Terni, Ast e ambiente: «Impegno è massimo»

L’azienda illustra i contenuti dell’incontro avuto con il Comune: «Rinaturalizzazione del parco scorie, bando per il riciclo, Prisciano, studio e report sull’ambiente: noi ci siamo»

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Mentre si susseguono tavoli (quello di giovedì mattina in Regione) e convocazioni (al Mise per il 13 settembre), Ast parla di ambiente e del recente incontro avuto con il Comune di Terni, in particolare con l’assessore al ramo Benedetta Salvati ed il collega Enrico Melasecche.

La ‘rinaturalizzazione’ del parco scorie Così l’azienda di viale Brin sull’esito del faccia a faccia: «Sono stati illustrati i progetti che l’azienda sta dedicando alla salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini. Particolare attenzione è stata riservata all’avvio dei lavori per la rinaturalizzazione del parco scorie di vocabolo Valle e al bando di gara internazionale per il riciclo delle scorie. Il primo progetto – spiegano da viale Brin – è stato avviato con le opere di riqualificazione ambientale e il recupero del verde nella zona A – settore 1 del parco scorie. Si tratta della parte del sito posta a nord, dove è iniziata l’operazione di ‘capping’ che consiste nel livellare l’area, stendervi un telo che impedisce all’acqua piovana di filtrare, posare un telo aggrappante e depositare circa un metro di terreno vegetale. Un intervento che non si limiterà a quanto indicato dalla prescrizione normativa. Ast lavorerà seguendo le logiche del progetto presentato da Andreas Kipar, architetto e paesaggista di fama internazionale, che prevede un importante utilizzo di essenze arboree ed arbustive e le relative modalità di irrigazione».

Alberi in 30 anni «L’azione – prosegue la nota – si inserisce in un più ampio progetto di valorizzazione del sito, poiché l’area fa parte di un luogo di interesse strategico ambientale, a pochi passi dalla città e dalle cascate delle Marmore, candidate a divenire un sito Unesco. La sfida lanciata dall’azienda è quella di restituire la collina alla collettività, trasformando il parco scorie in una zona verde a disposizione dei cittadini che riqualifichi il panorama della città e della ‘conca ternana’. Il lavoro di riqualificazione e rinaturalizzazione comporta un lungo iter di lavorazione: si prevede che le piante e gli alberi completeranno il loro processo naturale di ricomposizione dell’ambiente in circa trent’anni, ma già allo scadere del primo anno la zona tornerà a ricomporre il tessuto verde dell’area circostante la cascata delle Marmore».

«Macerie refrattarie, molte meno scorie» «Per non gravare ulteriormente sul parco scorie – spiegano da viale Brin – Ast ha dato vita a un progetto volto all’utilizzazione delle macerie refrattarie, provenienti dalla demolizione periodica dei rivestimenti che si applicano nei contenitori destinati alla fabbricazione dell’acciaio nella sua forma liquida, a parziale sostituzione della calce normalmente utilizzata nel processo produttivo. Un’innovazione che ha prodotto importanti benefici ambientali: una significativa riduzione dei conferimenti presso il parco scorie, una diminuzione dei consumi di calce nel processo produttivo, un conseguente risparmio di risorsa non rinnovabile (cave) e un recupero della parte metallica da reintrodurre nel ciclo produttivo come materia prima con il rottame metallico».

Lo studio «Per ridurre ulteriormente l’impatto delle proprie lavorazioni sulla qualità dell’aria, Ast è in procinto di avviare un progetto triennale che ha l’obiettivo di individuare il contributo emissivo rispetto alle altre fonti inquinanti cittadine (traffico, riscaldamento, altro). Lo studio partirà dai dati raccolti e dagli studi effettuati dall’Arpa nel corso di questi ultimi anni e svilupperà ulteriori attività di monitoraggio e ricerca, grazie alla collaborazione di esperti universitari internazionali. Il progetto si prefissa inoltre di determinare il contributo delle diverse fonti emissive di Ast, differenziando in particolare le emissioni convogliate (camini) dalle emissioni diffuse (ad esempio ciclo di lavorazione delle scorie, risollevamento da traffico interno). L’obiettivo è definire un modello di simulazione dello schema emissivo e individuare soluzioni impiantistiche o gestionali  idonee a ridurre l’impatto ambientale del sito siderurgico».

Il bando per il riciclo delle scorie «Un ulteriore impegno dell’azienda è rappresentato dal bando di gara internazionale per il riciclo delle scorie, ispirato alle più avanzate politiche di economia circolare. Una scelta che farà di Terni un polo d’eccellenza europeo nello smaltimento delle scorie: un sito manifatturiero che si candida a raggiungere nel corso dei prossimi anni l’obiettivo dei ‘rifiuti zero’».

