Sii, quote Asm ad Acea: l’ok del consiglio arriva nella notte

Terni – Cessione del 15% ad Umbriadue per 6,1 milioni, atto conclusivo tra questioni pregiudiziali, caos e accuse. L’approvazione dopo otto ore di confronto

Condividi questo articolo su

Problemi tecnici, audio che a tratti si sentiva poco e male, confusione nel susseguirsi degli interventi e accuse di ostruzionismo, un classico – accadeva anche a parti invertite – in queste circostanze. Fatto sta che Terni, dopo una surreale seduta di consiglio comunale telematica, è arrivato il via libera per la cessione delle quote Asm – il 15% del 18% che aveva la partecipata, per un controvalore di 6,1 milioni di euro – nel Sii ad Umbriadue servizi idrici S.c.a.r.l. di proprietà Acea e la modifica dello statuto con l’abrogazione degli articoli 8 e 10. A pochi minuti dalla mezzanotte.

LE SPIEGAZIONI DI ORSINI (SII) E MENECALI (ASM)

Il verbale sbagliato con il voto della Pincardini

Il tentativo di rinvio. L’abbaglio sulla Pincardini

Bagarre era prevista – d’altronde è successo lo stesso in III° commissione, anche nella stessa mattinata di martedì – e così. In avvio subito problemi tecnici per la postazione del segretario generale Giampaolo Giunta (risolti non senza affanno), la consueta spiegazione dell’assessore al bilancio Orlando Masselli e il tentativo di Alessandro Gentiletti (Senso Civico): «Tutto sembra tranne che una seduta del consiglio, chiedo il rinvio pregiudiziale perché così non si può svolgere da remoto». Trova l’appoggio di Luca Simonetti (M5S) – «deve essere garantita la massima partecipazione della città» – e il ‘no’ di Federico Brizi (Lega): «I documenti messi a disposizione sono sufficienti». Alla fine si vota: 11 favorevoli, 20 contrari e 2 astenuti. Si va avanti. Per quel che concerne gli 11 emendamenti i pareri della III° commissione – gli esponenti della minoranza erano usciti – sono stati tutti negativi. Nel dare il resoconto c’è però un altro guaio: Paola Pincardini (Uniti per Terni) fa notare che si era astenuta – a differenza di ciò che appare – e chiede l’immediata rettifica. In sostanza pasticcio per il verbale di commissione.

LO SCONTRO IN COMMISSIONE DELLA SCORSA SETTIMANA: I PUNTI DI VISTA

Alessandro Gentiletti e Luca Simonetti

Mozione d’ordine 

L’opposizione non molla. Simonetti chiede lumi sull’eventuale incompatibilità di consiglieri per la votazione – causa potenziali conflitti d’interessi in merito ad attività con le società coinvolte dal procedimento – odierna: «Vale la ‘prova di resistenza’ nei confronti dell’atto che accede in consiglio. ll provvedimento – la delucidazione del segretario generale – è adottato anche in presenza di chi si sarebbe dovuto astenere. Stiamo parlando di una proposta di delibera che proviene dall’iniziativa dell’assessore Orlando Masselli, è stata illustrata in giunta e ora arriva qui, l’iter è corretto». Gentiletti procede invece con una mozione d’ordine: «Disconosco la validità del parere. Deve essere fornito per iscritto e le correzioni orali – si riferisce al verbale di commissione – non hanno alcun valore. Non c’è quello veritiero da allegare alla delibera». Giunta ancora tirato in ballo: «Conta ciò che emerge in consiglio, l’errore è solo sulla votazione e non inficia sul lavoro».

