Sisma: «L’emergenza sta finendo»

Umbria, in Regione conferenza di fine anno sulle attività in corso. L’annuncio di Catiuscia Marini: «Nel nuovo anno la fase operativa della ricostruzione»

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Inevitabilmente, il terremoto costituisce il tema centrale della conferenza stampa di fine anno della giunta regionale. La presidente Marini apre il suo intervento proprio annunciando un cambio di marcia nell’iter post sisma e chiude il momento degli auguri – dopo i vari interventi degli assessori – regalando ai giornalisti un volume sui 20 anni del terremoto del 1997: «Non avremmo mai immaginato che ci saremmo trovati a ricordare questo anniversario con le macerie di un nuovo sisma – dice – ma supereremo anche questa».

L’INTERVENTO DI CATIUSCIA MARINI SULLA RICOSTRUZIONE

L’annuncio con cui la Marini ha cominciato la conferenza riguarda la fine della fase dell’emergenza, con la consegna (a gennaio) delle ultime Sae, e l’inizio della seconda fase, quella della ricostruzione: «Una fase che ci impegneremo a rendere il più possibile comunitaria, coinvolgendo nel processo le istituzioni locali e le popolazioni più di quanto non siano state coinvolte nella prima fase, che è stata forse un po’ troppo centralistica». Finita la fase dell’emergenza, ora si passa alla ricostruzione, dunque, pubblica e privata. Dove all’impegno dell’amministrazione centrale regionale si andrà ad affiancare quello degli enti locali.

Stabilità finanziaria Nonostante le difficoltà, l’Umbria è una regione che vanta solidità e affidabilità dei conti, ha chiarito la presidente Marini all’inizio del suo lungo intervento che, a fine anno, traccia un bilancio delle attività. «L’Umbria – ha detto la presidente Marini, ricordando il rispetto del pareggio di bilancio – ha una pressione fiscale tra le più basse d’Italia, invariata nell’ultimo decennio, per l’ottavo anno consecutivo da quando sono alla guida della Regione. Un’invarianza confermata nella manovra di bilancio per gli anni 2018/2020 nella quale confermiamo tutti i servizi e affrontiamo scelte strategiche per l’Umbria». Oltre alla ricostruzione, dove ci sono 60 milioni di euro per l’edilizia scolastica nell’area del cratere e fuori, due piani di opere pubbliche con risorse per 30 milioni, più altri 56 dal Fondo europeo di sviluppo regionale e 52 per lo sviluppo rurale, che si aggiungono al miliardo e mezzo per il periodo 2014-2020. Questo anche grazie «alla positiva collaborazione col Governo, anche se in questa legislature se ne sono succeduti tre diversi, la collaborazione per l’Umbria è sempre stata positiva. Senza il sostegno del Governo non avremmo potuto affrontare temi strutturali come ambiente e trasporti, oltre al post-sisma e temi complessi come l’area Terni-Narni».

TUTTO SUL TERREMOTO 2016

Turismo e cultura Da parte della Regione Umbria «c’è stato un impegno strategico sul versante della cultura e del turismo come fattore di crescita economica della regione. Per quanto riguarda il turismo – ha sostenuto Marini – un anno fa non credevamo di poter avere questa capacità di reazione dopo gli eventi sismici che hanno investito pesantemente la regione». I dati si stanno comunque ora di avvicinando alla situazione pre-sisma» ha concluso.

NUOVE SAE CONSEGNATE A NORCIA

Focus sull’Alta velocità per l’assessore ai trasporti Chianella che ha voluto chiarire: «Non c’è un Umbria a due velocità». Lo ha detto commentando la richiesta avanzata dalla maggioranza del Comune di Terni di una seduta straordinaria del consiglio comunale, alla presenza della presidente Marini e dello stesso assessore, per discutere dei collegamenti ferroviari. «Purtroppo c’è un Umbria intera – continua Chianella – che, per ragioni storiche, non dispone di collegamenti ferroviari efficienti, specie per l’Alta velocità. Tra i diversi territori, è proprio il capoluogo di regione ad essere messo peggio e per queste ragioni, a partire dall’approvazione quasi unanime in consiglio regionale del Piano regionale dei trasporti, abbiamo cercato di mettere in atto una strategia volta a superare il divario sia infrastrutturale che di servizi, in particolare quelli dell’alta velocità, che affligge storicamente l’intera Umbria».