Nodo-Prisciano, la richiesta «Per quanto riguarda il problema della ricaduta delle polveri nel quartiere Prisciano – spiega l’azienda – le attività effettuate nel corso degli ultimi anni dal punto di vista impiantistico e gestionale hanno determinato una riduzione quantitativa del fenomeno, senza ottenere però una soluzione definitiva e soddisfacente. Per questo Ast ha chiesto alle società partecipanti alla gara internazionale per il recupero delle scorie di non limitarsi all’attività di recupero attraverso la produzione di aggregati commerciabili, ma di formulare proposte che intervengano su tutte le fasi del processo delle scorie (‘slag enineering’), con l’obiettivo di ridurre drasticamente la produzione e la diffusione delle polveri, modificando la logistica o le modalità di raffreddamento delle scorie».

Il ‘report di sostenibilità’ «La responsabilità di Ast nei confronti delle tematiche ambientali proseguirà con la pubblicazione del primo ‘report di sostenibilità’ entro la fine dell’anno. Uno strumento destinato a rappresentare uno spartiacque nel rapporto tra fabbrica e territorio, un importante benchmark  nel campo siderurgico italiano: il primo report di sostenibilità per un’azienda del settore».

Viabilità «Durante l’incontro – conclude Ast – è stato affrontato anche il tema dei trasporti, con l’intervento dell’assessore Enrico Melasecche. Gli assessori  hanno evidenziato la necessità di individuare un itinerario alternativo per i tir/trasporti eccezionali in entrata e in uscita da Ast e diretti nei siti di Maratta: Tubificio e Centro di finitura».

Andrea Liberati

Sferzante l’analisi della nota Ast da parte del capogruppo del M5s in consiglio regionale, Andrea Liberati: «Grazie a una Regione Umbria che, comodamente, non aggiorna l’Aia né fa rispettare le poche prescrizioni della vecchia autorizzazione ancora vigente, la Thyssen può prenderci anche oggi bellamente in giro, raccontando di presunti recuperi del verde nel proprio ‘parco scorie’, storielle la cui controprova è a portata di tutti su Google Maps, tanto per provare a capire di cosa stiamo parlando. Una multinazionale che, udite udite, intende soprattutto farci un bel regalo: sono talmente generosi che vogliono restituirci le loro metalliche deiezioni, dando ‘la collina alla collettività’ di Terni, senza ricordare che la collina cui si riferiscono (località Pentima – Valle) è quasi totalmente artificiale e non certo naturale, una collina di veleni, alta quasi 100 metri, veleni che regolarmente finiscono nelle falde acquifere come già ampiamente accertato. Ebbene, i tedeschi e l’allegra combriccola italica sono così munifici da offrircela a costo zero, con due alberi spelacchiati sopra e la bomba chimica sotto. Semplicemente inopportuno è poi il fatto che Ast voglia ‘studiare’ il proprio contributo emissivo rispetto ad altre fonti inquinanti, magari coinvolgendo università, aziende ospedaliere, istituti di ricerca, ergo eventualmente e legittimamente pagandoli, così come fatto finora su altri fronti, in un conflitto di interessi che solo gli orbi non vedono. Ma Arpa, Iss, Ispra a cosa servono allora? Ecco perché adesso si dovrebbe invece passare alla fase due, cioè la valutazione del conseguente danno economico-sociale fin qui prodotto, perché di analisi ambientali ce ne sono tante, incluse quelle rimaste nei cassetti per decenni, scampando più d’uno dalle patrie galere ma non certo salvando lavoratori e residenti prematuramente ammalati. Una multinazionale che dunque prosegue nel dileggio di una città da terzo mondo, come sta divenendo Terni, comunità che però non può accettare – ancora e per l’ennesima volta – altre inutili rassicurazioni sul ‘bando per il riciclo delle scorie’, prossimamente in onda su Chi l’ha visto?, nonché il 247° impegno verbale sul ‘problema di Prisciano’ – notoriamente ben più esteso, perché riguarda anche tutto il centro storico. Infine, ciliegina sulla torta, il nulla assoluto della Thyssen sulla viabilità, con centinaia di camion a gasare quotidianamente ancor di più i ternani, quando basterebbe concludere la famigerata piastra logistica Terni-Narni e, di lì, utilizzare i binari dedicati. È forse troppo costoso per voi, Thyssen & C., andare totalmente sul ferro, evitando alla città ulteriore mega-inquinamento da Tir? Assieme a certuni politici e sindacalisti – conclude Liberati – potete interessarvi alla nostra qualità della vita, con qualche iniziativa concreta sulle mille soltanto annunciate, o siete troppo affannati, ad esempio, a comprare acciaio dalla Cina o a pensare ai prossimi tagli, affinché i conti vi quadrino ancor meglio per poi vendere alla grande?».

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