LA DELIBERA DI GIUNTA DEL 5 DICEMBRE 2019: NEGOZIAZIONE DIRETTA

Orlando Masselli

Seconda questione pregiudiziale

A questo punto entra in azione Francesco Filipponi, capogruppo del Partito Democratico: «Chiedo al segretario quali sono gli articoli di riferimento rispetto alla proposta di delibera, non è mai arrivato in consiglio un atto di un singolo proponente dell’esecutivo». Continue sollecitazioni per Giunta: «Mi sono già espresso, mi richiamo a due articoli (cita il 42 e il 43, quindi il 48) del Tuel». L’esponente Pd non è convinto: «Li ho letti e non ho trovato alcun riscontro, il potere è attribuito ai singoli consiglieri e non all’assessore». Scatta la seconda questione pregiudiziale che, ovviamente, sarà bocciata. Quindi la laboriosa discussione sugli emendamenti di Senso Civico, già discussi – a fatica – anche in III° commissione. Basti pensare che alle 19.47 si inizia parlare del sesto sugli indici totali.

L’ALTO COSTO DELL’ACQUA IN UMBRIA

Corte dei conti

Le accuse per il sindaco. Focus Corte dei conti

«Né minaccia né terrorismo, facciamo solo il nostro», ha puntualizzato Simonetti quando ha ribadito che i consiglieri di opposizione si muoveranno con la Corte dei conti per tutte le verifiche del caso sulla documentazione: «Lo ha detto – ha ricordato – anche l’assessore Masselli in III° commissione che avrebbe fatto lo stesso». Un emendamento in particolare – il 9° – tira in ballo il sindaco Latini: «In tutto ciò è silente e manda avanti i consiglieri, scaricando la responsabilità su di loro», l’accusa lanciata dalla minoranza. A controbattere sul tema per la maggioranza è stato Maurizio Cecconelli: «Io non credo a questo e spero che anche gli altri consiglieri la pensino allo stesso modo. Non c’è nessuno che manovra dall’alto». Alle 21.18 termina la discussione sugli emendamenti.

GLI EMENDAMENTI PROPOSTI
L’OPPOSIZIONE: «VIGLIACCHERIA POLITICA, SI SVENDE L’ACQUA»

Il sindaco Leonardo Latini

Lo scontro per l’intervento della Marcucci e la votazione

Dalle 21.25 si inizia anche ad urlare. Protagonisti lo scatenato Gentiletti – chiaro l’intento – e il presidente del consiglio comunale Francesco Maria Ferranti in merito alla richiesta del primo di far intervenire i tecnici, come ad esempio la dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci: «Posso interpellarla affinché arrivi», la risposta di Giunta. Parte lo scontro: «Lei è un dipendente del ministero e non del sindaco o di Ferranti (quest’ultimo aveva provato a bloccare l’iniziativa). Ha dei doveri d’ufficio, non è un suddito politico», ha sottolineato al segretario generale per poter ascoltare i proponenti della delibera e ‘liberarlo’ dal pressing di Ferranti. Toni alti, è l’apice della bagarre. Non uno spettacolo memorabile. Che prosegue fino a tarda serata con i vari interventi dei consiglieri, quindi la richiesta – 23.21 – per la verifica del numero legale e le dichiarazioni di voto, con ulteriore invettiva dalla minoranza: «Si vergogni chi resta in silenzio e non ha il coraggio di parlare». Mirino ancora sul sindaco. Alle 23.45 il via libera definitivo con 19 voti favorevoli (Lega, Fdi, Fi, Terni Civica e Musacchi del Gruppo Misto), 10 contrari (M5s, Pd, Terni Immagina, Senso Civico, Forza Centro e Leonelli di UpT) e 2 astenuti (Orsini, Pincardini di UpT, out Valentina Pococacio del M5S e Monia Santini di FdI). La storia non finirà qui. A chiudere il cerchio il botta e risposta tra Fiorini e Paolo Cicchini (Lega): «Serve buon senso e coerenza», ha attaccato il rappresentante leghista nei confronti dell’ex ‘collega’ di partito. Seduta sciolta alle 23.59.

