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Home » Terni Biomassa, presidio bagnato

Terni Biomassa, presidio bagnato

di Francesca Torricelli
5 Febbraio 2017
in Altre notizie, Ambiente e salute, Attualità, Economia, Politica
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
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La pioggia non ha fermato il comitato ‘No inceneritori’ di Terni che, come annunciato, sabato pomeriggio ha organizzato un presidio a piazza Europa. Un «presidio di protesta e sensibilizzazione contro la concessione dell’autorizzazione al riavvio dell’inceneritore di Terni Biomassa». 

Asl 2 Dopo il sit-in sotto la sede ternana dell’Asl durante il quale Fabio Neri, portavoce del comitato aveva dichiarato: «Siamo pronti a denunciare l’Asl alla Procura della Repubblica» per la riapertura dell’inceneritore Terni Biomassa, sabato ha ricordato che «l’8, cioè mercoledì prossimo, ci sarà l’ultima definitiva conferenza dei servizi che dovrà decidere se dare o meno l’autorizzazione integrata ambientale all’impianto». Grazie ai vari presidi e alla battaglia di molti, ha spiegato che un risultato, intanto, si è ottenuto: «Per la prima volta l’Asl ha prodotto un parere. I contenuti non ci esaltano, ma ne sono emersi due dati fondamentali. Innanzi tutto nessun impianto aveva mai visto un parere dell’Asl, ma da questo momento per funzionare dovrà averlo; non si può tornare indietro. Il secondo dato importante incide per le prima volta sul vero problema. Infatti, il singolo impianto verrà valutato in base al contesto in cui si trova. Sappiamo quante emissioni producano già le Acciaierie e questo, sommato al traffico e agli impianti di riscaldamento di inverno, provocano una situazione assurda. Oltre a tutto ciò ci sono 3 inceneritori a Terni, che anche se producessero emissioni consentite dalla normativa, sommate a tutto il resto portano a una situazione insostenibile».

Il sindaco Terni biomassa però potrebbe essere autorizzato. «Dobbiamo però ricordarci – continua Neri – che l’impianto è stato chiuso a maggio scorso, con un’ordinanza del sindaco, perché l’Arpa e il Noe, l’hanno ‘beccato’ con tantissime e gravissime infrazioni, tanto che otto persone sono indagate. È assurdo che anche di fronte alla dimostrazione che gli inceneritori possono essere gestiti in questo modo, vengano autorizzati. L’altro vero pericolo, infatti è questo, che la proprietà faccia quello che voglia, se non ci sono controlli adeguati. A questo punto dopo il parere dell’Asl la palla passa al sindaco, la massima autorità sanitaria della città, che deve dare parere negativo o positivo. Ovviamente quello che noi ci aspettiamo è di tipo negativo, perché altre soluzioni sarebbero un tradimento».

LA PAROLE DI FABIO NERI – VIDEO

«Business della monnezza» Tanto per essere chiari Neri ha ritenuto opportuno fare un passo indietro e ricordare che quando Terni Biomassa è stato aperto, la proprietà aveva intenzione di bruciare i rifiuti ospedalieri, creando così un vero e proprio «business della monnezza». «Questo – continua – deve essere un esempio anche per Acea che sta lì e aspetta di poter bruciare, oltre al pulper di cartiera il 30 per cento dei rifiuti urbani che vengono dalla raccolta differenziata. In questo caso i rifiuti diverrebbero una vera e propria miniera d’oro». Ovviamente tutto a discapito dei cittadini.

Contromosse Se le cose non dovessero andare come si spera le contromosse sono già pronte. Neri, infatti, ha annunciato che se mercoledì andrà male, dal 9 si inizierà una raccolta fondi per fare ricorso al Tar. «Costa un sacco di soldi, circa 5 mila euro, ma deve essere una raccolta della città. Questo dobbiamo farlo come passaggio. Certo i Tar nn sono molto a favore del ‘no inceneritore’ però sarebbe da scemi non farlo. Dopodiché non dobbiamo fermare i presidi perché Acea aspetta i rifiuti urbani. Quindi teniamo tutto quello che abbiamo ottenuto fino adesso, compreso il parere dell’Asl che sottolinea i problemi di salute che questi contaminanti creano».

«Diffondete la voce» Con un monito Neri ha chiuso il suo discorso: «Dobbiamo essere sempre di più, solo così possiamo ottenere ciò che vogliamo. Ora anche se piove rimaniamo in piazza, stiamo qua finché si può e facciamoci vedere. Scrivete ai vostro amici su Facebook, mandate messaggi a tutti i vostri contatti WhatsApp. Cerchiamo di radunare più persone posibile». Così sulle note di Caparezza, le bandiere hanno iniziato a sventolare in mezzo ai tanti ombrelli colorati e il messaggio ‘No inceneritori’ è passato a tutti forte e chiaro.

 

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