Terni, droga Gotham: in appello le pene si dimezzano

La corte perugina qualifica gli episodi come ‘spaccio da strada’ e rivede anche le multe. Accolte le tesi difensive

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Si sono più che dimezzate, anche in ragione di due ‘assoluzioni’, ma non solo, le condanne inflitte il 29 maggio del 2019 dal tribunale di Terni, in primo grado e con rito abbreviato, a sedici delle oltre venti persone coinvolte nella maxi indagine antidroga ‘Gotham’ della polizia di Stato. Inchiesta che, coordinata dal pm Camilla Coraggio e dal procuratore capo Alberto Liguori, nel dicembre del 2018 aveva consentito, con venticinque arresti, di azzerare il costante spaccio di droga che, condotto da soggetti per lo più stranieri, avveniva in centro, fra piazza Solferino e il parco Ciaurro.

DENTRO GOTHAM, FRA SPACCIATORI E CLIENTI

L’esito dell’appello

Rispetto alle pene complessive del primo giudizio, pari ad oltre 58 anni di reclusione, la corte d’appello di Perugia, presieduta da Ferdinando Pierucci e composta dai giudici Andrea Battistacci e Augusto Fornaci, ha confermato le condanne per quattordici delle sedici persone, ma con un ammontare complessivo delle pene pari ad oltre 28 anni di reclusione. La procura generale aveva invece chiesto la conferma della sentenza di Terni. Ancora più significativo il ‘taglio’ delle multe che da quasi 210 mila euro passano a poco meno di 40 mila. Le due assoluzioni sono legate in un caso alla ‘particolare tenuità del fatto’ e in un altro al vizio totale di mente riscontrato per uno degli imputati al tempo dei fatti. La condanna più pesante è di poco inferiore ai tre anni mentre la multa più ‘salata’ è di 4.400 euro.

Il motivo

La lettura della corte, nel riformare la sentenza di primo grado, è stata quella di qualificare i vari episodi di spaccio contestati dall’autorità giudiziaria, come ‘fatti di lieve entità’ e quindi rientranti nelle fattispecie dell’ex articolo 73, comma quinto, del Dpr 309 del 1990. Uno ‘spaccio da strada’ quale in effetti era quello condotto al tempo a Terni, ma talmente invasivo da diventare profondamente degradante e alla base di un diffuso senso di insicurezza. Qualcosa di endemico, ancorché attrattivo anche per tanti clienti provenienti anche da fuori provincia. Fra i legali difensori dei sedici figurano gli avvocati Francesco Mattiangeli, Daniele Biancifiori, Claudio Biscetti, Erika Brunori, Carmelinda Trippini, Donatella Panzarola e Ilaria Iannucci. Proprio Mattiangeli, che difende cinque posizioni, esprime «soddisfazione per la decisione che recpisce le tesi difensive e riconduce i fatti al ‘piccolo spaccio’». Tutti gli imputati erano già stati scarcerati in precedenza.

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