«Si privatizza fuggendo dai cittadini

Gli attacchi proseguono anche via social: «La maggioranza – la nota del consigliere di Senso Civico – è riuscita ad approvare la delibera di cessione delle quote di acqua pubblica, mediante una seduta del consiglio comunale telematica durata più di 8 ore e dopo una intensa ed estenuante battaglia data da tutte le opposizioni. Col favore delle tenebre, viene inaugurata la stagione delle privatizzazioni che non perseguono alcun interesse pubblico. Nel cuore della notte, senza che il sindaco abbia proferito parola durante la seduta. Questa è la destra al potere. Quella che si definisce pure sociale ma che privatizza fuggendo dai cittadini. Col favore delle tenebre». Umbriadue sale così al 40% rispetto al 25% iniziale.

M5S: «Bollette pazze e bugie maggioranza»

«La delibera Sii-bollette – la nota del gruppo pentastellato – pazze continua a reggersi sulle bugie della maggioranza. Inutile nascondersi dietro al gioco delle tre carte: Sii, Auri, Comuni. Nel breve potrebbe anche esserci una stabilizzazione delle tariffe, ma nel medio e lungo termine in presenza di una Sii in squilibrio finanziario, in assenza dell’articolo 8 che costringe i comuni ad intervenire economicamente, qualora fosse necessario, le tasche dei cittadini saranno utilizzate come il bancomat da cui attingere direttamente. Questo senza passare per i comuni che avrebbero potuto  opporsi ed impugnare eventuali richieste. Praticamente i comuni mettono i cittadini in mano ad Acea. Che poi le tariffe vengano decise dall’Auri è la scoperta dell’acqua calda, ma secondo voi qualora la Sii avesse bisogno come lo ha oggi, l’Auri cosa farebbe?».

La maggioranza: «Costretti a lunga maratona, comportamento irrispettoso»

A stretto giro arriva anche la nota congiunta della maggioranza  (compresa la Musacchi): «Nonostante il continuo ostruzionismo di una parte dell’opposizione, che  ci ha costretti ad una lunga maratona, conducendo i lavori del consiglio  comunale in maniera strumentale e faziosa, senza mai entrare  concretamente nel merito della discussione, siamo riusciti ad approvare  una delibera importante per il futuro di Terni e dei ternani. Un comportamento, quello di alcuni esponenti della minoranza, scorretto ed irrispettoso non soltanto verso i colleghi  consiglieri, ma verso gli uffici, il segretario generale e tutte le
persone coinvolte, costrette ad un lavoro fuori luogo e fuori orario,  solo per assecondare le follie di alcuni. Un atteggiamento fuori controllo, da condannare, spinto soltanto dal furore di voler ostacolare  i lavori, mossi da un unico input, quello di ritardare e procrastinare  ulteriormente l’approvazione della delibera. Questa maggioranza – proseguono – non è affatto intimorita dal richiamo  costante al ricorso alla magistratura, fatto da alcune forze politiche, con l’obiettivo unico di immobilizzare l’azione amministrativa. Andiamo avanti con la consapevolezza e la concretezza dei contenuti, e  con orgoglio ci assumiamo la responsabilità della decisione presa. Abbiamo il dovere di agire per migliorare la condizione  economico-finanziaria delle nostre aziende partecipate ed è fondamentale  un riassetto strutturale del loro business. Premettiamo che nella  governance aziendale del Sii la maggioranza resterà pubblica, che i
comuni manterranno il 51% delle quote, e che l’acqua è un bene pubblico  e tale resterà. Questa operazione comporterà, per il Sii il raggiungimento del  riequilibrio finanziario, per Asm un’importante iniezione di liquidità e  per il Comune di Terni, una diminuzione dell’indebitamento conseguente  al dissesto lasciato dalla precedente giunta di sinistra, con cui  purtroppo dobbiamo confrontarci in ogni nostra azione amministrativa. Sottolineamo inoltre che una
parte della minoranza sta raccontando alla città, mistificando la  realtà, che le tariffe continueranno ad essere determinate dall’Auri (Autorità Umbra Rifiuti Idrico) e che non c’è quindi alcun rischio che  il nuovo assetto comporti un aumento sconsiderato dei costi per i  contribuenti. Ricordiamo che nel 2018 i cittadini ternani si sono espressi  democraticamente, votando per il cambiamento, il futuro – concludono – è oggi e stiamo operando nel loro interesse».

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli