di S.F.
Il ritorno da ex, per lui, non poteva arrivare in un momento migliore. Confronti, critiche e spaccature sponda Ternana, risultati e zona promozione a portata di tiro per la Virtus Entella che, al timone, vede quel Roberto Breda capace di chiudere l’esperienza da ‘Fera’ con la miglior media punti – 52 in 37 giornate, 1.40 – di un tecnico rossoverde dal ritorno in B. Un traguardo che valse il mutismo di via Aleardi e il conseguente passaggio ai liguri. A distanza di sei mesi il 47enne di Treviso tornerà sul terreno del ‘Liberati’ da avversario: «La Ternana non è morta, tutt’altro. E l’esperienza umbra mi ha arricchito».

La meno battuta La Virtus Entella è la formazione con meno sconfitte – 2, alla pari dell’Hellas Verona – all’attivo finora. I ‘Diavoli Neri’ sono 5° in classifica con una gara da recuperare grazie ad un avvio di stagione più che soddisfacente: «Un bel gruppo – le parole del veneto – e una bella società, i presupposti c’erano tutti. Poi logico che il campionato è da giocare, non è scontato fare bene: le sensazioni positive ci sono sempre state, sia a livello di gruppo che come organizzazione generale. Siamo solo a un terzo di campionato e c’è parecchio da pedalare, diciamo che mi piace come stiamo lavorando per identità di gruppo e approccio».

Peculiarità e buon calcio Dall’Umbria alla Liguria a causa del mancato rinnovo proposto dalla società: «L’impatto con Chiavari è stato positivo, conosco bene il posto visto che per anni ho abitato a Genova. Con Matarangolo e Ricchetti – preparatore atletico e vice, ndr – abbiamo trovato una bella società: ogni piazza ha delle peculiarità, ma ciò non vuol dire che una sia meglio dell’altra. Ad esempio, la Ternana a livello di tradizione è superiore perché ha sempre fatto categorie di rilievo, mentre qui c’è un futuro da costruire. In entrambe le circostanze si può fare buon calcio nonostante i diversi percorsi».

Persone vere La discussione si sposta poi su quelle 37 giornate trascorse tra critiche – il veneto può capire bene la situazione di Carbone, specie in relazione al doppio derby perso -, una complicata rincorsa salvezza e dei fatti ‘particolari’ che hanno accompagnato il veneto durante l’avventura rossoverde: «Qualcosa – puntualizza in merito Breda – ancora seguo del mondo Ternana e con molti ho ancora dei contatti. In generale ho un bel ricordo di tutto l’ambiente: è passato qualche mese e mi piace sottolineare il fatto di aver condiviso momenti di crescita, positivi e negativi, come ad esempio i derby. Un grande rammarico per me. Devo ringraziare l’ambiente, la squadra e la società, un’esperienza che mi ha arricchito: un percorso da persone vere, tutti con le proprie caratteristiche più o meno discutibili».

Il cammino rossoverde Esperienza positiva per Breda da ‘Fera’, pur considerando il duplice k.o. – con tanto di contestazione nel post gara di marzo – contro il Perugia di Bisoli: «A Terni mi sono trovato bene. Ho un ottimo ricordo su tutto: sbagliato fare confronti in tal senso, ho avuto modo di lavorare bene e non posso dire che potevo far di più o di meno perché non c’era qualcosa che ho invece a Chiavari. Ho trovato – aggiunge Breda – delle buone persone: la società ha delle caratteristiche, però in ogni caso è solida. Magari si può andare a discutere su certi particolari, su alcune situazioni e sul tipo di gestione, ma dal momento in cui ho detto sì sapevo ciò che mi aspettava. Mi è andata bene così, parlare di altre questioni non ha senso: direi che in definitiva, tutti insieme, abbiamo fatto un bel cammino».

La Ternana odierna Non può mancare un giudizio sui rossoverdi targati Benito Carbone: «Lo conosco perché abbiamo giocato insieme nella nazionale di serie B con Sergio Brighenti selezionatore, più di 25 anni fa. Una brava persona e un tecnico preparato, poi ogni stagione è figlia di tante variabili: per me la Ternana è tutt’altro che morta, vende cara la pelle. Magari non ha continuità di prestazione, ma è sempre pericolosa. Paragone con la squadra 2015-2016? Non è facile dirlo, ero contento – mette in risalto il veneto – della rosa che avevo, come Carbone mi sembra di capire lo sia dell’attuale. Magari nella mia c’era qualche giocatore più esperto e lui ha più giovani, tuttavia vedo una squadra di qualità e con idee. Poi negli episodi talvolta sono stati sfortunati, basta ricordare le due vittorie sfumate nei recuperi». Una Virtus Entella con i favori del pronostico: «Il calcio non si gioca con le chiacchiere. Mi aspetto una grande battaglia: di certo la Ternana ha delle difficoltà, ma anche dei buoni valori. Per quel che mi riguarda voglio allungare la serie positiva in corso».

La figura di Siviglia Da fine gennaio in avanti è stato Sebastiano Siviglia – club manager rossoverde nel girone di ritorno – a seguirlo da vicino: «Sebastiano non ricopriva un ruolo facile, lui ha sempre detto che voleva fare il tecnico. Si è calato – spiega sul collega – in una parte un po’ diversa, con umiltà e la voglia di darci una mano: magari all’inizio è stato difficoltoso perché avevamo un buon rapporto con Guglielmo Acri, poi nel tempo è stata sempre una persona leale e schietta. In un contesto nel quale tutti remavamo dalla stessa parte per mantenere la categoria, lui ci ha dato una mano: ora non ho idea di come stia lavorando da tecnico, ma la passione – conclude – e l’entusiasmo non gli mancano». Un altro ex – Litteri, Brosco, Toscano, Ceravolo e Vitale lo hanno già fatto – pronto a sgambettare Avenatti e compagni. Magari questa volta la storia sarà diversa.