Fondi a Perugia1416: «Poca trasparenza»

A tre mesi dal primo corteo storico il Pd attiva la commissione di controllo e garanzia e interroga la giunta sull’effettivo ritorno economico per la città

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E’ già tempo di pensare alla nuova edizione eppure le polemiche non sono mai state sopite. Per Perugia1416 l’attenzione resta alta, soprattutto in casa Pd che, a tre mesi dalla conclusione del primo palio del capoluogo umbro, torna a cercare di fare chiarezza sui fondi investiti dal comune.

Soldi investiti «Per Perugia 1416 sono state impiegate ingenti risorse economiche – scrivono in una nota congiunta la consigliera comunale Sarah Bistocchi insieme ad Alessandra Vezzosi ed ai capogruppo Mencaroni e Arcudi – tanto da monopolizzare il bilancio dell’assessorato alla cultura del Comune di Perugia, città che da sempre è vetrina per numerosi eventi internazionali, come Umbria Jazz ed il Festival Internazionale del Giornalismo, ed eventi minori che contribuiscono alla vitalità di Perugia arricchendola sia da un punto di vista culturale, sia in termini economici, sia in termini di visibilità e di turismo. Ma negli ultimi due anni questa amministrazione ha negato contributi a queste realtà per concentrare tutte le risorse economiche ed organizzative unicamente a favore dell’associazione Perugia 1416».

I numeri Tanto per snocciolare cifre – già documentate a tempo debito da umbriaOn – fino ad oggi, con apposite determine e delibere, il comune ha stanziato la cifra di 190 mila euro per il corteo storico. Una quantità spropositata di soldi se si pensa che al colosso Umbria jazz vanno appena 50 mila euro l’anno mentre al Festival internazionale di giornalismo neanche 5 mila. Eventi, questi, che vantano una lunga tradizione –quest’anno infatti Umbria Jazz ha celebrato i 40 anni, con oltre 25 mila biglietti venduti solo all’arena Santa Giuliana – e che portano a Perugia addetti ai lavori, appassionati e amatori da ogni parte del mondo.

Ritorno economico Sulla rievocazione, invece, secondo l’opposizione l’assessore Severini ha parlato di un grande ritorno economico e di immagine per la città portato dalla due giorni di Perugia 1416, ma senza mai specificarne la portata. «Quale è stato, dunque, il ritorno economico per gli alberghi, i ristoranti e le attività ricettive di Perugia e quale – chiedono ancora i consiglieri – il ritorno di immagine per la città di Perugia seguendo i parametri per comparare eventi come Umbria Jazz e il Festival internazionale del giornalismo?».

Interrogativi, questi, scritti nero su bianco in un’interrogazione inviata martedì a sindaco e giunta. Un investimento così importante dovrebbe giustificare un ritorno, per l’intera città, altrettanto consistente. «Infatti – continuano i firmatari – sono state diffuse cifre volutamente inferiori rispetto a quelle effettivamente impiegate direttamente e indirettamente per ‘Perugia 1416 – Passaggio tra Medioevo e Rinascimento’. Si arriva all’importo complessivo di 190.000 euro circa, facendone l’evento su cui il Comune di Perugia investe più risorse economiche ed organizzative».

Le delibere Solo per la costituzione dell’associazione che vede tra i soci fondatori il comune e i soggetti che hanno manifestato la volontà di aderire, seppur in modo poco trasparente, il comune ha messo a bilancio 500 euro per le spese costitutive. Poi è stata la volta dei contributi e dalle casse comunali sono usciti 100 mila euro, infine è toccato ai vestiti, i costumi, gli stendardi, con determine dirigenziali che si impegnavano a pagare prima 30 mila euro, poi 8 mila, altrettanti per le insegne e i gonfaloni, altri 5 mila euro di sartoria e 15 mila per il regista del corteo Giuseppe del Barna, dipendente pubblico del comune di San Sepolcro. «Riteniamo anche non chiare non solo le modalità con cui è stata pagata la prestazione di 15 mila euro a Giuseppe Del Barna, dipendente pubblico del Comune di San Sepolcro, per il quale dovrebbe vigere il divieto di superare i 5 mila euro annui e i 30 giorni di lavoro come prestazione occasionale, ma anche se le ingenti risorse investite nell’evento provenivano in tutto o in parte dal milione di euro e vorremmo quindi verificare la legittimità di tale investimento, trattandosi di fondi vincolati a progetti inseriti nel dossier presentato».

L’associazione «Quando si tratta di finanziamenti e di impiego di risorse pubbliche è fondamentale sia la trasparenza che la chiarezza – scrivono in una nota i consiglieri – sia per il rispetto dei dettami legislativi sia per il rispetto dovuto alla cittadinanza tutta». E’ stata così attivata la Commissione controllo e garanzia per verificare l’opportunità e la legittimità, da parte dell’assessorato alla Cultura del comune di Perugia, «di destinare cifre così alte ad un’associazione privata, presieduta dallo stesso Assessore che stanzia i suddetti fondi e il cui Vice Presidente è un Consigliere Comunale che vota gli stanziamenti messi a bilancio. Considerando, inoltre, che gli stessi fondi saranno gestiti da Assessore e Consigliere non come pubblici amministratori ma come privati cittadini, eludendo così le norme di diritto pubblico in materia di appalti, finanziamenti e bilancio».

Affidamenti diretti «Inoltre vorremmo capire – proseguono i firmatari – se ci sono i presupposti di un frazionamento artificioso delle prestazioni pagate direttamente dal Comune di Perugia per oltre 90 mila euro e divisi in più affidamenti diretti, invece che attraverso una gara pubblica, allo scopo di sottrarli alle disposizioni previste dal Codice degli Appalti, il quale ne fa esplicito divieto all’art. 31 comma 11».

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