Gemini».

LO STUDIO SULLA CARTA DEL CODICE ATLANTICO

Opportunità e opportunismo Questo, però, propone il secondo dilemma: si può mandare all’aria un’opportunità – perché è innegabile che per il territorio; ternano in primis, ma anche umbro; quella di cui si parla lo è e pure grossa – per quella che si profila come una forma di opportunismo? Perché va bene evitare di ‘fare ombra’ a Vinci e alla Toscana (la macroregione prossima ventura c’entra qualcosa?), va bene evitare possibili problemi tra la Galleria nazionale di Perugia e il Museo degli Uffizi, va bene tutto. Ma sarebbe bene non esagerare.

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