Terni «Come è noto – spiega Chianella in una nota della Regione – i collegamenti ferroviari che consentono agli umbri l’accesso ai servizi ferroviari dell’Alta velocità gravitano intorno ai due nodi ferroviari di Roma e di Firenze. La zona Nord dell’Umbria ha come unica possibilità di accesso all’alta velocità, il nodo ferroviario di Firenze, mentre la zona Sud della Regione gravita sul nodo di Roma. Da Terni si può usufruire nella medesima fascia oraria di altri 6 collegamenti per Milano con treni Frecciarossa in partenza da Roma. Per i collegamenti AV per Roma e direzione sud il confronto tra zona nord e zona sud è con tutta evidenza a netto svantaggio della prima anche in considerazione del fatto che, grazie alle scelte operate da questo assessorato, si è riusciti a mantenere l’accesso alla Direttissima anche per i treni in fascia pendolari in partenza da Terni».

Agganciare la ripresa è invece il concetto cardine del vicepresidente e assessore allo Sviluppo economico Fabio Paparelli che ha sottolineato come il 2017 mostri «indicatori importanti che rilevano come l’Umbria sia nel gruppo delle regioni che in ripresa, quali l’export che in Umbria è cresciuto del doppio rispetto alla media nazionale, il 6,4 rispetto al 3,3% nazionale» e ha ricordato alcuni dei risultati della programmazione regionale in materia di internazionalizzazione e ricerca e sviluppo, oltre alla significativa ripresa del turismo nei mesi di settembre/ottobre. «Una situazione che va consolidata ed è la sfida che ci poniamo per il 2018, chiedendo alle parti sociali di dare il proprio contributo».

Sanità Piano di prevenzione, piano sociale e un piano sanitario in via di definizione. «Tenendo conto dell’invecchiamento della popolazione umbra, – ha spiegato l’assessore alla sanità Luca Barberini – abbiamo riorganizzato i modelli assistenziali enfatizzando i due pilastri della prevenzione e del territorio. A inizio 2018 prenderà avvio il progetto delle aggregazioni funzionali territoriali, per garantire la continuità del servizio sanitario senza ricorrere al presidio ospedaliero». Per quanto riguarda il welfare, il 2017 secondo la giunta è stato un anno straordinario in cui è stata data risposta a temi fondamentali come il ‘dopo di noi’, l’autosufficienza, la povertà integrando leggi nazionali, risorse comunitarie e regionali.

Cultura e rifiuti Bene anche la capacita di spesa delle risorse dello sviluppo rurale, che vedono l’Umbria seconda in Italia con un target di spesa che, per il 2018, è stato già superato anche grazie alla buona tenuta e agli investimenti delle imprese agricole. Quanto alla cultura, l’assessore Cecchini ha sottolineato l’importanza dei 12 milioni di euro per l’attuazione di progetti che riguardano attrattori culturali, a vantaggio della complessiva economia della regione e gli oltre 800mila euro stanziati dal ministero dei Beni culturali destinati alle zone terremotate. In materia ambientale, invece, anche l’assessore ha ricordato le grandi criticità in Umbria, nonostante, a suo dire, «abbiamo dimostrato di essere in grado di dare soluzione ai problemi e, se ogni soggetto farà la sua parte come ha fatto la Regione, possiamo guardare con fiducia al futuro».

Digitale Banda ultralarga e nuovi investimenti per altri 80 milioni sono l’obiettivo dell’assessore alle Riforme e agenda digitale Bartolini che, come ha riferito, nel 2018 si occuperà anche di portare a compimento la rivoluzione digitale a Monteluce e a Terni. «Sarà un’Umbria 4.0» ha detto ricordando anche gli interventi per l’edilizia scolastica per oltre 60 milioni, in aggiunta a quelli per le scuole danneggiate dal sisma. Per il diritto allo studio universitario nel 2017 sono state finanziate 4410 borse di studio per 22 milioni di euro e l’Umbria risulta tra le regioni con la più alta percentuale di bambini iscritti agli asili nido, il 37 per cento, superando di gran lunga l’obiettivo posto dall’Unione europea per il 2020, «ma il nostro obiettivo è arrivare al 50 per cento». Positivi i risultati dell’Umbria nelle attività di formazione rivolte ai Neet, i giovani che non sono impegnati nello studio né in ricerca di lavoro né nella formazione: «alla fine dei corsi, il tasso di occupazione è del 50 per cento».

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