Casa Musiche Terni: «L’Ater? Niente». Stima da 0,5 milioni

Ennesimo passaggio sulla struttura di borgo Bovio mai entrata in funzione. Input M5S, l’assessore Masselli: «Tutti spaventati dallo stato di fatiscenza»

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di S.F.

C’è un argomento a Terni dove più se ne parla e meno accade in termini di sviluppi e soluzioni? Più di uno, ma la ‘Casa delle Musiche’ di via Cadore merita una menzione speciale. Nell’ultimo triennio tra interrogazioni, question time e altri confronti non sono mancate occasioni per discuterne e mercoledì pomeriggio in consiglio comunale c’è stato un ulteriore passaggio. Novità concrete? Niente. La sensazione è che tutti ne vogliano stare alla larga.

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Il difficile contesto

Al centro dell’attenzione un atto di indirizzo del M5S – sono loro in costante pressing sul tema – del 29 maggio 2020. Datato ma comunque attuale: «Una struttura costata 1,5 milioni di euro e non entrata in funzione nonostante l’inaugurazione del 2014», ha ricordato il capogruppo Federico Pasculli. Il resto è ben conosciuto tra atti di vandalismo, incuria, degrado e problemi strutturali. Un pugno in un occhio. I consiglieri di minoranza hanno sollecitato un intervento dell’esecutivo Latini e allora ad esporsi è stato l’assessore al patrimonio Orlando Masselli: «Qualcuno reclama una convenzione in essere senza rendersi conto di cosa significa», uno dei passaggi prima di scendere nei dettagli. «La struttura è stata realizzata in un’area con scarsa possibilità di parcheggio, due piani interrati sotto il canale del Sersimone con tecniche di costruzione di 25 anni fa. Ci sono infiltrazioni d’acqua quasi naturali. Poi l’inciviltà di tanti cittadini l’hanno ridotta allo stato attuale e lo so perché i sopralluoghi sono costanti».

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La situazione attuale

L’Ater che scappa

Successivamente il focus si è spostato sul fattore economico: «La Casa delle Musiche è in carico alla direzione cultura e la deve ‘restituire’ al patrimonio, ci stiamo ragionando  e per quel che mi riguarda sto cercando di trovare una soluzione. Gli atti vandalici sono costanti e abbiamo chiesto all’assessore competente – Giovanna Scarcia, ndr – di sottoporla a videosorveglianza. Ricordo che i tecnici dei lavori pubblici del Comune stimarono circa 200 mila euro di lavori per la sistemazione e lo scorso inverno facemmo un incontro con l’allora assessore alla cultura – l’ex vicesindaco Andrea Giuli, ndr – e Ater per trovare una modalità di convenzionamento per prendere in carico l’immobile e darlo in gestione al mondo dell’associazionismo». Non andò granché bene: «L’Ater dopo il sopralluogo si è data a gambe: parlarono di lavori necessari per oltre 500 mila euro. Ora è stato richiesto un cofinanziamento per opere di prima rimessa in riqualificazione con l’adesione ad un bando e nel contempo ci sono state manifestazioni d’interesse per fare degli investimenti». Male anche in questo caso: «Si sono tutti spaventati dallo stato di fatiscenza».

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Le perplessità e il ‘carrozzone’

Infine Masselli ha fatto presente che c’è «una manifestazione d’interesse inviata all’ufficio patrimonio per un progetto di carattere sociale. Nelle prossime settimane riprenderò in carico la struttura per cercare di darle un futuro. Chiaro che terremo conto dell’atto di indirizzo odierno, ma nel votare si tenga presente che si sta insistendo su un qualcosa che nel tempo non ha mai trovato interesse». Insomma, non si è molto convinti. Monia Santini (FdI) ha parlato di «carrozzone italiano, con spesi pubblici spesi male e abbandonati così. Ormai temo sia inutilizzabile. Le responsabilità sono delle amministrazioni precedenti, però è anche vero che la ‘nostra’ poco se ne è curata. Il voto unanime in commissione è una sorta di ammissione di colpa su un non risultato. Se fossimo stati noi, amministrazione corrente, a creare spazi per i giovani forse adesso non se ne parlerebbe in questo modo», ha evidenziato. 

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«L’amministrazione non vuole puntarci»

Sponda minoranza a dare battaglia ci hanno pensato Alessandro Gentiletti di Senso Civico e, ovviamente, Pasculli: «L’assessore è stato sfuggente in merito alla convenzione in essere. E inoltre ci è stato detto che l’amministrazione tiene conto dell’atto ma non intende puntare sulla riqualificazione della Casa delle Musiche. I discorsi che ho sentito sono semplicistici: basito da chi dice che vuole buttarlo giù. Se c’è volontà politica si può risolvere». L’esponente pentastellato ha invece puntato sui costi: «Siamo arrivati a 500 mila euro per un immobile da 1,5 milioni. Terribile. Inqualificabile la gestione negli anni e la situazione è sconcertante, con scaricabile per le responsabilità». Alla fine si vota: 20 sì e 7 astenuti. Ma poco cambierà visto l’andazzo.

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