Via Vescovado Terni: permesso di costruire palazzina torna al Tar

Ricorso depositato nel 2019: nel mirino anche il piano attuativo. Questione di distanze dall’edificio vicino. A distanza di quasi tre anni palla di nuovo al tribunale

Condividi questo articolo su

di S.F.

Un cantiere senza pace. Con inizio lavori datato 11 giugno 2018 e stop a stretto giro con il risultato – siamo proprio di fronte all’anfiteatro romano nel quartiere Duomo – che è sotto gli occhi di tutti: si parla di ‘opera contemporanea al centro della storia’, vale a dire la realizzazione di un edificio residenziale di tre piani in combinata con la riqualificazione di piazza Paul Harris in centro a Terni. La scorsa estate la variante parziale di iniziativa mista al piano attuativo per la ristrutturazione urbanistica, ora invece rientra in azione il Tar Umbria. Sì, perché c’è chi nel 2019 impugnò il permesso di costruire e altri documenti. La questione è ancora aperta.

IL VINCOLO INDIRETTO E LE POLEMICHE

Terni, piazza Harris-via del Vescovado: novità per il piano attuativo

La palazzina in costruzione

Il ricorso al Tar del 2019: il problema

Ad un anno dall’avvio dei lavori fu depositato – era il 7 giugno del 2019 – un ricorso al Tribunale amministrativo regionale contro il Comune di Terni. Motivo? La richiesta di annullamento del permesso di costruire che consentì alla Nuova Costruzioni Edili srl di iniziare la costruzione del fabbricato in via del Vescovado. Non solo. Stesso input per il piano attuativo approvato dal consiglio comunale il 30 novembre 2015 nella parte relativa al titolo edilizio impugnato. Di mezzo ci sono anche l’articolo 156 del piano regolatore della città e il piano di recupero del 2001. Nel mirino c’è sostanzialmente un problema di distanze tra le pareti finestrate. Tradotto: troppo vicine rispetto all’edificio esistente secondo chi ha impugnato la documentazione. L’istanza per la sospensiva non fu accolta dal Tar il 9 luglio 2019: «Ritenuto, anche in merito alla tempestività del gravame ed alla giurisdizione del tribunale adito, di non poter apprezzare favorevolmente le esigenze cautelari – scrisse all’epoca il presidente Tommaso Capitanio – stante mancanza attuale di un pregiudizio ‘grave e irreparabile’ in considerazione dello stato di avanzamento dei lavori, come evincibile dalla documentazione fotografica versata in atti, con il completamento della struttura a rustico dell’edificio sino al tetto». Tutto ok. Ma il cantiere si fermò. Anche perché nel contempo ci fu anche una battaglia – in primis da parte di Michele Rossi – per far cambiare il progetto con tanto di atto di indirizzo approvato in consiglio.

Terni, giovanissimi bivaccano nel cantiere: arrivano i carabinieri

Il cantiere lungo via del Vescovado

Rinvii e discussione

Sono passati quasi tre anni ed ora, dopo due rinvii (23 giugno 2020 e 27 aprile 2021), salvo sorprese il prossimo martedì 22 febbraio ci sarà l’udienza pubblica di merito per chiudere il cerchio. Sono otto – tra memorie e documenti – gli atti depositati al Tar dall’inizio dell’anno e per ora non c’è alcuna dichiarazione di sopravvenuta carenza di interesse: gli avvocati coinvolti sono Giovanni Ranalli (difende la ricorrente), Francesco Silvi (Comune), Roberto Baldoni e Attilio Biancifiori (Nuove Costruzioni Edili, in quest’ultimo caso nel 2019 c’era anche Federica Pasero, ora magistrato della Corte dei conti). Da ricordare – tanto per non farsi mancare nulla – che l’argomento fu al centro di un confronto a fine 2018 tra il Comune e la soprintendenza per l’applicazione di un vincolo indiretto di vedute. L’obiettivo era di imporre in futuro opere compatibili con tutto il contesto storico e culturale. Il progetto originario ha visto coinvolti in prima battuta l’ingegnere Marco Iapadre e l’architetto Alessio Patalocco, quindi il ‘subentro’ dell’architetto Andrea Della Sala.

Il progetto di piazza Harris

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli