«È stata la rappresentazione plastica dell’agonia di questa amministrazione che inanella un fallimento dietro l’altro». Così i consiglieri comunali di Fdi ‘bollano’ il consiglio comunale aperto, dedicato alla Taric, che è si è tenuto giovedì mattina. «È stato convocato in fretta e in furia, senza il preavviso previsto dai regolamenti. Doveva durare ore e si è chiuso nel giro di poco, con pochi interventi, nessuno dei consiglieri di AP, la città assente, nessuna proposta. Forse doveva essere una passerella per il sindaco Bandecchi ma è venuta male».
Marco Cecconi rimarca come «il numero legale sia stato raggiunto solo grazie alla presenza del sindaco, da cui abbiamo dovuto ascoltare inesattezze, un comizio ‘fuori tempo’ a consiglio sciolto, ma pure la volontà di far fallire Asm. Questa amministrazione è isolata anche sulla partita dei rifiuti. Bandecchi propone una commissione? Visto che c’è la dittatura democratica, rispondiamo che ‘gli gnocchi si scolano con l’acqua propria’». Tema che offre lo spunto per una battuta sulla presunta intesa politica AP-centrodestra per il cda del Servizio Idrico, annunciata dallo stesso Bandecchi all’ultimo consiglio comunale: «Con quale centrodestra? – si chiede Elena Proietti – Con noi, no di certo. Non ci sarà mai alcun accordo con questa amministrazione che ci ha sempre e solo insultati».
Nel merito, l’ex assessore a bilancio e partecipate Orlando Masselli ha affermato che «Bandecchi ha solo spiegato come funzionava il tributo Taric fino al 2018. Quindi o non sa le cose o lo informano male. Tante inesattezze, come quando dice che il Comune anticipa e paga le spese della Taric per conto dei cittadini, quando questa è una semplice fornitura commerciale con tutte le procedure previste in caso di insolvenza. Il sindaco oggi fa come chi amministrava prima di noi, che tagliò la tassa del 15% ma poi abbiamo visto com’è andata a finire. Lui dice ‘nessun aumento’, rinviando semplicemente la questione di un anno, quando con tutta probabilità non sarà più questa amministrazione a guidare la città. L’aumento, contenuto, poteva essere adottato e ammortizzato dal Comune, gli strumenti ci sono tutti. È mancata la volontà, e ne pagheremo le conseguenze, ed è mancata anche la capacità di mettere a terra progetti, come abbiamo fatto noi, in grado di migliorare il servizio e ridurre i costi». Per Masselli la volontà di far fallire Asm «è una boutade, l’ennesimo annuncio senza seguito. Non ci vedo nulla di serio, peraltro è una società a partecipazione privata per il 45%, che conta personale, strutture e operatività. Quell’affermazione è il nulla».
Per Cinzia Fabrizi «al posto del consiglio aperto, vista la ‘riuscita’, si poteva fare un’assemblea o una semplice conferenza stampa. Almeno avremmo risparmiato il costo dei gettoni di presenza. È l’ennesimo flop, peraltro privo di proposte e contenuti». Per Elena Proietti «è ora che questa amministrazione si renda conto che il suo tempo è scaduto. Le ultime elezioni europee e amministrative lo hanno ulteriormente dimostrato, 0.39% su base nazionale, 3.300 voti a Terni. Per molto meno Macron ha indetto le elezioni anticipate in Francia. E i ternani hanno ormai capito con chi hanno a che fare».