Riceviamo e pubblichiamo una lettera di alcuni genitori di studenti che hanno partecipato allo spettacolo del 5 febbraio al teatro Secci di Terni ‘Cinque donne del sud’
Al fine di evitare qualsiasi strumentalizzazione politica ed alimentare sterili chiacchiere, come famiglie di alcune studentesse e studenti presenti al Teatro Secci il giorno 5 febbraio 2025, con la presente comunichiamo la nostra testimonianza e dissenso rispetto a quanto accaduto.
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Nessuno ci ha chiesto il consenso, nessuno ci ha dato la possibilità di scegliere un’alternativa all’attività didattica e nessuno ci ha informato che durante l’orario scolastico sarebbe stata presente l’associazione Movimento per la Vita e che dopo lo spettacolo l’attrice avrebbe portato la sua personale testimonianza. Racconto di un vissuto, sicuramente toccante, ma altrettanto di chiara matrice cattolica e privo di qualsiasi valenza ed informazione scientifica.
Di fatto, la mattinata al teatro, che avrebbe dovuto arricchire le ragazze e i ragazzi di arte, cultura, crescita, riflessione e scoperta, ha lasciato molte delle presenti e dei presenti alquanto scossi e turbati da affermazioni piuttosto moraliste e giudicanti. Una platea piena di adolescenti ha ascoltato più volte il termine ‘aborto’ utilizzato con scarsa attenzione, molta superficialità e privo di qualsiasi integrazione scientifica.
Ringraziamo le nostre figlie ed i nostri figli che con grande capacità di riflessione e discernimento hanno raccontato quanto accaduto durante l’attività didattica, parlandone e approfondendo l’argomento con le famiglie ed alcuni docenti. Al di là di qualsiasi pensiero personale, i diritti devono essere tutelati e difesi da tutti, soprattutto dagli adulti che in orario scolastico entrano in contatto con le nostre figlie e figli, ai quali ricordiamo di avere una responsabilità educativa ed etica.
Purtroppo, tale iniziativa non si è dimostrata né un investimento nella cultura, né un’attività didattica educante, né uno strumento valido di informazione e d’identità per i presenti. A chi organizza tali eventi e alle istituzioni scolastiche (dal nostro ordinamento laiche), come genitori, chiediamo maggiore diligenza, cura e trasparenza nella scelta delle attività che coinvolgono le studentesse e gli studenti minorenni durante l’orario didattico.