Leonardo alla Cascata: «Opportunità persa»

Terni, Luca Tomìo accusa: «Chi governa la città è così miope da gettare al vento le potenzialità di ricerca che da solo non riesco a sviluppare. Per questa città è ‘game over’»

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‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci

di Francesca Torricelli

Sono passati circa 5 mesi da quando umbriaOn ha avuto il piacere di raccontare per primo che in uno dei disegni più famosi nella storia dell’arte, il ‘Paesaggio con fiume’ di Leonardo da Vinci, fosse raffigurata la Cascata delle Marmore. Da quel 25 novembre 2016 molte sono state le parole, gli incontri, i dibatti e le promesse che hanno ruotato intorno alla clamorosa scoperta, per un possibile rilancio culturale e turistico del comprensorio ternano, ma di concreto – questo va devo – ad oggi non si è visto nulla.

Luca Tomìo

«Terni è una città morta» Per Luca Tomìo (lo studioso che da un anno ormai conduce la ricerca) è arrivato il momento di ‘togliersi i guanti’, e anche qualche sassolino dalla scarpa, e dire la sua su Terni, su chi la vive e chi l’amministra. Secondo Tomìo, contattato da umbriaOn, è inutile girarci intorno: «Terni è una città morta. Per costruire un nuovo futuro è necessario elaborare il lutto, così o te ne vai o resti e combatti come un leone per costruire qualcosa di nuovo. Se resti per annientarti o di droghe o di noia ti deve essere chiaro che sei uno zombie».

La ricerca Tomìo racconta che «nonostante i mille buoni propositi che mi sento ripetere da mesi, la ricerca su ‘Leonardo’ va avanti senza che nessuno in ambito locale la sostenga anche minimamente in termini concreti o la amplifichi in chiave turistica. Speravo che il doppio intervento dell’amico Vittorio Sgarbi servisse a svegliare una città dormiente, ma qui nemmeno a cannonate si smuove qualcosa». Tomìo e la sua ricerca vanno avanti «con il solo sostegno scientifico del Mibact e degli Archivi di Stato di Terni e Rieti. La nuova scoperta inerente la carta del Codice Atlantico, che consulterò a breve alla Biblioteca Ambrosiana di Milano, che avvalora e chiarisce quella delle Marmore, è stata resa possibile grazie al supporto tecnico dei geometri Ciculi-Nini di Montecastrilli e sarà presentata l’8 giugno a Civitella del Lago nel contesto della mostra ‘L’Italia di mezzo’ curata da uno dei massimi esperti di cartografia antica come Sergio Trippini, che mi sta fattivamente coadiuvando nelle ricerche, in collaborazione con la blasonatissima Associazione cartografica Almagià».

LO STUDIO SULLA CARTA DEL CODICE ATLANTICO

Una bozza della carta del Codice Atlantico

La carta del Codice Atlantico Databile al 1473, la carta dimostra «che Leonardo ha effettuato il disegno degli Uffizi delle Marmore durante un vasto censimento idrografico del bacino del Tevere, dimostrando di capire con un secolo di anticipo che non era il Velino-Cascata delle Marmore ad influire sulle piene del Tevere, ma il Tevere stesso, che, questa volta con 500 anni di anticipo, ipotizzava di fermare proprio all’altezza di Corvara-Civitella del Lago, creando così un bacino artificiale che avrebbe avuto sfogo nel Nera attraverso la vallata che corre sotto San Gemini». Per Tomìo è «un piacere infinito seguire il giovane Leonardo in questo suo percorso tra Umbria e Lazio e che conducendomi nella Roma di Sisto IV mi permetterà di riscrivere la storia della formazione giovanile di un ragazzo che è diventato genio nelle campagne dell’Umbria. Un solo rammarico: chi governa Terni è così miope da gettare al vento tutte le potenzialità di ricerca che da solo non riesco a sviluppare nella ‘conca’».

Opportunità persa Il ricercatore procede nella ricerca sui passi di Leonardo «ormai lontano dalla ‘conca ternana’ e lungo percorsi che mi condurranno tra Todi e Orvieto, lungo la media Valle del Tevere, sui Monti Cimini lungo l’antica via Francigena, nel reatino sul Lago di Piediluco, ma a Terni e nel ternano restano una quantità immensa di linee di ricerca non sviluppate, non chiarite, non valorizzate. Alla fine del mio percorso di ricerca c’è Roma e solo lì sono sicuro che la scoperta avrà la forza di diventare nazionale e internazionale. Terni sta perdendo l’ennesima opportunità».

