Oltre 60 speleologi, in rappresentanza della Società speleologica italiana e del Cai, provenienti da Perugia, Narni, Gubbio, Cesi, Terni, Stroncone, Todi, Città di Castello, Foligno, Spoleto, Orvieto, Gualdo Tadino e anche da fuori regione, domenica 12 dicembre hanno partecipato al secondo convegno di speleologia umbra nell’abbazia di San Casciano a Narni.
Verso le 1.000 grotte
«L’attività speleologica negli ultimi due anni – spiega Luca Bussolati, presidente della Fugs, la federazione regionale che raccoglie 12 gruppi speleologici e circa 400 speleologi – ha subito un calo generale a causa dei noti problemi legati al Covid: sospesi i corsi, chiuse molte sedi delle associazioni e ferme molte attività istituzionali. Nonostante tutto, i gruppi speleologici umbri hanno portato avanti gli studi riguardanti la geologia, la paleontologia, l’archeologia, e stanno lavorando ad un progetto di catasto condiviso, sviluppato on line, che prevede la catalogazione delle numerose grotte che si aprono sul territorio regionale. Il catasto speleologico dell’Umbria conta attualmente 960 grotte e con le ultime esplorazioni conta di raggiungere le 1.000 grotte conosciute entro la fine del 2022. Sono molto soddisfatto della presenza e dell’interesse dimostrato durante questo incontro».