Terni, accertamenti Tari e avviso ‘infedele dichiarazione’: «Ecco cosa fare»

Confronto tra le associazioni dei consumatori, Comune e Municipia: un problema che riguarda molti cittadini

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Un confronto tra Adiconsum Umbria, Adoc Terni, Federconsumatori Terni, Lega Consumatori Terni, Municipia, Confesercenti, Confartigianato e l’assessore al bilancio del Comune Orlando Masselli sul problema che nelle ultime settimane ha creato più di qualche disagio, vale a dire l’avviso di accertamento per il pagamento della Tari per il quinquennio 2015-2020. Si è svolto di recente per tentare di trovare una soluzione.

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Il problema e l’infedele dichiarazione

«L’assessore – spiegano le associazioni dei consumatori – ha illustrato la situazione finanziaria che sta attraversando il Comune, che denuncia una mancata riscossione di 17 milioni riguardante la Tari. Alcune criticità presenti nell’avviso di accertamento, come ad esempio l’inserimento dell’annualità 2015, che, come statuito dal codice civile (art. 2948) e motivato dalla suprema corte di Cassazione con l’ordinanza n° 20955 del 1° ottobre 2020 è prescritta. Ma soprattutto, le associazioni hanno rimarcato la mancata applicazione della legge 212 del 27 luglio 2000 (statuto del contribuente) ed in particolare degli art. 6 (conoscenza degli atti e semplificazione) e art. 7 (chiarezza e motivazione degli atti), contestando di fatto la definizione ‘accertamento per infedele dichiarazione’».

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«Atti dovuti»

Dalle associazioni fanno sapere che in risposta la Municipa «ha parlato degli avvisi come di ‘atti dovuti’, determinati dalle difformità dei dati esistenti tra l’anagrafe tributaria e l’anagrafe dell’agenzia del territorio dopo il passaggio dell’attribuzione della superficie abitativa da vani a metri quadri per il calcolo della Tari. Tuttavia tale passaggio poneva l’obbligo da parte del Comune di informare i cittadini del cambio del calcolo della superficie da applicare al computo della Tari. La mancanza del rispetto di questo obbligo ha posto il contribuente nella condizione di pagare nel tempo quanto richiesto nella certezza di essere nel giusto». Dunque, le associazioni «contestano la definizione stessa di ‘infedele dichiarazione’ e quindi l’applicazione delle sanzioni e gli interessi, laddove i cittadini in buona fede, hanno continuato a pagare quello che ritenevano giusto in mancanza di informazioni adeguate».

Il consiglio

Ai cittadini le associazioni dei consumatori «consigliano di recarsi presso le proprie sedi a ritirare la modulistica per la‘richiesta di esercizio dell’autotutela’ quale strumento meno oneroso per contestare ‘l’avviso di accertamento per infedele dichiarazione’ e consegnarlo poi alla società Municipia Spa, richiedendo alla società stessa di rispondere tecnicamente all’interessato rispetto alle fonti giuridiche su cui si fondano le pretese poste alla base dell’accertamento. Da parte loro, la società Municipia e l’assessore hanno confermato la possibilità di richiedere l’eventuale rateizzazione delle cifre richieste, laddove dovessero risultare legittime, previa verifica con la stessa società».

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