Terni, bando case popolari: ancora bagarre e accuse

Prosegue lo scontro tra Comune e Regione dopo la protesta dei cittadini esclusi

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Bando per le case popolari a Terni, la bagarre non si ferma. Tutt’altro. La protesta dei cittadini esclusi per via di precedenti penali ha lasciato strascichi e non c’è aria di accordo sul tema: Comune e Regione continuano a rimpallarsi le responsabilità e nel contempo c’è chi è in attesa di una soluzione.

6 NOVEMBRE, IL PRESIDIO DI FRONTE AL COMUNE. SI ESPONE BANDECCHI

Giovanni Maggi

«Il bando è corretto. Istruttoria tecnica»

In giornata il primo ad esporsi è stato l’assessore comunale Giovanni Maggi: «In relazione al bando per l’emergenza abitativa recentemente pubblicato dal Comune di Terni è opportuno precisare che l’istruttoria delle domande pervenute e la valutazione delle domande stesse non competono alla parte politica ma alla struttura amministrativa dell’Ente ed alla commissione appositamente nominata in base al vigente regolamento in materia. Alla giunta compete la verifica dell’attività posta in essere da detti soggetti e provvedere, come è stato immediatamente fatto, ben prima delle esternazioni dell’assessore Melasecche, alla soluzione di problematiche sorte per interpretazioni degli uffici ritenute erronee, come dimostra la nuova convocazione delle commissione spedita l’8 novembre. Il bando di gara pubblicato è corretto e le esclusioni iniziali effettuate dagli uffici sono dovute soltanto ad una interpretazione errata della normativa regionale vigente, infatti è stato possibile riprocedere alla valutazione senza dover modificare o emendare il bando pubblicato. Quindi nessun errore da parte della giunta comunale che anzi si è adoperata immediatamente per sanare le problematiche evidenziate . Appaiono invece inaccettabili le esternazioni dell’assessore Melasecche che si pone come paladino dei soggetti deboli mistificando la realtà e dando numeri inesistenti, le iniziali esclusioni, poi sanate, a causa di reati penali riguardavano meno di 10 soggetti a fronte dei 50 sbandierati a caso dall’assessore regionale. Occorre evidenziare che la giunta comunale uscente di destra centro non ha mai voluto affrontare il problema della emergenza abitativa che invece è stato immediatamente affrontato proprio dalla giunta Bandecchi con emanazione del bando a soli due mesi dall’insediamento. L’assessore Melasecche dimentica inoltre che le problematiche abitative si sono esasperate in quanto lui e la maggioranza di destra centro di cui fa parte sono i responsabili del ritardo di oltre un anno, la precedente graduatoria è scaduta il 31 dicembre 2022, con cui si è provveduto all’emanazione del bando tipo a cui debbono attenersi le amministrazioni comunali per la pubblicazione del proprio bando per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica. Infine l’assessore Melasecche dimentica che la normativa relativa all’impossibilità di assegnare alloggi ai soggetti che hanno subito condanne penali che comporteranno l’esclusione di tantissimi cittadini dall’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica di cui al bando in scadenza il 29 dicembre è stata fortemente – chiude Maggi – voluta della maggioranza di destra centro in Regione di cui l’assessore fa parte, che non ha inteso modificarla nonostante le richieste pervenute da questa giunta comunale e da tutti i soggetti sociali ivi comprese le organizzazioni sindacali di categoria».

«NIENTE CASA PER CHI HA PRECEDENTI PENALI»

Enrico Melasecche

Melasecche: «Ha sbagliato ripetutamente»

