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Home » Terni e l’acquedotto: «Ambiente in salvo»

Terni e l’acquedotto: «Ambiente in salvo»

di Fabio Toni
14 Febbraio 2017
in Altre notizie, Ambiente e salute, Attualità
Tempo di lettura: 3 minuti di lettura
Paolo Rueca e Stefano Puliti (SII)

Paolo Rueca e Stefano Puliti (SII)

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Il Servizio Idrico Integrato risponde indirettamente al comitato che si batte contro la costruzione del nuovo acquedotto Scheggino-Pentima, e che il 24 febbraio darà vita ad una manifestazione di fronte al cantiere di Ferentillo, sottolineando come si tratti «dell’opera idrica più importante degli ultimi 40 anni, legata saldamente al progetto di riduzione drastica delle dispersioni nella rete».

«Tanta acqua e di qualità» «Rispetta le norme ambientali e di tutela naturalistica e idrogeologica, apporta vantaggi notevoli in termini di qualità delle acque e offre opportunità per l’economia locale». È decisamente entusiastico il giudizio del Sii rispetto al nuovo acquedotto: «I lavori – spiega l’azienda dell’idrico in una nota – proseguono senza sosta e regolarmente per un’opera idrica che è la più importante degli ultimi 40 anni e che è destinata a generare ricadute di alto livello su tutta la Conca ternana. L’opera servirà a risolvere i problemi dell’attuale sistema di distribuzione, dando a Terni una grande quantità di acqua di eccellenti qualità organolettiche. In pratica sostituirà l’acqua della Conca che è di qualità inferiore rispetto a quella della Valnerina».

«Basta acqua inquinata» «Storicamente – spiegano dal Sii – l’acqua di Terni presenta problematiche legate alla presenza di una serie di sostanze in parte frutto, probabilmente, del sedimentato sistema produttivo locale. Le concentrazioni di queste sostanze, è bene dirlo per serietà e tranquillità pubblica, sono ampiamente sotto controllo e vengono monitorate costantemente. Il Servizio idrico ha anche affrontato sempre con tempestività ed efficacia le emergenze verificatesi nel corso del tempo, eliminando rapidamente ogni criticità».

«Nessun impatto sul Nera» Il Servizio idrico evidenzia poi come il progetto «sia stato sottoposto approfonditamente alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) nella quale hanno espresso il loro parere favorevole tutti gli enti interessati, tra i quali Arpa Umbria, è soggetto ad una puntuale e seria batteria di controlli delle falde ed è stato autorizzato dai comuni interessati. Nessun impatto sul Nera – specifica il Sii – in quanto i prelievi sono eseguiti nelle falde a circa 300 metri di profondità. Si consideri inoltre che il ciclo integrato dell’acqua viene mantenuto stabile mediante la restituzione all’ambiente (e al Nera), dopo la fase depurativa, di tutto il volume di acqua prelevato. Nel corso degli studi si è posta particolare attenzione al rispetto dell’ecosistema, degli habitat naturalistici coinvolti e soprattutto del mantenimento, nel breve e lungo periodo, del deflusso vitale del fiume che ovviamente non sarà minimamente coinvolto dal prelievo di acqua dalle falde profonde». 

«Tutto pronto entro il 2018» Nella difesa d’ufficio del nuovo acquedotto Scheggino-Pentima, il Sii – attraverso il presidente Stefano Puliti e il direttore generale Paolo Rueca – parla di «una delle opere più importanti del Piano ottimale di utilizzo delle risorse idriche della Regione Umbria ed ha l’obiettivo di rifornire di nuova acqua potabile il ternano e parte del narnese-amerino. Terni – aggiungono i due dirigenti – ne ha bisogno poiché la Conca è soggetta a vulnerabilità delle falde dal punto di vista ambientale, come anche la storia recente ha dimostrato. I lavori di realizzazione, fra le altre cose, portano all’occupazione di risorse locali e danno lavoro a ditte del territorio, cosa non di poco conto se si considera la crisi in atto. I lavori termineranno improrogabilmente entro il 2018, termine fissato per la messa in esercizio e per mantenere attivi i finanziamenti previsti per la sua realizzazione».

Stop perdite «Tutto questo progetto – aggiungono Puliti e Rueca – si incastra alla perfezione con un’altra fondamentale iniziativa. L’innovazione dei sistemi di approvvigionamento non è possibile, in un’epoca moderna, se poi non si procede parallelamente alla riduzione delle perdite. Per questo il Sii ha avviato, in coordinamento con Ati e in stretta collaborazione con Asm, un progetto di ricerca perdite occulte su tutto il territorio per individuare i difetti nella rete, risolverli e migliorare notevolmente il sistema di adduzione. Si stima che a regime il nuovo progetto determinerà un recupero di almeno il 20% delle acque che attualmente si disperdono. Nell’orvietano è già stato recuperato un volume pari a circa il 10% dell’immesso in distribuzione, ovvero circa 400 mila metri cubi/anno che possono essere quantificati in un risparmio di circa 200 mila euro l’anno».ue

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