Sii, quote Asm ad Acea: «Nessuno spostamento di potere»

Terni – Carlo Orsini e Mirko Menecali, a poche ore dal consiglio comunale, auditi in III° commissione in merito alla cessione del 15% ad Umbriadue

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Carlo Orsini e Mirko Menecali, presidenti Sii e Asm. Sono loro ad essere intervenuti in III° commissione consiliare lunedì mattina per dare ulteriori delucidazioni in merito alla cessione delle quote – il 15% della partecipata ad Umbriadue, di proprietà Acea – del servizio idrico che tanto sta facendo discutere dalla fine del 2019. Il tutto a poche ora dal consiglio comunale per il via libera definitivo.

SII, QUOTE ASM AD ACEA: IL RIEPILOGO  E LO SCONTRO IN COMMISSIONE

Carlo Orsini

I dubbi della minoranza

A spingere – come già accaduto nei precedenti appuntamenti – sono in particolar modo Alessandro Gentiletti e Federico Pasculli. Prima parte dedicata al Sii: «Dal punto di vista economico, che cosa comporta – ha ribadito l’esponente di Senso Civico – eventualmente a livello tecnico la mancata alienazione delle quote?» Capitolo tariffe: «qual è il rating della Sii per l’applicazione delle tariffe e gli investimenti? È determinante per le tabelle Auri?». Il capogruppo M5S ha messo nel mirino altri aspetti: «All’amministratore delegato viene data l’opportunità con la modifica statutaria di definire un budget superiore. Inoltre potrà licenziare rispetto al passato: in definitiva assume più potere decisionale al netto dell’abrogazione degli articoli 8 e 10. Che percentuale di perdite ci sono per la rete idrica? Negli anni sono stati fatti investimenti sull’acquedotto senza compensarle, è una strategia insolita. Quest’operazione è necessaria per sistemare i conti del Sii o si poteva fare diversamente?». Pioggia di risposte da dare per l’avvocato Orsini.

5 DICEMBRE 2019, LA DELIBERA DI GIUNTA

Mirko Menecali

«Società ben strutturata»

Orsini in merito alle richieste arrivate dai consiglieri d’opposizione ha sottolineato in particolar modo che la mancata alienazione delle quote «comporterebbe che non ci sarebbero finanziamenti per 30 milioni di euro in favore della Sii. S ritornerebbe alla modalità previgente con applicazione dell’articolo 8 e, quindi, contributi da chiedere ai soci in caso di bisogno. La continuità sarebbe assicurata con risorse proprie e introito tariffario, ma per supplire ad eventuali disfunzioni di carattere finanziario si dovrebbe agire come descritto. La cessione del 15% ad Umbriadue non va ad incidere sulla tariffa e non ci risulta che l’Auri contestato un rating negativo: la Sii ha chiuso il bilancio dello scorso anno con circa 3,5 milioni di utile e uno stato patrimoniale da 30 milioni. Non c’è condizione di dissesto, la società è ben strutturata».

ACQUA MOLTO ‘CARA’ IN UMBRIA

I poteri dell’amministratore delegato ed i debiti

Per quel che concerne gli investimenti «sì, hanno impatto sulle tariffe. L’ammistratore delegato avrà potere decisionale in più senz’alto, ma c’è il controbilanciamento sul controllo del CdA: l’Ad dovrà riferire ogni tre mesi sulle attività poste in essere per il Sii. E ciò non accadeva in precedenza». Si passa ad altro: «Con i 30 milioni di finanziamenti previsti per il Sii verrà ripianata la situazione di squilibrio finanziario e ci sarà il rimborso di 10 milioni a favore dei Comuni per canoni, locazioni ed arretrati. Inoltre 4 milioni andranno ad Asm. Resteranno a disposizione 16 milioni per far fronte agli investimenti». Il guaio di base è individuato: «Il meccanismo di composizione della tariffa e gli investimenti obbligano i gestori ad anticipare e trovare i fondi per pagare i finanziamenti. Mi auguro che ciò non accada più in futuro».

