Terni, ‘Casa musiche’: la maggioranza litiga

L’assessore Emilio Giacchetti nel mirino del consigliere Faliero Chiappini

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Sul merito, magari, potrebbero pure essere d’accordo. Ma il metodo non è piaciuto. Soprattutto in un periodo in cui si parla molto di quanto costano il consiglio comunale e le commissioni consiliari. E comunque succede che il presidente della prima commisione del consiglio comunale di Terni, Faliero Chiappini, parte lancia in resta contro l’assessore alle politiche giovanili, Emilio Giacchetti.

Il caso Tutto nasce dalle dichiarazioni che l’assessore ha fatto ad un quotidiano locale, nelle quali – senza giri di parole – spiega che per la ‘Casa delle musiche’, argomento sul quale ci si scanna da tempo, secondo lui non c’è bisogno di fare nessun nuovo bando di affidamento – come invece chiedono altri – e che quella struttura deve essere affidata ad Arci e Interamna.

La «correttezza» Secondo Chiappini «è veramente singolare che l’assessore alle politiche giovanili, di fronte ad un atto di indirizzo che pone questioni di merito, sia sul piano della correttezza amministrativa, sia circa gli inspiegabili ritardi, lavori avviati da oltre dieci anni, nel completamento e la messa in sicurezza della struttura della ‘Casa delle musiche’, e per i quali non sono mai stati specificati i motivi, risponda non al consiglio comunale, ma attraverso interventi a mezzo stampa».

La polemica La cosa, dice Chiappini, «ritengo che sia grave, e dia il segno di un andamento più generale, che si va manifestando dove agli atti di indirizzo approvati, il più delle volte non viene data risposta. Nello specifico della ‘Casa delle musiche’, avendo come commissione sia approfondito, sia ascoltato i responsabili delle associazioni Arci ed Interamna, ritengo che le rimostranze espresse dai loro dirigenti siano concrete, e figlie di un percorso lunghissimo avviato quasi venti anni fa e che ha visto questi soggetti, con una co-progettazione partecipata, sviluppare un impegno per dare concretezza all’iniziativa, anche attraverso il recupero di risorse mediante partecipazione a bandi, che sono state largamente utilizzate per i lavori della struttura. In questi senso sono evidenti le inadempienze da parte del Comune».

«L’assessore venga in consiglio» Chiappini, però, fa una richiesta specifica: «L’assessore venga in consiglio e riferisca circa il merito dell’atto stesso, facendo proposte in un quadro di coerenza con le richieste che sono state approvate all’unanimità dal consiglio stesso. È vero – concede il presidente della prima commissione – che un atto di indirizzo non è vincolante per la giunta, ma è anche vero che questo metodo pone un problema di rapporto tra i diversi livelli istituzionali. Ritengo che su questioni ampiamente discusse sia necessario riferire in consiglio. Cosa che dovrebbe valere su questo punto, ma anche per tante altre questioni, e che dovrebbe divenire un metodo». Per i distratti: Chiappini non è un pasdaran dell’opposizione.

Il M5S Loro, che all’opposizione ci stanno, dicoono questo:  «Come M5S da tempo denunciamo la scandalosa questione della casa delle musiche, da quando – al tempo della sua finta inaugurazione nel maggio 2014 – segnalammo agli organi competenti la non legittimità di quella inaugurazione, e l’Agcom ci diede ragione, sanzionando il Comune. Oggi, non possiamo non denunciare le parole dell’assessore Giacchetti che cerca di salvare baracca e burattini pensando di buttare tutto in una mega sanatoria. Comprendiamo la volontà di ricorrere per vie legali dichiarata dall’Arci qualora la casa delle musiche non gli venga affidata. Purtroppo però , la questione non può risolversi con una mega sanatoria, dopo che le commissioni e il consiglio hanno sostenuto che l’iter di affidamento della ‘Casa’ all’Arci e Interamna è lacunosa e di dubbia validità».

La minaccia E arrivano a minacciare che «ricorreremo con tutti gli strumenti in nostro potere affinché le responsabilità di questa malagestione vengano a galla. Chi ha sbagliato paghi. Noi non copriremo le malefatte di nessuno e porteremo la questione in  commissione di vigilanza e controllo, nonché – se si renderà necessario – fino alla procura della Repubblica».

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