Terni, ‘area di crisi’: «Ora i progetti»

Il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda: «Il riconoscimento non è altro che un punto di partenza per accelerare la possibilità di utilizzare le risorse»

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di Fra.Tor.

«Il riconoscimento di ‘area di crisi complessa’ non è altro che un punto di partenza per accelerare la possibilità di utilizzare le risorse. Abbiamo avuto la possibilità di concentrare circa 250 milioni di euro sulla Legge 181 che va a finanziare questo tipo di progetti, ora l’importante è tirarli fuori concretamente». Il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda, mercoledì pomeriggio è stato ospite di una tavola rotonda, organizzata a Terni da Confindustria Umbria, per parlare di ‘Industria 4.0’ e di ‘area di crisi complessa Terni-Narni’.

LE PAROLE DEL MINISTRO CARLO CALENDA – IL VIDEO

Giammarco Urbani

Giammarco Urbani

Nuove strade di sviluppo «È un momento difficile e il nostro pensiero è rivolto a tutti coloro che nei tragici eventi sismici del 24 agosto e del 30 ottobre hanno assistito alla sciagura di vedere distrutte le proprie case, le proprie attività, interi paesi; in una parola, le proprie radici. A loro va la nostra vicinanza e solidarietà», ha introdotto i lavori Giammarco Urbani, presidente sezione Terni di Confindustria Umbria. «La presenza del ministro Carlo Calenda e della presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, testimonia l’attenzione con cui il Governo nazionale e l’istituzione regionale guardano a Terni e alla sua industria. Attenzione manifestata anche nel recente passato quando, nel pieno di una recessione senza precedenti, abbiamo cercato insieme di individuare le possibili nuove strade di sviluppo per la città».

terni-confindustria-1Il futuro economico di Terni In quella occasione Confindustria Umbria, con la sua articolazione territoriale, «ha tentato, con successo, di individuare nella crisi un’occasione per ripensare in profondità gli assi portanti su cui avrebbe dovuto poggiare il futuro economico di Terni. Ha quindi elaborato, col supporto di un autorevole partner, un vero e proprio progetto strategico, il ‘Masterplan’ per il rilancio della manifattura nell’area di Terni e Narni, partecipato dagli imprenditori, dalle associazioni sindacali e dagli altri stakeholder territoriali. Questo modo di affrontare il tema ha avuto il merito di fondare le politiche per la ripresa sulle esigenze e sui programmi reali delle imprese, sulle competenze scientifiche e tecnologiche presenti, sull’analisi autorevole degli orizzonti e delle prospettive internazionali, all’interno delle quali collocare il rilancio di Terni».

Il ‘Masterplan’ Sono stati individuate nel ‘Masterplan’ tre grandi traiettorie: la chimica verde, la riqualificazione energetica e la manifattura intelligente. «Sono settori importanti del rilancio produttivo – ha sottolineato Urbani – e li ritroviamo, unitamente ai progetti sull’ambiente e sulle infrastrutture, al centro del provvedimento per il riconoscimento dell’area di crisi complessa. Un punto fermo che dovrà servire alla ripartenza della grande industria, ma che sarà soprattutto il volano per le piccole e medie imprese esistenti e la nascita di nuove. Abbiamo perciò deciso di affrontare la questione della crisi dando priorità logica e cronologica al progetto, e facendo da essa conseguire l’individuazione delle misure e delle risorse più coerenti».

terni-confindustria-2‘Industria 4.0’ In questo contesto, si colloca «il nostro interesse strategico per ‘Industria 4.0’, che consideriamo possa essere una straordinaria opportunità per il territorio. Della quarta rivoluzione industriale Terni può essere una protagonista. Ha tutte le caratteristiche per poterla essere, considerato che ha una centenaria tradizione manifatturiera, ha una struttura industriale fondata sia sulle piccole e medie imprese che sulle grandi multinazionali, ha una congenita attitudine nei confronti dell’innovazione. La trasformazione in chiave digitale dei processi aziendali, la presenza massiccia di nuove tecnologie abilitanti, la ricomposizione della catena del valore intorno ai nuovi paradigmi organizzativi e tecnologici imposti dalla ‘fabbrica intelligente’, permetteranno a Terni di recuperare quella centralità industriale che appartiene alla sua storia e che vogliamo appartenga anche al suo futuro».