La battaglia Terni oggi, secondo Luca Tomìo, «è brutta, sporca e malsana e quindi prima che culturale la battaglia da portare avanti è innanzitutto quella ambientalista e sulla sicurezza: basta inceneritori e siringhe infette nei giardini delle scuole, innanzitutto la qualità della vita. Terni assomiglia sempre di più al tetro mondo di Walking Dead con un manipolo di sopravvissuti sopratutto tra gli studenti e per fortuna più sono piccoli più sono vivi. Già nei licei fatichi a trovare sopravvissuti. Aiutiamo i nostri figli, le nuove generazioni, a crescere forti, liberi e coraggiosi o condannando loro all’inedia condanneremo noi e il futuro dell’Italia». Per ripartire «è necessaria una politica partecipata forte che oggi anche grazie ai social è possibile. Non aspettatevi che l’avanguardia venga portata avanti dall’attuale classe dirigente: comandano da una vita e quindi sono inerti, arrugginiti e autoreferenziali. Il sale della democrazia è l’alternanza, che in Umbria non esiste perché è un piccolo feudo fatto di tanti piccoli feudi. Cominciate voi a cambiare le cose e i politici cambieranno con voi o verranno spazzati via».

Il turismo È chiaro, per lo studioso, che «l’era industriale è finita. Sarebbe bene che qualcuno lo dicesse chiaramente: l’industria pesante a Terni è ormai agli sgoccioli, nell’arco di due anni o verrà statalizzata o sarà fatta a pezzi e venduta. Il futuro di Terni, quello migliore, è di una città baricentro per le immense risorse culturali, turistiche, ambientali e sportive. Bisogna contrastare l’inquinamento e riappropriarsi delle bellezze naturali come la Cascata delle Marmore, da sempre simbolo dell’Umbria e cuore d’Italia immortalato da Leonardo da Vinci. Durante il Rinascimento i giovani ternani morivano alle Marmore per difendere la Cascata, e oggi? Vogliamo lasciarla solo nelle mani di chi ne trae profitto privato? Ci si accontenta dei pochi turisti locali?».

L’illusione Dalla sua esperienza sul territorio Tomìo ha capito che «all’inizio della ricerca ero un illuso e ora posso impartivi una sola lezione: non aspettate che qualcuno cambi le cose per voi, andate avanti per la vostra strada. Come diceva Goethe, iniziate qualcosa di nuovo e vedrete che il futuro è degli audaci. Tutti gli altri saranno spazzati via o moriranno di noia. Io continuo a percorrere la mia strada, a riscoprire e ripercorrere i sentieri di un ragazzo diventato genio proprio tra questi meravigliosi paesaggi umbri e ora sappiamo anche laziali».

Luca Tomìo, Tiziana De Angelis e Vittorio Sgarbi

‘Game over’ La vera forza dell’Italia, conclude Luca Tomìo, «è nell’arte, nel paesaggio, nella cultura: chi non capisce questo è destinato al declino. Sarò oltremodo felice di dare il mio contributo al Rinascimento della città di Terni quando ne vedrò anche lontanamente le possibilità di rinascita. Ma per ora no, sopratutto dopo aver letto che raddoppiano i visitatori alla Cascata delle Marmore e il merito se lo prende chi non ha mai agevolato la scoperta. Mi rendo conto di essere stato anche troppo morbido fino ad ora. Da sei mesi con il vice presidente regionale Paparelli, con Sgarbi, Scoppola e gli Archivi di Stato, abbiamo veicolato la Cascata a tutti i livelli con video, articoli e convegni, ma a questi giochetti non ci sto proprio. Per Terni e per la Cascata delle Marmore, con attuali gestori e amministratori, divento del tutto indisponibile. Come dicono i giovani ternani e come si vede scritto sulle saracinesche dei negozi chiusi di Terni, per la città è ‘game over’. La mia ricerca mi porta altrove, anche se non troppo lontano».

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