di S.F.
«La società richiedente si è trovata ad affrontare una situazione di difficoltà economica dovuta alla contingenze economiche del mercato». Questa la principale motivazione che ha portato il Comune di Terni a dare il via libera – lo prevede il regolamento per la riscossione coattiva delle entrate comunali – ad una lunga rateizzazione di dieci anni per il pagamento dell’Imu. Non il primo caso del genere, né probabilmente l’ultimo considerando il complesso periodo storico per imprese e privati.
IL MAXI DEBITO SEMPRE PER L’IMU
La richiesta della società in questione – omessa nel documeto per la consueta questione sulla privacy – arriva in seguito ad una pioggia di avvisi di accertamenti da parte di Ica, rispettivamente per 34.915 euro (notificato nel maggio 2023 legato all’annualità 2019), 36.618 euro (maggio 2024, per il 2020), 32.229 euro (sempre maggio 2024 per il 2021) e, a chiudere il cerchio, 31.942 euro per il 2022. In questi casi il sì del Comune non è scontato, tuttavia nella specifica circostanza è stato «appurato che vi sono effettive condizioni di difficoltà economica tali da giustificare la rateizzazione richiesta».
Comune Terni, riscossione multe e altre sanzioni per 33 milioni: c’è solo Ica