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Home » Caso Francescangeli, la ‘difesa’ di Latini

Caso Francescangeli, la ‘difesa’ di Latini

di Simone Francioli
28 Gennaio 2020
in Altre notizie, Politica
Tempo di lettura: 5 minuti di lettura
Leonardo Latini

Leonardo Latini

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La conferenza stampa dell’ex assessore – polizia Locale e personale tra le deleghe – Sara Francescangeli dello scorso 2 gennaio al centro del consiglio comunale di lunedì pomeriggio a Terni. L’opposizione non ha dimenticato le accuse lanciate in quella circostanza, chiedendo l’intervento del sindaco Leonardo Latini per avere il suo punto di vista sulle ‘spese pazze’, il personale e soprattutto l’ultimo rimpasto di giusta con focus sulla revoca della leghista.

LA RICHIESTA DI SPIEGAZIONI DA PARTE DELLA MINORANZA

Alessandro Gentiletti e Luca Simonetti

Il pressing

Alessandro Gentiletti (Senso Civico), Paolo Angeletti (Terni Immagina), Federico Pasculli (M5S), Paola Pincardini (UpT), Doriana Musacchi (Misto), Francesco Filipponi (Pd), Emanuele Fiorini (UpT), Valdimiro Orsini (UpT) e Luca Simonetti (M5S) sono interventi per dire la loro su ciò che è accaduto di recente e non solo. Ad esempio al sindaco – tra i vari temi – è stato ricordato della questione Sii (la Francescangeli non votò), del caos cartelle Tari, della disoccupazione in città, dell’università, dei problemi della macchina amministrativa e del mondo della disabilità. «Spero che a questo punto – ha detto il sindaco in premessa – possiamo fermarci dopo i vari cambi in seno alla giunta e il consesso assembleare. Questo è un po’ il frutto di una condizione politica sopra le nostre teste abbastanza fluida: se prendiamo le percentuali delle politiche 2018 con quelle del voto in Emilia-Romagna scopriamo delle dinamiche diverse. Mi auguro che l’esecutivo ora abbia raggiunto una certa stabilità. Sì, questi mutamenti hanno dei riflessi – uno degli aspetti tirati in ballo dall’opposizione – su continuità ed efficacia amministrativa, ma quando scelgo tengo in conto il bene comune e non altro.».

LA FRANCESCANGELI ATTACCA: «ONORATA DI ESSERE STATA SFIDUCIATA»

Melasecche e Francescangeli

Le scelte e la fiducia

Si passa poi nel dettaglio e si parte da lontano: «La genesi del decreto – si riferisce al rimpasto – è nota e credo non ci si debba spendere più di tante parole. Il 27 ottobre ci sono state le regionali e uno dei nostri assessori è stato chiamato a fare il consigliere regionale, un altro è andato in giunta. Ciò ha comportato il riassetto. Melasecche aveva deleghe pesanti che riusciva a gestire molto a fatica, abbiamo ritenuto che fossero redistribuite. Le deleghe alla scuola e all’università sono andate alla Fabrizi che, dalle attestazioni di stima ricevute da associazioni e pesone comuni, è una delle dirigente più apprezzate. Quando si parla di nomine e revoche è inportante sottolineare che riguarda in via esclusiva il sindaco: a lui competono le scelte e la responsabilità della compagine. Si è proceduto alla ricomposizione delle deleghe con nomina e revoca, semplice. Ritengo – ha proseguito – l’attuale assetto della giunta è il più idoneo in questo momento storico per affrontare quelle sfide che ricordava Simonetti – molto critico sull’azione amministrativa, ‘in 18 mesi nessuna risposta su questioni fondamentali, la città cade a pezzi senza alcuna visione’ – e che ora auspico si possano affrontare veramente di petto. Non avevamo dirigenti, ora ci sono. Molte complessità le abbiamo affrontate con le forza che avevamo. Una giunta con capacità e rapporti di fiducia reciproca è il meglio che posso mettere in campo».

Francesco Filipponi ed Emanuele Fiorini

«Anche io sconcertato. Concorsi ok». La critica

Pasculli ha parlato di «sconcerto» per le dichiarazioni dell’ex assessore. «Anche io lo sono perché fino a quel momento non c’era alcun sentore di cose del genere e devo dire che mi trovo in difficoltà nel dare delle risposte concrete perché al di là delle suggestive argomentazioni fatte in quella conferenza, un’effettiva contestualizzazione delle vicenda non c’è stata. Apprese queste osservazioni, ho solo potuto fare alcune verifiche rivolgendomi ai soggetti preposti: mi è stato assicurato dal dirigente e dal segretario generale che tutte le operazioni concorsuali sono state svolte in osssequio alla normativa di riferimenti, in totale trasparenza. Tutte – purtroppo alcune non sono state portate a termine, puntualizza – sono state verbalizzate e pubblicate sul sito del Comune. Mi dicono che non sono emersi elementi di criticità e che addirittura nonostante la numerosità dei concorsi non risultano impugnazioni pendenti in sede giurisdizionale. C’è solo un ricorso pendente al presidente della Repubblica, è gerarchico, relativo al concorso per la ragioneria (vinto da Claudio Carbone, ndr). Di fatto i concorsi si sono svolti nella massima regolarità ma non con quella velocità che avrei auspicato».