L’OPPOSIZIONE: «SVENDONO L’ACQUA»

Le perdite e il ripristino dei conti

Focus sulle perdite idriche: «Per ciò che attiene al territorio provinciale – escluso San Venanzo – siamo oltre il 50%. Si sta cercando di colmare e ridurre con sistemi di monitoraggio: nel CdA di un mese fa è stata approvata la delibera che mette a bando un progetto di ricerca in tal senso». In definitiva – ha puntualizzato Orsini – l’alienazione delle quote ad Umbria due «è una delle soluzioni per ripristinare la situazione finanziaria della società. Altrimenti si potrebbe fare tramite un finanziamento dei soci o con l’articolo 8. Con questa procedura si tira una linea e si sistema il contesto dare/avere con i Comuni. Credo sia la migliore, poi le scelte spettano ai soci. Saremmo poi pronti ad investire 16 milioni senza problemi». Gentiletti ha poi chiesto lumi sulle prossime tariffe, mentre Emanuele Fiorini (Forza Centro) ha posto una domanda: «Perché Acea mette 30 milioni, qual è lo scopo?». Pasculli infine si è rifatto avanti per un altro chiarimento: «Era stata fatta una valutazione di quanto la Sii doveva richiedere ai Comuni per sostenersi finanziariamente?». Infine Luca Simonetti (M5S): «Come può essere risolutiva questa ricapitalizzazione quando c’è un disequilibrio strutturale finanziario? Il capitale circolante netto è negativo per 15 milioni».

GLI EMENDAMENTI PROPOSTI

«Nessuna variazione tariffe»

Riparte Orsini: «Le tariffe verranno approvate nei prossimi giorni dall’Auri e per ciò che so non ci dovrebbero essere aumenti, sostanzialmente è previsto un mantenimento degli attuali importi. L’operazione non varia alcun tipo di assetto societario, non c’è spostamento di potere. Resta tutto uguale. Ricodo che gli investimenti e le tariffe li predispone l’Auri: più controllo pubblico di questo non lo vedo. Potere di licenziamento dell’amministratore delegato? C’era anche prima, seppur non scritto. I 10 milioni ai Comuni rappresentano un anticipo che poi rientrerà grazie agli introiti tariffari. La cessione di quote è una compravendita di carattere patrimoniale e lo statuto della società sarà sempre modificabile». A concludere un passaggio sugli investimenti per Terni: «Ne sono previsti per oltre 12 milioni. C’è il rifacimento della rete fognaria di Piediluco, il lavoro sugli impianti di Pentima, l’interconnessione sistemi idrici Scheggino-Pentima», gli esempi citati.

Sotto con Menecali

Terminata l’ora per Orsini, a finire sotto il ‘fuoco’ della minoranza è stato Menecali. Per lui domande sul piano industriale, il bando 2019 – sponda Gentiletti – e le prospettive: «Ritiene economicamente vantaggiosa questa offerta?», l’input di Simonetti. Il numero uno dell’Asm, replicando alla richiesta del consigliere di Senso Civico, ha sottolineato che la gara «è nata prima del mio insediamento e mi sono limitato a non cancellarla. Si tratta di attività advisoring, è diverso dal piano industriale: quest’ultimo lo abbiamo studiato e approvato nel CdA, fa riferimento alle azioni da porre in essere tra il 2020 e il 2022. E c’è anche il riassetto dell’idrico. Il piano sarà aggiornato in alcuni elementi nel 2021». Si passa alla cessione delle quote: «L’operazione era già stata ventilata dal socio privato prima del mio arrivo. Ovviamente è vantaggiosa, a partire dal fatto che è stata pattuita una cifra di 6,1 milioni di euro con una plusvalenza di 2».

L’idrico e il rapporto di indebitamento

Menecali ha poi focalizzato l’attenzione sull’aspetto idrico: «I capisaldi sono il controvalore per la cessione di quote, favorire il rifinanziamento della società per la restituzione del debito e la stabilizzazione/consolidamento dell’attività industriale attraverso il rafforzamento del contratto di servizio». In generale – ha aggiunto – c’è necessità di riequilibrio finanziario visto che nel rapporto di indebitamento – sul patrimonio netto – abbiamo numeri penalizzanti: a fronte di un valore medio di 3/4, noi ci assestiamo intorno al 14. Di per sé non è un elemento che mette a rischio la continuità aziendale, ma non ci consente di sviluppare adeguatamente i progetti». Martedì – da remoto – se ne parlerà in consiglio.

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