Terni: «I pozzi Terria sono senza acqua»

Una manifestazione – il 24 febbraio – organizzata dal Coordinamento ‘No acquedotto per la difesa del Nera’, per fermare lavori

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Il Coordinamento ‘No acquedotto per la difesa del Nera’ vuole «fermare ‘mostro’, il ‘serpente velenoso’ di cemento e ghisa che morde in profondità e che si srotola lungo la Valnerina». Per questo motivo, il 24 febbraio alle 15, è stato organizzato un presidio davanti al cantiere, a Ferentillo, per chiedere lo stop dei lavori.

Monitoraggio «Il 12 gennaio scorso – si legge in una nota del Coordinamento – sul sito del Sii vengono riportate queste dichiarazioni del direttore Paolo Rueca: “Gli eventi sismici non hanno comportato modifiche alle falde o conseguenze ai pozzi costruiti’ e che sin dal 2015 il Sii ha avviato insieme al Cnr uno studio specifico con l’installazione di strumenti di monitoraggio in continuo (…) e che dai dati rilevati (…) possiamo sostenere che il costruendo acquedotto ed in particolare i pozzi di produzione da realizzare o realizzati non corrono il rischio di rimanere senz’acqua”».

Portata idrica ridotta Per il Coordinamento ‘No acquedotto per la difesa del Nera’, «è notizia di oggi che i pozzi scavati a Terria e che dovrebbero alimentare l’acquedotto Scheggino-Pentima, garantiscono una portata idrica ridotta rispetto alle previsioni per cui il Sii ha presentato una variante al progetto in cui chiede una “rilocalizzazione delle perforazioni”, cioè una nuova autorizzazione a perforare la zona alla ricerca dell’acqua. Facciamo parlare i documenti del Sii: “Il pozzo P2 (…) ha registrato una produttività inferiore alla previsione (…) e il pozzo P3 in base ai logs geofisici sembra presentare una situazione analoga. Pertanto la modifica che si intende apportare al progetto comporta una rilocalizzaione delle perforazioni per intercettare settori dell’acquifero basale a maggiore fratturazioni”».

Altri pozzi Dopo che sono stati scavati «vari pozzi di 300 metri di profondità – secondo il Coordinemnto -, tra l’altro sopra il sito di una vecchia discarica, il Sii chiede di scavare altri pozzi. Ma non era tutto garantito e monitorato? Non è che la variante al progetto nasconde qualcos’altro? Magari la possibilità di continuare a scavare in maniera più libera dai vincoli ambientali per aumentare, in un futuro prossimo la captazione in un ambiente da tutelare? Ma leggiamo ancora i documenti: “Con eventuale rimodulazione delle portate estratte da ogni singola captazione che potranno essere anche in numero diverso da quello del progetto approvato”».

Nuova valutazione di impatto ambientale Quello che chiede il Coordinamento ‘No acquedotto per la difesa del Nera’, è che «la variante non sia un semplice atto burocratico, ma necessiti di una nuova valutazione di impatto ambientale, che tenga conto degli scavi e dei lavori già eseguiti che incidono pesantemente sul sito. Parafrasando il direttore del Sii Rueca, che ha definito l’acquedotto come opera magna, di ‘magna’, al momento, ci sono soltanto i contributi pubblici e quelli degli utenti spesi per quest’opera senza alcuna utilità sociale». Ora «siamo di fronte al paradosso, all’assurdo. Stanno costruendo 34 chilometri di acquedotto che attraversa la Valnerina, i parchi naturali, la Cascata delle Marmore e nei pozzi l’acqua non c’è, i fatti smentiscono le dichiarazioni: non hanno trovato l’acqua prevista nonostante le perforazioni e la colata di cemento riversata a Terria».

Acquedotto senza acqua Il Coordinamento ha chiesto al Sii i dati del monitoraggio del Cnr, «ma il 2 febbraio il Sii ha risposto che non è nelle sue disponibilità. Chissà perché? Abbiamo fatto richiesta direttamente al Cnr e appena avremo i dati li renderemo pubblici, ma ad oggi sappiamo che nei pozzi scavati e previsti l’acqua non c’è, che siamo di fronte ad un acquedotto senza acqua, che i fatti starebbero dimostrando quello che abbiamo sempre denunciato. Tutto questo oltre al fatto che i lavori sono stati concessi in house, per più di 17 milioni di euro, senza gara di appalto al socio privato del Sii e siamo in attesa dei risultati delle indagini della Procura, nel cui operato continuiamo a confidare».

Il fabbisogno di acqua a Terni «è già completo e non è necessario alcun ulteriore apporto idrico e considerando che quasi il 50% dell’acqua distribuita dal Sii si perde prima di arrivare ai rubinetti. Oltre al fatto che abbiamo le bollette più salate dell’Umbria e tra le più care d’Italia e che i costi dell’inutile opera sono a carico degli utenti, mentre i profitti se li spartiscono i gestori». Per questo, secondo il Coordinamento, «è necessaria una risposta popolare di massa per bloccare i lavori. Fermiamo il ‘mostro’, il ‘serpente velenoso’ di cemento e ghisa che morde in profondità e che si srotola lungo la Valnerina. Difendiamo il territorio, la nostra storia e il nostro futuro, non ci arrenderemo. Invitiamo tutti il 24 febbrio alle 15 al presidio davanti al cantiere, a Ferentillo, per chiedere lo stop dei lavori».

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