Centrale a biometano Vascigliano: scatta la Vas. I dettagli del maxi impianto Enersi

Stroncone – Regione avvia iter dopo la delibera di giunta del Comune firmata ad aprile: restano le diversità di vedute sul piano attuativo. L’area coinvolta è da oltre 55.000 mq

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di S.F.

Si parte da due concetti noti e chiari. Il Comune di Stroncone – alla pari dei cittadini, numerose le polemiche – non è favorevole all’operazione, sponda Enersi Technology società agricola srl invece si spinge per dare concretezza al progetto. Ora si fa sul serio: la Regione Umbria ha avviato giovedì la Valutazione ambientale strategica sulla proposta di piano attuativo di iniziativa privata per la realizzazione di un impianto per la produzione e la vendita di biometano avanzato in forma gassosa o liquida con capacità produttiva di 500 standard metro cubo per ora. Più le relative opere connesse. Non sono poche. L’area interessata è la zona industriale di Vascigliano.

IL RAPPORTO PRELIMINARE AMBIENTALE COMPLETO – DOCUMENTO

In rosso l’area coinvolta (Screen Maps)

Il maxi progetto e l’estensione

Via con la procedura Vas dunque, vale a dire il processo di valutazione e controllo delle scelte di programmazione/pianificazione per obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, di protezione della salute umana e dell’utilizzo di risorse naturali. Il progetto – il riferimento è la relazione preliminare ambientale firmata dall’architetto Piero Maroni per conto della Enersi Technology – prevede anche «il recupero anidride carbonica e polifenoli con valorizzazione del digestato attraverso essiccazione e pellettizzazione per la produzione di fertilizzante organico». Tutto ciò in un’area da complessivi 55.242 metri quadrati, dei quali la società in questione ne possiede 50.328 (oltre il 51% del totale, dato che consente di proporre il piano). In estrema sintesi il progetto prevede un impianto – si legge nel dettaglio – che avrà una «capacità di immettere nella rete del gas naturale o fornire direttamente impianti di distribuzione di carburanti fino a 500 Smc/h di metano di origine completamente biologica e con purezza non inferiore al 95%, ottenendo annualmente quindi oltre 4.000.000 Smc annui di biocombustibile». Lo spazio (quasi sei ettari) nelle idee del proponente sarà «sostanzialmente autonomo energeticamente attraverso la presenza di una macchina di cogenerazione alimentata dallo stesso biometano».

LA DELIBERA DELL’ESECUTIVO MALVETANI PER LA VAS

Parte dell’area (Screen Maps)

Ecco cosa ci sarà se arriva l’ok: trincee, silos e strutture

C’è un motivo per il quale il progetto deve passare attraverso la Vas. Nel terreno di Vascigliano infatti, se Enersi dovesse ottenere il via libera, si svilupperranno «trincee per sottoprodotti (sottoprodotti agricoli); silos verticali per lo stoccaggio di liquami, acque di vegetazione e siero di latte concentrato; struttura coibentata, costantemente mantenuta in depressione attiva per azione di aspiratori/soffianti utilizzati per il ricambio dell’aria interna con cicli bi/quadri orari (utilizzata per l’arrivo, lo scarico, la lavorazione e la messa in riserva di pollina da ovaiole; digestori anaerobici (in numero di tre parzialmente interrati) e vasca di premiscelazione totalmente interrata; cogeneratore di servizio alimentato a metano (per la produzione di energia elettrica ed energia termica esclusivamente al servizio dell’impianto di biometano, senza immissione in rete di distribuzione); impianto di depurazione acqua proveniente da separazione (Mbr) ed accumulo in vasca di stoccaggio per destinarne l’uso in irrigazione forestale (prato e piante forestali in mitigazione ambientale) e delle piante coltivate all’interno del opificio nonché per il condizionamento termoigrometrico nelle serre di vermicompostaggio; impianto di depurazione e raffinazione del biogas e di immissione in rete del biometano (upgrading, affinamento e compressione); impianto di strippaggio (eliminazione nh3) e ricircolo in impianto dei quantitativi utili; impianto di recupero CO2 per destinarne le quantità recuperate in uso alimentare e piattaforma di carico autocisterne per CO2; strutture di stoccaggio digestato solido e fase liquida, in adiacenza strippaggio, e impianti di pompaggio fase liquida strippata verso pre vasca di miscelazione e opere accessorie (riscaldamento della biomassa in digestione, dello strippaggio e di purificazione del biogas in upgrading in biometano); impianto di raccolta e trattamento delle acque di prima pioggia e scarico su corpo idrico superficiale individuato in un canale privato non demaniale; sistema di immissione in digestore/pre vasca di miscelazione delle acque di seconda pioggia; impianto di desolforazione e deumidificazione del biogas; impianto di abbattimento odori e purificazione degli ambienti destinata all’area di stoccaggio e lavorazione pollina e collegato alle trincee di stoccaggio sottoprodotti; impianto lavaggio e disinfestazione ruote e lavaggio mezzi trasporto matrici; struttura di amministrazione, uffici e servizi destinati ad ospitare impianti di controllo e gestione e struttura attività di essiccazione e pellettizzazione». I residenti e anche l’amministrazione – passata e attuale – hanno più volte manifestato perplessità.