Latini con Giovanna Scarcia

Personale e spese

Infine approfondimento su altri due argomenti: «In quanto al sistema premiale sinceramente non ho capito a cosa si facesse riferimento. L’unico che conosco è il sistema di valutazione della performance introdotto dal 2014: è rimesso in parte ai dirigenti e poi al presidio Oiv. Altri non ne conosco, non ne ho notizia. Le famose spese pazze? Vengono sovrapposte con le questioni del disavanzo. Se parliamo di spese elettorali dobbiamo contestualizzarle tra agosto e dicembre 2019, mentre gli 8 milioni di euro riguardano il 2018. Non sono concetti tra loro sovrapponibili: ogni spesa è stata fatta con parere della ragioneria. Ho avuto fiducia che fossero coerenti dunque. Se invece andiamo a pensare che cercare di trovare risorse per fare il manto di una strada o per la segnaletica siano spese pazze, allora ci capiamo male quando poi ho atti di indirizzo che mi spingono a controllare le condizioni di sicurezza delle nostre strade. Un po’ un ossimoro. Cerchiamo di prendere le risorse possibili con gli assetti di bilancio per dare risposte ai cittadini, magari tardive e incomplete. Tentiamo strade in forma di programmazione. Spese pazze per le strisce pedonali? Le abbiamo prese dai proventi per le sanzioni amministrative, in passato non è stato fatto», ha chiuso Latini.

Valdimiro Orsini

I dubbi rimasti aperti

A chiudere il punto è Gentiletti: «Risposte articolate del sindaco, lo ringrazio. Ma sulle ragioni della revoca Francescangeli niente, ha parlato solo di esigenze fiduciarie. Inoltre nulla sull’inchiesta della Corte dei conti per le reggenze dirigenziali: la replica del sindaco non soddisfa, anzi, lascia aperti i dubbi sul fatto che le nomine avvengano come esercizio di arbitrio per regolamento di conti politici». Anche Orsini è dello stesso avviso: «Francamente la chiarezza c’è stata solo su un punto: il sindaco ha detto di aver trovato solo ora la giunta ottimale. Preso atto che i primi 18 mesi di amministrazione sono stati persi ed espressa solidarietà umana agli ex assessori Dominici, Bertocco, Cecconi e Francescangeli che evidentemente sono stati un inciampo, non resta che constatare la nebbia alta che regna sulla attività amministrativa. Il sindaco non ha detto al consiglio perché ha mandato via l’assessore al personale, alla sicurezza e alla polizia Locale. Soprattutto non è emersa ancora una volta una rotta amministrativa sulle tante emergenze programmatiche: che cosa voglia fare l’amministrazione Comunale di Terni sull’ambiente, il rilancio economico della città e la sua attrattività, il destino delle partecipate, ad iniziare da Asm, che rischiano di finire del tutto marginalizzate o addirittura di alzare bandiera bianca. Non c’è alcuna discontinuità sulla necessità di un ambiente salubre, il tema del rapporto con i siti produttivi che producono inquinamento è stato appena accennato ad inizio legislatura poi solo silenzi. La nebbia è alta persino sulle cose più elementari: lunedì dall’intervento degli amministratori non si è riusciti a capire come sia possibile che all’albo pretorio sia stato pubblicato per 13 giorni una delibera diversa da quella approvata dal consiglio comunale e come poi si sia tentato di mettere a tacere il tutto con una semplice sostituzione di atto. Nebbia addirittura a banchi nelle parole del nuovo capogruppo della Lega che ha riproposto vicende di ben 15 anni fa. I tanti ternani che hanno votato per il cambiamento chiedono qualcosa di più della solita filastrocca della sinistra sporca e cattiva o il pianto sulle risorse finanziarie. Uniti per Terni, quale forza priva di ogni collocazione partitica, respinge il tentativo del capogruppo della Lega di mandarla a caciara ed è pronto a fare la sua parte per il bene della città. Il sindaco si rapporti finalmente con il consiglio comunale in maniera trasparente, fattiva, propositiva e troverà, almeno da parte nostra, senso di responsabilità e ulteriore attenzione».

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