Non si placano le ‘turbolenze’ al Centro per l’impiego di via Annio Floriano, a Terni. Dopo la lite scoppiata nei giorni scorsi fra un usciere ed un utente – con tanto di richiesta di un presidio di forza publica avanzata dalla Regione ma respinta dalla Provincia di Terni – il mondo sindacale è intervenuto a più riprese per spiegare, dal proprio punto di vista, come certi episodi affondino le proprie radici nelle carenze e nelle inefficienze di una struttura di fatto depauperata. L’ultimo passo è rappresentato dalla dichiarazione unitaria dello stato di agitazione del personale della struttura, sancita da Fp Cgil, Fp Cisl e Usb Pubblico Impiego.
LA LITE AL CENTRO PER L’IMPIEGO DI TERNI – VIDEO

«Situazione di emergenza» «Più volte le organizzazioni sindacali – si legge nella nota a firma Giorgio Lucci (Cgil), Giovanni Maggi (Cisl) e Graziella Cetorelli (Usb) – hanno denunciato lo stato di difficoltà degli uffici, difficoltà dovute a carenze strutturali e a una dotazione organica non in grado di soddisfare le esigenze dell’utenza che giornalmente si rivolge agli uffici per pratiche che spesso hanno tempi di svolgimento molto ristretti. Tra le 50/60 persone la mattina e circa 15/20 il pomeriggio si presentano al front office, affidato a soli quattro operatori, con computer dotati di software inadeguato e che molto spesso non funzionano e con procedure lunghe e ripetitive imposte dalle complesse procedure introdotte dal Jobs Act».
LITE CENTRO IMPIEGO TERNI: «SARÀ FATTA INCHIESTA»
Tanti problemi L’elenco delle ‘note dolenti’ stilato dalle sigle è lungo: «Che dire di un elimina-code elettronico guasto da moltissimo tempo, con gli uscieri che si arrangiano come possono, ritagliando e numerando fogli di carta per garantire un accesso regolamentato. Cosa dire dei cittadini che giustamente pretendono un servizio che garantisca qualità, rapidità e competenza, esigenze che spesso vedono tradite dalle carenze organizzative, determinate dall’insufficienza degli organici. Porte che non si chiudono, maniglioni di sicurezza rotti e serrande non funzionanti. Igienizzazione degli uffici insufficiente, impianto elettrico inadeguato. Questa è la situazione generale più volte denunciata e mai risolta».
«Dipendenti minacciati» «Più volte – affermano i sindacati – gli stessi operatori hanno dovuto ricorrere alle forze dell’ordine per garantirsi l’incolumità, di fronte all’utenza giustamente esasperata dai disservizi. Cosa si aspetta? Che eventi tragici come quelli accaduti in altre strutture pubbliche accadano anche a Terni? Oppure Regione e Provincia una volta per tutte definiranno competenze e responsabilità? Le minacce agli operatori del servizio sono già arrivate e saranno oggetto di un esposto alla procura della Repubblica, al fine di verificarne la consistenza. Questo sarà il contesto che puntualmente sarà illustrato al prefetto nel tavolo attivato secondo la legge e che coinvolgerà tutti gli attori coinvolti nella gestione del servizio quali la Regione, la Provincia, la dirigenza regionale, la rsu e le organizzazioni sindacali, con l’obiettivo di risolvere definitivamente la questione».
Mobilitazione in vista «È necessario attivarsi prontamente – conclude la nota – per gestire un percorso che faccia uscire questi importanti servizi dal limbo nel quale la riforma Delrio li ha posti, mettendo finalmente fine al rimpallo di responsabilità e compiti tra Provincia e Regione. Che nessuno pensi di scaricare le responsabilità su un singolo dipendente, anche se si è reso protagonista di reazioni non adeguate, determinate dal quadro descritto. I lavoratori si aspettano impegni seri e scadenzati e se cosi non sarà, non resta altro che la mobilitazione e il ricorso agli enti di tutela e verifica delle condizioni di lavoro».