AGOSTO 2020, LA SODDISFAZIONE PER LA PROCEDURA VAS

Il piano attuativo proposto

La società e l’impatto ambientale

Nella relazione c’è ampio spazio dedicato all’impatto ambientale del progetto: «Il piano attuativo in oggetto, oltre che rispettare la regolamentazione urbanistica sovraordinata e avere degli obiettivi che volgono verso un’evoluzione dell’area industriale in chiave ambientale attraverso la produzione di biogas, influenza anche i piani e programmi subordinati, attraverso – spiega Enersi Technology – la redazione delle norme necniche di attuazione che ne regolamentano l’attuazione. Il piano non pregiudica la sostenibilità ambientale, anzi, ne condivide principi e finalità ed il progetto integra diversi sistemi di produzione di beni ed energia da fonti rinnovabili finalizzati all’abbattimento delle problematiche di impatto ambientale e tendenti alla salvaguardia dell’ambiente e della sostenibilità nell’uso delle risorse naturali del territorio». Per quel che concerne gli interventi di mitigazione ambientale si parla di piantumazione di specie arboree ed arbustive (tiglio, cipresso, busso, lauroceraso, ginestra). «La progettazione e la planimetria che ne è il risultato non lasciano intravedere problematiche ambientali di alcun tipo».

CENTRALE VASCIGLIANO: «NO A PROTAGONISMI»
STRONCONE E IL BIODIGESTORE

Lo studio per l’impatto odorigeno

Lo scopo del progetto

Sono sette i punti elencati da Enersi per ‘convincere’ chi di dovere ad approvare lo sviluppo dell’impianto: «Valorizzare le biomasse presenti sul territorio (rispetto della norma così detta di ‘filiera corta’ avendo quale scopo prioritario l’approvvigionamento entro i 40 chilometri di distanza dal centro di produzione); la produzione di energia (sotto forma di biometano) di cui l’Italia è particolarmente esigente; la riduzione delle biomasse di scarto (rifiuti organici) ordinariamente destinate alle discariche o sui terreni e nei corsi d’acqua (acque di vegetazione da frantoi di produzione di olio di olive); la produzione di prodotti agricoli (fertilizzante organico in pellet, polifenoli, acque salino potassiche, idrossitirosolo), normalmente impiegati per uso ammendante sui terreni agricoli; la riduzione sostanziale del rischio biologico (produzione di aerosol) evidenziabile in impianti di trattamento dei rifiuti non caratterizzati da strutture di confinamento e sprovvisti di impianti di purificazione dell’area circostante e dell’ambiente di lavoro; abbattimento delle emissioni odorigene in atmosfera da impianti di trattamento di sottoprodotti organici e l’implementazione di formazione e didattica socio economica degli abitanti sui temi ambientali, sociali e di riutilizzo dei rifiuti prodotti giornalmente al fine di determinare la nascita di una coscienza socio ambientali che possa essere esplicabile con valori, e comportamenti, di etica ambientale. Sarà possibile istituire un piano di studi e di certificazione etica delle imprese e delle famiglie con particolare attenzione all’agricoltura e alle imprese industriali ed agro industriali». Da ricordare che il 5 aprile 2019 la Enersi inviò una missiva alla Regione per l’istanza di autorizzazione unica. Tre anni dopo si entra in una nuova fase, le consultazioni preliminari per la Vas.

LA REGIONE SCRIVE AL COMUNE: «AREA INDIVIDUATA IDONEA»
NOVEMBRE 2019, NO UNANIME DEL CONSIGLIO COMUNALE

Giuseppe Malvetani

«Non siamo favorevoli»

L’amministrazione di Stroncone è tutt’altro che entusiasta della vicenda: «Come credo sia ormai noto, non siamo favorevoli – spiega il sindaco Giuseppe Malvetani – e non potrebbe essere altrimenti. Anche a prescindere dalle rassicurazioni sull’impatto ambientale, che andrà comunque approfondito, è impossibile non tenere conto dell’impatto sul traffico veicolare e a livello odorigeno. Impatto che non riguarderà solo il Comune di Stroncone ma tutti i comuni, sia in provincia di Terni che in quella di Viterbo, che verranno interessati dal transito. A giudicare da quanto presentato sembra che il traffico dei numerosi camion carichi di sostanze putrescibili interesserà sia il narnese che il ternano, almeno nella zona di San Valentino. Ci auguriamo che questi Comuni così come tutti gli altri Enti interessati e così come la Asl Umbria 2 e l’Arpa, siano particolarmente attenti in questa fase nella richieste e nelle osservazioni da presentare. Poi, per fortuna, grazie alla procedura di Vas per la quale ci siamo battuti nel 2020 (non era scontato si andasse a Vas), nella fase successiva potranno dare il loro contributo tutti, privati cittadini, comitati, istituti universitari, ecc. ed è molto importante. Il Comune ha già individuato un consulente esperto in materia che supporterà l’ufficio tecnico in questa delicata ed importante fase. Al di là di ogni altra considerazione, resta la perplessità sui motivi che hanno portato la società proponente ad individuare un’area industriale a Vascigliano di Stroncone quando questa tipologia di impianti può essere realizzata benissimo su area agricola. Sarebbe parso più naturale, poiché da quanto – conclude – presentato si evince che la stragrande maggioranza dei sottoprodotti destinati alla centrale proverrà dal viterbese, realizzarlo direttamente in quella zona, su area agricola, molto più economica di quella industriale e con ovvie economie a livello logistico». Entro un mese quest’ultimi potranno apportare un loro contributo ai fini della redazione del rapporto ambientale definitivo. La fase preliminare terminerà entro il 1° luglio, dopodiché palazzo Donini redigerà una relazione finale da inviare alla Enersi. La parte principale della Vas scatterà dunque tra qualche mese con possibilità di coinvolgimento anche di associazioni, comitati e cittadini.

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