Dalla ‘crisi complessa’ allo sviluppo Per cui, ha concluso Giammarco Urbani, «accogliamo con grande apprezzamento la presenza del ministro Calenda che, con il recentissimo piano governativo per ‘Industria 4.0’, ha dettato le linee guida di una nuova politica industriale per il nostro Paese. Ne condividiamo le finalità e i contenuti, e siamo sicuri che riusciremo a fare del nostro territorio un esempio concreto di come si possa passare velocemente dalla ‘crisi complessa’ allo sviluppo, mettendo responsabilmente a sistema le politiche pubbliche, i protagonismi industriali e le risorse locali. Questa è la sfida che dobbiamo affrontare tutti insieme, e sono convinto che l’Umbria e Terni possa riscrivere una nuova storia».

ernesto-cesarettiRiprogettare in chiave digitale l’intera industria Per il presidente di Confindustria Umbria Ernesto Cesaretti, «occorre evidenziare che sarebbe limitativo immaginare ‘Industria 4.0’ come se fosse la semplice installazione di nuovi software o computer. Questa visione minimalista non ha nulla a che vedere con la realtà, e, oltre a snaturarne il senso, rischia di sminuire la portata del cambiamento epocale che sta attraversando la manifattura. La lettura banalizzante è un atteggiamento che dobbiamo contrastare soprattutto tra gli imprenditori, perché rischia di portarli fuori strada, facendo ad essi sottovalutare la trasformazione profonda che dovranno introdurre all’interno delle fabbriche». Confindustria, infatti, parla della necessità di «riprogettare in chiave digitale l’intera industria, e sostiene che la competitività delle aziende nei prossimi 5 anni dipenderà dalla capacità di mettere a regime la quarta rivoluzione industriale. Le imprese italiane, e a maggior ragione quelle umbre, devono allinearsi ai livelli di competitività e produttività europei, riprogettando le filiere in ottica di ecosistemi digitali».

terni-confindustria-4Il piano nazionale di ‘Industria 4.0’ definisce una politica industriale, di cui c’era bisogno, centrata sui fattori anziché sui settori. La politica orizzontale che fa leva sulle tecnologie abilitanti, utilizzabili nei settori più disparati, consente di privilegiare e sostenere l’oggetto dell’intervento, e non il suo soggetto». Di questo tipo di approccio «credo sia necessario tenere conto anche in Umbria quando si porrà il tema di ripensare la strategia di specializzazione intelligente, e soprattutto, di coordinare una politica regionale per ‘Industria 4.0’. Andrà, però, affrontato uno sforzo enorme per riqualificare le competenze degli operatori in ambito privato e pubblico». Si considera che siano «almeno 30 mila i dirigenti pubblici da coinvolgere in un processo formativo, e molti di più i dipendenti privati. Per questi ultimi è allo studio un piano formativo dedicato al digitale attraverso l’attività dei fondi bilaterali. Il raggiungimento degli obiettivi del ‘Piano’, e cioè la copertura di tutte le imprese entro il 2020, è condizione indispensabile per dare sostanza alla fabbrica intelligente».

Nuove tipologie di agevolazioni Quando si utilizza l’espressione ‘quarta rivoluzione industriale’, secondo Cesaretti, «non si esagera, ma si coglie nel segno la portata del cambiamento a cui stiamo andando incontro. È un cambiamento talmente intenso da non poter essere affrontato e gestito in poco tempo. Dato che il fattore umano è tanto importante quanto quello tecnologico, credo che sarebbe opportuno prevedere forme di incentivo che aiutino le aziende a sostenere questo genere di costi. Non tutto sarà possibile fare con i fondi interprofessionali, per cui non sarebbe inopportuno immaginare nuove tipologie di agevolazioni, equiparando concettualmente l’investimento in competenze a quello in macchinari». In materia formativa «un ruolo rilevante è svolto dall’Istruzione tecnica superiore. Pensiamo sia necessario stanziare più risorse per realizzare nuove iniziative formative nell’ambito delle Fondazioni Its già esistenti, che hanno conseguito i migliori risultati in termini di occupabilità degli studenti».

‘Digital innovation hub’ «Il ‘Piano’ prevede che questo punto di innovazione si istituisca presso le Confindustrie territoriali. In occasione della nostra assemblea del mese scorso abbiamo indicato l’intenzione di costituirlo, immaginando una struttura che coinvolga le imprese, le università, i centri di ricerca, in una sorta di partenariato pubblico privato. In quella sede ci siamo rivolti ai rappresentanti istituzionali per condividere questo progetto, e sostenerlo presso le sedi competenti. Mi rivolgo al ministro Calenda perché possa valutare questo nostro orientamento, che desidera replicare in Umbria quanto già si sta muovendo in altre regioni».

