Terni e il commercio: boom grandi superfici. Aperture/chiusure, solito trend negativo

Diverse le curiosità nel documento preadottato dall’esecutivo per la programmazione. Lo sviluppo per ambiti

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di S.F.

Il trend aperture/chiusure dal 2019

Una forte decrescita in relazione alle medie superfici di vendita e una grande crescita per le grandi nel confronto tra il 2010 ed il 2022. È uno degli aspetti analizzati dall’amministrazione comunale di Terni – il grosso dell’opera lo hanno fatto i dirigenti Paolo Grigioni e Claudio Bedini – nella preadozione del piano programmatico del commercio: non mancano i dati interessanti nel leggere il documento di oltre cento pagine impostato in vista del confronto con le associazioni di categoria.

LA PREADOZIONE DEL DOCUMENTO PROGRAMMATICO

Gli ambiti territoriali

La superficie complessiva

Si parte da un dato base, la consistenza generale delle attività commerciali nel territorio comunale di Terni: 270.530 metri quadrati, in vicinato (108.825) e medie/grandi (166.705, i conti all’apparenza non tornano). In termini numerici gli esercizi più piccoli rappresentano quasi il 95% sul totale. «L’unico confronto possibile per dimensione urbana – si legge nella relazione tra superfici di vendita e numero di attività aperte, chiuse e di progetto – in ambito regionale è con Perugia e vede addirittura il primato di Terni che con la rete commerciale, escluso il solo vicinato e comprese le attività in corso di apertura nel 2022, supera con il dato di superfici totali di vendita il capoluogo di regione».

IL DOCUMENTO PREADOTTATO DAL COMUNE

Medie e grandi superfici, il trend

Chiusure, consueto trend. L’articolazione per zone

Interessante anche il grafico per aperture/chiusure delle attività commerciali. Dal 2019 al 2022 la situazione – in linea con i dati regionali – non è mai cambiata: il numero complessivo scende per entrambi i casi con maggior presenza di esercizi chiusi. Da ricordare che la suddivisione va da negozi di vicinato (fino a 250 mq) fino a G2 (oltre 5.500 mq) passando per M1 (da 251 a 900), M2 (da 901  1.500), M3 (da 1.501 a 2.500) e G1 (da 2.501 a 5.500). Spazio anche all’articolazione per zone: viene evidenziata la «buona diffusione degli esercizi nelle zone residenziali ad eccezione di Campomicciolo; una forte presenza nella zonaresidenziale centro che ha il primato della maggiore quantità di superfici commerciali; una espansione nelle aree industriali con forte prevalenza verso la zona di Maratta. Riguardo al numero delle attività emerge la netta prevalenza delle M1 in tutte le zone, a parte borgo Bovio». Motivo? Tra gli altri «può essere individuato nella composizione sociale che concentra ceti meno abbienti ed a ridotta capacità di spesa. Anche la zona Campomicciolo denota una ridotta presenza di medie e grandi superfici che può spiegarsi in un tessuto edilizio a bassa densità e non adatto a creare appetibili opportunità commerciali di ampia superficie».

«DAVVERO SERVE TANTA OFFERTA A TERNI?»

Le percentuali

Gli input e il mercato coperto

Nel documento c’è anche una sorta di riepilogo per zone sulla base del Prg: «Per la sottozona nord-ovest, borgo Rivo, Campitelli, Gabelletta, considerata già ampiamente attrezzata e tenendo conto delle dinamiche e delle trasformazioni che le norme nazionali e regionali già consentono, non sono state previste nuove medie strutture di vendita. Si ipotizza l’ampliamento del polo commerciale di borgo Bovio a fronte della realizzazione di un consistente parcheggio pubblico e del completamento della variante nord che si ricongiunge con via Breda. Nessuna nuova struttura è prevista nella sottozona variante sud, anch’essa considerata già ampiamente dotata di strutture commerciali. Per tutta la zona di Campomicciolo, S.Valentino, Valenza ecc. sono previste nuove realizzazioni di supporto alla ‘Città della salute’. La sottozona Polymer, delimitata per la parte prevalentemente residenziale, potrà avvalersi della disponibilità di complessivi 2.500 mq. per medie strutture, di cui 1.000 mq. alimentari. Per la sottozona di Maratta, a vocazione prevalentemente produttiva industriale, sono state previste medie strutture in quantità consistente ma per la maggior parte non alimentari». Focus anche sul mercato coperto di largo Manni: «In corso l’iter di modifica del regolamento con l’ampliamento dell’offerta commerciale (in particolare dei prodotti della produzione agricola diretta), la razionalizzazione del mercato e il miglioramento delle strutture e dei servizi in esso presenti, si pone come volano della ripresa del commercio del centro storico della città attraverso il recupero o il definitivo utilizzo di strutture e spazi pubblici di particolare valore e significato sia dal punto di vista urbanistico che commerciale; l’esperienza (pur transitoria) della riallocazione nell’area del centro cittadino del mercato settimanale del mercoledì, negli anni 2021-2022, ha infatti dimostrato le potenzialità del centro ad accogliere iniziative commerciali di vendita su area pubblica, in grado di attrarre clientela differenziata a vantaggio dell’intero tessuto commerciale e favorendo, più in generale, la rivitalizzazione del centro cittadino, sempre più accessibile dalle zone periurbane attraverso le infrastrutture di mobilità leggera in corso
di sviluppo e razionalizzazione (percorsi ciclopedonali dedicati, attraversamenti pedonali sul fiume Nera, valorizzazione dei percorsi perifluviali). La Città dello Sport ha invece una funzione più specifica legata appunto alla sua denominazione e quindi alla volontà di collegare le attività ricreative e sportive a strutture di servizio nel senso più ampio. Queste aree si configurano come nuove immissioni di attività commerciali che si devono porre in termini sinergici con le attività esistenti e con l’attuale strutturazione, i cui equilibri vanno comunque tutelati; pertanto nella normativa commerciale di riferimento è stato previsto che un terzo
delle superfici di vendita ad esse riferite derivino da dismissioni o trasferimenti».

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