Terni, De Benedetti prende tutta la Treofan

Potrebbe essere stata decisiva l’operazione che riconosce Terni come area di crisi complessa. Framarini (Cisl): «Fatto positivo»

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L’ipotesi magari è azzardata, ma il pensiero – quando la notizia è circolata – è subito andato alla coincidenza con l’ufficializzazione dello stato di ‘area di crisi complessa’: l’investment company M&C, che fa capo a Carlo De Benedetti ha annunciato di aver «fatto il punto sulla partecipazione nel gruppo Treofan, deliberando all’unanimità di procedere all’acquisizione delle azioni attualmente detenute dagli altri azionisti, rinunciando pertanto al processo di vendita».

La spiegazione Questa decisione, spiega la nota di M&C, «è stata presa in considerazione dell’andamento molto positivo di Treofan nei primi otto mesi del 2016 (Ebitda normalizzato di euro 29,5 milioni rispetto a 22,7 milioni dello stesso periodo 2015), che ha ulteriormente migliorato l’andamento crescente già manifestato nell’anno precedente, nonché delle prospettive di ulteriore profittabilità dell’azienda. L’operazione comporterà un esborso nell’ordine di euro 45 milioni (corrispondente ad un valore del 100% di Treofan di poco superiore a euro 80 milioni)».

La storia La decisione assunta nella giornata di martedì pone – o almeno dovrebbe porre – fine ad un lungo periodo nel quale il destino della Treofan (che opera nel polo chimico ternano e produce film di polipropilene biorientato (Bopp), utilizzato per il confezionamento dei prodotti alimentari, dei tabacchi, per l’etichettatura e per applicazioni elettroniche quali batterie e condensatori) era apparso incerto, con addirittura un premio proposto – all’amministratore delegato di M&C, Emanuele Bosio – nel caso fosse riuscito a cedere l’azienda entro il 2016 a un prezzo superiore ai 115 milioni. Erano stati sei i gruppi che si erano fatti avanti: Jindal, Taghleef, Innovia, Biaxplen, Toray Group e Futamura Chemical.

Il commento Fabrizio Framarini, segretario regionale della Femca Cisl, è prudente, ma ottimista: «Credo sia positivo che una società finanziaria prenda atto che si può investire sul manifatturiero. Avremo, nel tempo, modo di capire gli sviluppi, ma riteniamo che questo si possa e si debba tradurre in investimenti, in aumento delle produzioni e maggiori possibilità di sviluppi occupazionali sul territorio».

 

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