Stop al lavoro sotto il sole dalle 12.30 alle 16, nelle giornate più a rischio fino al 31 agosto prossimo, per agricoltura, settore florovivaistico e cantieri edili: è quanto prevede l’ordinanza firmata venerdì dalla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, per tutelare i lavoratori costretti a un’attività prolungata all’aperto in queste caldissime giornate estive. Una decisione analoga è stata già presa dalle Regioni Puglia, Lazio, Toscana, Molise, Sicilia ed Emilia Romagna. Il provvedimento firmato dalla governatrice Tesei specifica che il divieto è limitato ai soli giorni in cui la mappa del rischio indicata sul sito riferita a ‘lavoratori esposti al sole’ con ‘attività fisica intensa’ ore 12, segnali un livello di rischio ‘alto’. Restano salvi eventuali provvedimenti dei sindaci limitati all’ambito territoriale di riferimento. Chi non rispetta l’ordinanza rischia una denuncia penale. Il provvedimento è stato trasmesso ai prefetti di Perugia e Terni, ai presidenti delle due Province, al presidente di Anci Umbria, ai sindaci, alle Asl, ai rappresentanti delle organizzazioni sindacali e dei datori di lavoro e alle associazioni nazionali di categoria.
Così Cgil, Cisl e Uil Umbria in una nota: «Avevamo da tempo sollecitato la Regione a licenziare il provvedimento in considerazione della forte preoccupazione relativa all’aumento delle temperature. Aumento che potrebbe mettere a rischio la salute dei lavoratori impegnati in attività lavorative all’aperto e quindi esposti al sole nelle ore più torride. Lo scorso 23 luglio 2024 ci siamo recati presso l’assessorato regionale alla sanità per affrontare la questione ed è di queste ore la risposta. Avevamo chiesto di adottare un provvedimento urgente tramite un’ordinanza che vietasse il lavoro durante le ore più calde per tutte quelle attività lavorative svolte all’esterno e che si basino su un particolare sforzo fisico. Quindi prima di tutto il settore edile e quello dell’agricoltura, ed il florovivaistico. Avremmo preferito essere ascoltati prima – osservano i sindacati confederali umbri – tenendo conto anche di altri aspetti contenuti nella nostra piattaforma come: maggiori controlli, la garanzia della sospensione con 33 gradi percepiti, compresi i luoghi di lavoro al chiuso, ed una più ampia campagna d’informazione delle misure stabilite. Questi aspetti per essere affrontati necessitavano di maggiore tempo e di capacità programmatoria». Nell’ordinanza si fa espresso divieto di lavorare in condizioni di esposizione prolungata al sole e con attività fisica intensa, nei giorni in cui la mappa del rischio è più alta. «Un atto – riconoscono Cgil, Cisl e Uil – che va a rafforzare l’attenzione sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro. Questo perché la legislazione vigente già vieta l’attività lavorativa con temperature superiori a 35 gradi. L’ordinanza segue le ‘Indicazioni per la prevenzione e protezione dai rischi correlati con le condizioni climatiche di caldo estremo negli ambienti di lavoro’. Siccome c’è il rischio che l’emergenza caldo diventi normalità, continueremo a richiedere da una parte la discussione sulla nostra piattaforma, che rimane per gran parte inevasa, dall’altra l’attivazione immediata di un tavolo di monitoraggio che affronti tale problematica. Riteniamo che sia importante affrontare l’emergenza caldo e la sicurezza nei luoghi di lavoro, rilanciando la nostra piattaforma nei luoghi di lavoro per contrattare condizioni di salute e sicurezza, come siamo riusciti a fare attuando la procedura attivata nel periodo Covid costituendo comitati aziendali che coinvolgano i rappresentanti sindacali e quelli alla sicurezza e per promuovere azioni condivise in termini di sicurezza, nuovi modelli organizzativi, orari e stabilità del lavoro. Persone, salute sicurezza ambiente e qualità del lavoro – concludono Cgil, Cisl e Uil – rimangono le priorità del sindacato».