Sisma, Parco Sibillini: «Tante criticità»

Il presidente dell’ente, Oliviero Olivieri, in commissione ambiente alla Camera: «Diverse azioni da fare. Il ruolo del parco deve essere strategico nella ricostruzione»

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Sede istituzionale di Visso inagibile, rete di sentieri-percorsi interessata da crolli e frane con compromissione dell’utilizzo, gran parte dei rifugi non utilizzabili e gravi danni per il patrimonio dei musei, dei centri visita, delle aree faunistiche e dei centri di educazione ambientale. Questo, in sintesi, il risultato dell’audizione del presidente del ‘Parco dei Monti Sibillini’, Oliviero Olivieri, ascoltato martedì nella commissione ambiente della Camera presieduta dall’onorevole Ermete Realacci. Focus sulla situazione post scia sismica.

Le uniche strutture di accoglienza – è stato specificato durante l’audizione – fruibili risultano essere i rifugi di Tribbio di Fiastra e di Garulla di Amandola, il museo della Sibilla e il Cea Sibilla di Montemonaco: «Tutto il resto è danneggiato, comprese – ha spiegato Olivieri – le aree faunistiche di Castelsantangelo sul Nera e Bolognola. Tornando ai sentieri e alla loro fruibilità, si riscontrano criticità in diversi percorsi di media e alta quota potenzialmente interessati da eventi franosi, mentre per i percorsi bike e alcuni itinerari trekking che attraversano centri abitati danneggiati dal sisma, e quindi inseriti in ‘zona rossa’, occorre valutare possibili alternative o disincentivarne temporaneamente l’utilizzo». In definitiva, è stato sottolineato, «se a questa situazione si somma il dato per cui la maggior parte delle strutture ricettive dell’area risulta inagibile, quello che rappresentava un potenziale decisamente forte di sviluppo per il territorio dei Sibillini, ossia il turismo, rischia di contrarsi in maniera drastica e fatale».

Le azioni Olivieri in tal senso ha presentato una serie di azioni da fare per correre ai ripari: «Il ripristino degli uffici della sede del parco – attualmente dislocata tra Visso, Foligno e Tolentino -, il potenziamento dell’organico ritenuto improcrastinabile, la redazione di un piano di sviluppo per una ripresa socio-economica sostenibile del territorio, una ricognizione idrogeologica per individuare le aree a rischio e per la relativa messa in sicurezza (anche ai fini della fruizione escursionistica) e la valorizzazione delle strutture ricettive agibili e delle aree naturali che possono essere fruite in sicurezza». Per quanto – è stato messo in evidenza – concerne il Grande Anello dei Sibillini, prodotto turistico apprezzato a livello internazionale, si intendono realizzare delle strutture provvisorie in prossimità dei rifugi inagibili.

Ricostruzione e armonia «Il ruolo del parco – ha aggiunto Olivieri – nella ricostruzione deve essere strategico. Occorre affiancare alla gestione dell’emergenza e alla ricostruzione, una visione per il futuro del territorio fondata su progetti creativi e di sostegno alle imprese, sia innovative che tradizionali e del turismo sostenibile. La ricostruzione dovrà avvenire in armonia con le finalità dell’area protetta, nella consapevolezza che la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale e naturale costituiscono la base irrinunciabile per una ripresa economica e sociale reale e duratura. In questo processo uno degli strumenti chiave sarà la carta europea per il turismo sostenibile che vede nel Parco il coordinatore e referente». Secondo l’ente infine «la prima impressione del presidente è che la commissione, già dimostratasi sensibile alle problematiche del parco, abbia accolto favorevolmente le istanze presentate che speriamo trovino al più presto concreta attuazione».

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