Su ‘Perugia 1416’ riesplode la polemica

La rievocazione è in cerca di un nuovo regista, mentre l’ex regista Dal Barna è stato silurato senza neanche un messaggio

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L.P.

Per un po’ le acque sono state calme, di rievocazione storica si è parlato poco e, a parte il premio consegnato al primo cittadino Andrea Romizi dal Lions Club di ‘Perugia 1416’ si sentiva solo un lontano ricordo.

La processione di San Costanzo

San Costanzo Cosa alquanto strana, considerati i tempi, che la macchina organizzativa non sia tornata in funzione a pieno regime. Se non che, in occasione delle celebrazioni previste per il patrono di Perugia, San Costanzo, sono riapparsi i figuranti. E con loro, anche le polemiche. A qualcuno non è andata giù che accanto alla tradizionale Luminaria che ha aperto i festeggiamenti per il patrono si sono affiancati i figuranti in costume della più dibattuta rievocazione storica umbra, quella che il prossimo 9, 10 e 11 giugno celebrerà, per la seconda volta, le gesta del capitano di ventura Braccio Fortebracci.

Lo spettacolo degli sbandieratori

Sbandieratori In piazza, sabato pomeriggio, sono di nuovo apparsi i figuranti dei Rioni cittadini, accompagnati dal gruppo Balestrieri di Assisi e dagli sbandieratori di Gubbio, muniti di bandiere così come di chiarine e tamburi a scandire i tempi della processione e della preghiera lungo tutto il percorso che porta alla basilica di San Costanzo. ‘Perugia 1416’ era rappresentata da un membro della reggenza comunale, l’alfiere del Comune con lo stendardo, da 7 trombettieri senza chiarine, da 4 mazzieri con le mazze. Ogni Rione ha inviato quindi l’alfiere con lo stendardo, il capitano, quattro nobili o borghesi. In tutto, 43 figuranti. Che cosa c’entri la rievocazione storica con le vicende del martire che fu perseguitato dall’imperatore Marco Aurelio è cosa non chiara ai più.

Il regista Ma le polemiche, sui social come in piazza, ultimamente si accompagnano ad altri interrogativi. Tra tutti chi sarà il prode nuovo regista che organizzerà la sfilata in costume il prossimo giugno? Voci di corridoio lamentano ritardi ingiustificati o qualche inceppamento nella macchina organizzativa. Quello che è certo è che il gotha della rievocazione perugina ha preso contatti, già da tempo, con numerosi altri personaggi di spicco nel mondo delle manifestazioni folcloristiche locali e nazionali, mentre il vecchio regista, sul cui incarico da 15 mila euro si è discusso non poco, è stato letteralmente ‘silurato’ senza neanche un grazie o una pacca sulle spalle.

I figuranti in costume

Dal Barna Un pasticciaccio in salsa perugina, la vicenda che ha visto protagonista, oggi più di ieri, Giuseppe Dal Barna che, ora, ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa. «Io non sono stato né riconfermato né cancellato – conferma l’ex regista – solo il silenzio più totale, la maleducazione più completa. Se volevano richiamarvi sapevano quali erano le mie condizioni: iniziare a lavorare da ottobre per poter mettere a punto la macchina organizzativa in vista di giugno. Cosa è successo non lo so, io sono fuori da tutto e non ho più sentito nessuno». L’ultimo messaggio risale allo scorso luglio, mittente l’assessore alla Cultura Teresa Severini che rassicura il regista di una telefonata non appena sarebbe rientrata dalle vacanze. «Beata lei che è ancora in vacanza» ride oggi Dal Barna.

Silurato Che cosa sia successo, dalla fine dell’edizione numero zero della rievocazione storica a oggi, non è dato sapere. Evidentemente il lavoro e la professionalità del dipendente del comune di San Sepolcro che, di manifestazioni folcloristiche ha fatto esperienza più che ventennale, non sono piaciuti. «Ma neanche un messaggio per dirmi: grazie, non ci servi più. Questa è solo maleducazione». Forse, ipotizza oggi l’ex Deus ex machina della rievocazione, l’establishment perugino non ha gradito ‘tanta professionalità’ unita a una qual certa, forse troppa, autonomia decisionale. Così, Dal Barna, non è stato neanche invitato alla conferenza stampa finale – era partito per gli Usa – e nel libro fotografico che è uscito a fine rievocazione «non sono stato menzionato neanche come ‘lavapiatti’. Sono dei maleducati, si fregiano del titolo di professori universitari piuttosto che di famiglia altolocata, ma si sono comportati da cafoni».

La rievocazione di giugno

Compenso ridotto Da sempre organizzatore di spettacoli con gli sbandieratori, Dal Barna ha iniziato nel 1967 e a partire dagli anni ’80 ha lavorato in tutto il mondo, America e Giappone compresi. «Mi era stata fatta la tara per il mio compenso – racconta – avevo chiesto più soldi, almeno 20 mila euro per fare il mio lavoro. E invece me ne sono stati dati solo 15 mila con la promessa che, poi, sarei stato scritturato anche per le successive due edizioni. Tutte le persone che ho chiamato hanno fatto un prezzo di favore proprio grazie al rapporto di amicizia che ci legava, tutti abbiamo investito su questo grosso palcoscenico proprio perché c’era la promessa di continuare in questa direzione. E ho accettato a soli 40 giorni dall’iniziativa, sono sceso a compromessi proprio perché tutti lavoravamo per questo grande sforzo comune e per la buona riuscita della rievocazione. Ci sta che uno poi decida di incaricare qualcun altro, non metto in dubbio questo, ma sono venuto via da Perugia l’ultima sera della manifestazione e poi non ho più sentito nessuno. Così non si fa».

Un momento della rievocazione a Perugia

Nuovo regista E allora mentre riesplodono nuove polemiche su accostamenti azzardati assieme a vecchi assiomi per cui la rievocazione ‘costruita ex novo’ nel 2016 possa essere l’unica risorsa culturale di una città che si era candidata a capitale europea della cultura, quello che è certo è che, anche se sottotraccia, la macchina organizzativa ha ripreso a lavorare. Sono partiti contatti e si stanno facendo colloqui per trovare il nuovo regista che porterà di nuovo alto il nome di Perugia non solo nel passaggio tra Medioevo e Rinascimento. Contatti che, secondo alcune indiscrezioni, si muovono un po’ su tutto il territorio umbro e che potrebbero portare alla ribalta altri grandi esperti di rievocazioni e parate in costume. «Il problema è che i tempi sono stretti – ammette uno dei papabili candidati che preferisce rimanere nell’anonimato – la rievocazione storica perugina è un palcoscenico importante, non si può iniziare a lavorare a ridosso della manifestazione. Ci vogliono tempi certi per organizzare uno spettacolo degno e poter rilanciare l’indotto di un’industria che in Umbria è viva e fiorente». Ci vogliono anche i soldi, però, e per mantenere un profilo ‘istituzionale’ c’è chi assicura che, nonostante forse il nome già ci sia, per dare l’incarico in maniera trasparente, l’associazione presieduta dall’assessore Severini pubblicherà un vero e proprio bando. 

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