dei consiglieri comunali di Fratelli d’Italia – Terni
Il consiglio comunale del 27 giugno 2024 ha ‘regalato’ alla città – si fa per dire – l’ennesima sceneggiata, violazioni del regolamento, dimostrazioni plateali di inconcludenza e mistificazione, bugie su bugie, atteggiamenti offensivi. Al centro dell’ignobile show, le cinque interrogazioni presentate dai consiglieri di Fratelli d’Italia a proposito di servizi sociali su altrettante materie, materie che invece sarebbero serissime per la gravità delle problematiche annesse: servizi territoriali e di comunità, contrasto alla violenza di genere, contrasto alla povertà, inclusione sociale, sostegno ai senza fissa dimora.
Si tratta di settori per ciascuno dei quali l’amministrazione Bandecchi ha tentato di indossare altrettanti fiori all’occhiello, grazie al ‘famoso’ depliant propagandistico prodotto da palazzo Spada e cassettato in tutte le case dei ternani in spregio ai divieti della par condicio in piena campagna elettorale per le europee: cosa per la quale, oltretutto, la suddetta amministrazione Bandecchi è stata già ampiamente sanzionata.
Con quel depliant, veniva raccontato ai ternani – bugia – che Bandecchi e i suoi avevano realizzato in questi campi chissà che, come fossero stati progetti propri e risorse stanziate in quest’ultimo anno, in piena discontinuità con la precedente amministrazione. Niente di più falso, a quanto ci risulta: ma, proprio per fare chiarezza, con le nostre interrogazioni intendevamo farci spiegare quali atti e quale nuova progettualità (nessuna) autorizzassero Bandecchi & C. ad ingannare la città attribuendosi meriti altrui, non avendo fatto altro (in realtà) che lasciare che gli uffici portassero avanti il lavoro già programmato ed intrapreso dalla precedente amministrazione di centrodestra.
Ed ecco lo show. Ecco un presidente del consiglio comunale (con un’iperbole superiore a quelle per le quali si è già ampiamente distinta in negativo in questi mesi) che pretende di far rispondere il sindaco prima ancora che i consiglieri (come invece prescrivono lo statuto, il regolamento e persino il buonsenso) possano aver illustrato le rispettive interrogazioni! Ecco un sindaco che ha fretta, deve andare via (del resto, i suoi tempi di permanenza in città sono noti, zero virgola, quasi come i voti di AP alle europee…). Ma trova il tempo di fare il verso del cane (abbaia proprio…) volendo scimmiottare le voci dei consiglieri che a quel punto protestano: ennesima offesa alle persone, al ruolo, al mandato popolare di cui i consiglieri sono espressione.
Ecco un sindaco che, comunque, prima di abbandonare l’aula, almeno due cose riesce a fare e sono due cose che la dicono lunga. Uno, prova a rispondere lui al posto dell’assessore competente Viviana Altamura (proprio come fece il vice sindaco Corridore sostituendosi a Mascia Aniello da noi interrogata sull’AST, poi tutti sappiamo come è andata a finire…). Due, Bandecchi detta la linea: non c’è niente da chiedere né men che mai da rispondere – prova a sostenere – dato che il depliant incriminato, poi, dice, l’ha pagato lui…
Andiamo, signor sindaco, questa è proprio grossa. Chiunque l’abbia pagato, quel depliant (frutto di un elenco della spesa predisposto dai dipendenti dell’ente, pagati sicuramente con soldi pubblici) si presentava a tutti gli effetti all’opinione pubblica (mistificazioni a parte) come il racconto delle cose fatte dal Comune. Questo era e così è stato propinato ai cittadini: ed è per questo, innanzitutto, che può essere a pieno titolo oggetto di qualunque approfondimento sia richiesto dai consiglieri comunali.
Ma ormai Bandecchi, dopo aver fatto il cane, in tutt’altre faccende affaccendato, aveva abbandonato il consiglio: e all’assessore ‘competente’ Altamura, del tutto incapace di rispondere nel merito, sorrisini a parte, non restava che attenersi al foglietto di istruzioni che il sindaco le aveva appena consegnato: quel depliant l’ha pagato Lui di tasca propria (ecco il refrein), perciò di quello che ha fatto di nuovo (o non ha fatto) questa giunta in materia di servizi sociali non vi deve interessare. Statuto e regolamento sotto ai piedi, tanto per cambiare. Consiglieri offesi, come anche l’istituzione che rappresentano, tanto per cambiare. Giunta balbuziente e nullafacente, tanto per cambiare. Fortuna che i ternani hanno iniziato a capire.