L’assessore regionale alle politiche della casa, Enrico Melasecche, non ha tardato nel replicare: «Quanto accaduto a Terni da cinque mesi a questa parte nei rapporti con la Regione riguardo all’edilizia residenziale sociale gestita dall’Ater obbliga a riflettere. L’assessore Maggi non riesce a distinguere la polemica politica dal mio dovere istituzionale to di rispondere ad una interrogazione del consigliere regionale Thomas De Luca. Non ho fatto ‘esternazioni’ ma ho letto la risposta predisposta dagli uffici dopo una istruttoria congiunta con l’ufficio legislativo del consiglio regionale. Non ho quindi espresso una opinione personale, pur condividendo il contenuto di quel documento, ma un parere legale che mi è stato fornito e che ho consegnato all’interrogante. Distinguere i rapporti istituzionali dai confronti politici costituisce l’abc di un pubblico amministratore. La nuova giunta comunale di Terni insediata a maggio aveva fra i primi problemi da affrontare proprio alcuni casi di emergenza abitativa, che però ha rinviato di mese in mese nel presupposto di farli rientrare nel bando ordinario in corso di predisposizione e solo dopo essere stata obbligata dalle critiche – sottolinea – si è decisa a predisporre un bando apposito. La legge – ricorda l’assessore – consente ai Comuni, in questi casi di emergenza, di derogare dai vincoli normativi delle assegnazioni ordinarie ma l’assessore Maggi ha deciso invece di non utilizzare il potere che la legge gli conferisce escludendo quindi dall’assegnazione una famiglia di cinque persone, moglie, marito e tre figli, con due invalidità ma con un pregresso di una condanna penale di molti anni prima già scontata. Scelta politica della giunta, consentita ma inopportuna, tant’è che da settimane ormai il problema è emerso sui giornali e lo stesso Maggi ha deciso di correre ai ripari per rimediare all’errore attribuendone la responsabilità ai suoi uffici, caduta di stile, soprattutto per un ex dipendente della Provincia. Quanto ai presunti ritardi di un anno della Regione nella predisposizione del bando ordinario, rispetto al quale in modo sconveniente Maggi continua a ripetere accuse inappropriate – prosegue l’assessore Melasecche – ricordo che ho volutamente portato in consiglio regionale un emendamento ad hoc alla legge proprio per rimanere entro il 30 settembre, termine puntualmente rispettato. Chiunque si rende conto della eccezionalità del fatto che il consiglio regionale abbia ritenuto di rivedere, nella propria autonomia legislativa, la legge 23/2003 che regola la materia e che quindi non era possibile iniziare da parte dell’assessorato le operazioni relative al bando prima della definizione del testo normativo. Ignorare questo aspetto essenziale – rimarca – denota ignoranza e volontà di strumentalizzare anche una materia che, per la sua delicatezza, esige viceversa molta serietà e ponderazione. Il simpatico assessore di Terni mi accusa inoltre di aver parlato di 50 casi di esclusione per il vincolo penale, senza rendersi conto che si tratta di un riferimento numerico riportato da un giornale locale, non potendo il sottoscritto conoscere dati riservati del Comune. Rischiare gaffe è facile, ma spiacevole. Quanto alla norma introdotta dalla attuale maggioranza del consiglio regionale che privilegia nelle nuove assegnazioni le famiglie che non abbiano avuto condanne penali o che comunque se comminate, una volta scontate abbiano ottenuto la riabilitazione, vanno fatte alcune precisazioni. Innanzitutto è anche qui errata la interpretazione del Comune di Terni che in modo allarmistico ha dichiarato che intende procedere con lo sfratto delle famiglie che già risultato assegnatarie di alloggi in caso di precedenti condanne penali. La validità della legge infatti è, come noto, successiva alla sua emanazione e non retroattiva. Per quanto riguarda le future assegnazioni, se la legge intende venire incontro alle famiglie che non hanno avuto condanne è una scelta politica fatta dal consiglio regionale. In conclusione invito l’assessore Maggi alla massima serenità perché la sindrome dell’accerchiamento costituisce in politica una sorta di patologia, che porta ad esacerbare i rapporti istituzionali con decisioni del tipo di quella che ha portato a strafare nel comminare da parte del Comune multe salate ai poveretti assegnatari degli alloggi Ater nella convinzione di farle pagare all’Ater, ente proprietario ma obbligato alla sola straordinaria amministrazione, mentre il taglio dell’erba delle aree verdi costituisce ordinaria manutenzione».

Centrosinistra in tackle sul Comune

Sul tema intervengono ancora gli esponenti di M5S, PD e Innovare per Terni: «L’approccio approssimativo della giunta Bandecchi al bando sull’emergenza abitativa è motivo di profonda preoccupazione. Ancora più inaccettabili sono i tentativi dell’assessore Maggi di scaricare la colpa sugli uffici. Non sorprende, considerando che questa amministrazione è stata abile nello sbandierare le proprie azioni filantropiche verso i singoli soggetti, ma nei fatti mostra una completa incapacità nell’elaborare politiche in grado di supportare chi vive in condizioni di difficoltà estrema. Il bando emanato dal Comune di Terni è chiaramente carente ed è stato formulato in modo che poteva trarre in errore, considerato che richiedeva ai potenziali partecipanti di essere in linea con i requisiti dell’art. 29 già alla data di pubblicazione dell’avviso, ignorando le condizioni di estremo disagio abitativo cui è rivolto. Tale mancanza di considerazione non solo trascura le disposizioni normative vigenti, ma annulla anche la possibilità di deroga ai requisiti richiesti per le assegnazioni ordinarie, come stabilito dall’art. 34 della legge regionale.  Le regole sostenute dal centrodestra rischiano di creare problemi a chi ha pagato i suoi debiti con la giustizia e ora ha diritto a ritirarsi su. Ma il Comune avrebbe potuto inserire criteri più ampi e inclusivi anche per altre categorie di disagio perché è la stessa legge regionale a permetterlo, invece si mostra totalmente indifferente verso la gente che sta male.  In conclusione, esprimiamo la nostra delusione nei confronti dell’amministrazione comunale di Terni che ha scelto di non riconoscere l’errore – chiudono e di non assumersi le proprie responsabilità, preferendo scaricare la colpa sugli uffici. Situazioni di questo genere sono indicative di un’inefficienza amministrativa che non può essere tollerata. Chiediamo che vengano immediatamente adottati i correttivi necessari per garantire una corretta applicazione della normativa vigente e per assicurare che le assegnazioni per emergenza abitativa siano effettuate nel rispetto delle disposizioni regionali».

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