leopoldo-di-girolamo-copyL’impresa manifatturiera La presenza del ministro Calenda, per il sindaco di Terni, Leopoldo Di Girolamo, «mette insieme due argomenti strategici: il piano ‘Industria 4.0’ e la programmazione su ‘Area di crisi complessa Terni-Narni’ che cerca di ridisegnare il futuro del nostro territorio in termini di produzione manifatturiera avanzata. Il piano ‘Industria 4.0’ rappresenta la quarta rivoluzione industriale e come tutte le rivoluzioni mette insieme grandi aspettative e grandi timori. È necessario creare un nuovo equilibrio tra uomo, tecnologia e ambiente. Ci troviamo difronte a una sfida economica, scientifica e imprenditoriale». Per Di Girolamo «dobbiamo migliorare la produttività che è il neo della produzione industriale di questo Paese. L’industria mostra un incremento, ma quell’incremento è maggiore dove c’è stato un maggiore progresso tecnologico da parte delle imprese. Terni e Narni rappresentano un territorio ad alta intensità manifatturiera. Qui ci sono gli elementi costitutivi dell’impresa manifatturiera, ci sono le competenze, ci sono i saperi. Le istituzioni locali, con le forze economiche e sociali del territorio, possono essere protagoniste di questa nuova fase che può dare una reale speranza di futuro alle nostre comunità».

francesco-de-rebotti-copy«Velocizzare i tempi» Quella di oggi, secondo il sindaco di Narni, Francesco De Rebotti, «è una prima tappa che prevede giorni intensi di lavoro. Abbiamo bisogno di un futuro che metta al centro il tema della compatibilità tra industria e ambiente. Partendo da questa sfida, che le imprese hanno accettato, vorremo creare una nuova compatibilità. L’altro elemento su cui focalizzare le attenzioni è l’innovazione e i processi di verticalizzazione. Sviluppare sensibilità e consapevolezza anche nei giovani del territorio. L’ultimo fattore che vorrei sottolineare è il tempo: non possiamo permetterci più di fare le cose con lentezza. Abbiamo bisogno di velocizzare i tempi facendo le cose rapidamente e bene. È un processo che spero porti sviluppo e occupazione. Credo che i nostri cittadini e le nostre imprese e i lavoratori non debbano più avere la sensazione di non essere ascoltati. Dobbiamo superare un dibattito duro che spesso si limitato allo scontro e non alla ricerca di scenari possibili».

catiuscia-marini-copy«Possibilità di successo» La platea di mercoledì pomeriggio, «è una platea qualificata che ci ha visto discutere per circa un anno e mezzo su quale percorso seguire e condividere», è intervenuta la presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini. «Oggi parliamo di due temi centrali che possono dare valore aggiunto su quello che già autonomamente le imprese stanno mettendo in campo. Finalmente abbiamo a disposizione un piano e risorse finanziarie importanti. Poter contare su uno strumento di politica industriale nazionale è molto importante. Noi stiamo lavorando tecnicamente con le associazioni delle imprese per definire una sorta di ‘guide-line’ che metta insieme la strumentazione nazionale con la programmazione regionale, con l’agenda digitale e con le politiche per le imprese, per fare in modo che questo pacchetto possa essere pienamente raccolto». Per quanto riguarda l’area di crisi complessa «è frutto di un lungo percorso. Per noi sarà una opportunità, immaginiamo questo strumento agganciato agli altri strumenti di politica industriale regionale. Ora si apre la fase operativa che ci porterà alla definizione dei contenuti. Maggiore sarà la capacità di far emergere progetti, anche da parte delle imprese, maggiori saranno le possibilità di successo. Se avremo questo penso troveremo, tra quelle nazionali e quelle regionali, le risorse per dare gambe a uno strumento prezioso per la riqualificazione e lo sviluppo del territorio, delle imprese e dell’occupazione».

carlo-calenda-1-copy«Progetti concreti» Il ministro allo sviluppo economico Carlo Calenda, intervenuto in conclusione, ha sottolineato come il riconoscimento di ‘area di crisi complessa’ sia «un punto di partenza per accelerare la possibilità di utilizzare le risorse. L’importante è tirare fuori i progetti. Il tema, infatti, oggi è trovare progetti concreti che nascano dal territorio. Qui, in Umbria è stata messa in pratica una cosa nuova, che altri territori non hanno fatto, ed è il ‘Masterplan’ per l’industria di Terni e Narni che ha avuto il merito di tracciare un quadro della situazione. Le risorse quindi ci sono, ora servono i progetti». Il ministro ha poi toccato il tema di ‘Industria 4.0’ «che per il Governo è una grandissima sfida. Cambia il modo di fare la manifattura, ma non il modo di fare il prodotto. Tutto questo per le nostre aziende è una sfida gigantesca perché noi siamo leader nella manifattura, ma anche nell’automazione. Cerchiamo di mettere gli strumenti, certamente questa operazione va affrettata. Non si possono lasciare le persone indietro, non solo per una questione etica, ma perché su questa linea saltano le democrazie occidentali».

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