Terni, emergenza Covid e conti: nuova rinegoziazione Boc

Rimodulazione con Intesa San Paolo per un prestito obbligazionario emesso nel 2005 con debito residuo da quasi 3 milioni: giù il tasso e ‘risparmio’ da mezzo milione

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di S.F.

L’emergenza Covid, l’impegno finanziario del periodo e la necessità di avere a disposizione maggiore liquidità per la riduzione delle entrate. C’è anche questa motivazione alla base della rinegoziazione che il Comune di Terni sta per perfezionare – serve l’ok del consiglio comunale – con Intesa San Paolo: sul piatto c’è il debituo residuo con scadenza al 31 ottobre 2025 con la banca per via di un Buono ordinario comunale obbligazionario (Boc) da 8,5 milioni di euro emesso nell’ottobre 2005. Giù il tasso fisso e ‘risparmio’ quantificato per il 2021 in oltre mezzo milione di euro.

NEL 2020 LA MAXI RINEGOZIAZIONE DEI MUTUI CDP

Il debito e la rinegoziazione

Il Boc attivo comporta un debituo residuo di oltre 2,7 milioni di euro e dagli uffici di palazzo Spada lo scorso 17 febbraio è partita una missiva con la richiesta di rimodulazione del piano di ammortamento del prestito: la cifra che resta da pagare non cambia, ma il tasso fisso scende dal 3,632% attuale al 3,063% con scadenza che resta al 2025. «La decurtazione della quota capitale – si legge nel documento firmato dalla dirigente alle attività finanziarie Grazia Marcucci – permetterà di conseguire un minor esborso in termini finanziari per l’anno 2021 al fine di mantenere inalterati gli equilibri complessivi dell’ente in considerazione dell’emergenza epidemiologica e degli effetti che provoca sulla situazione contabile dell’ente». A dare il via libera alla proposta dopo la verifica tecnica è stata la Finance active srl in qualità di soggetto terzo.

Il risparmio 

La rimodulazione del debito e la decurtazione della quota capitale per il 2021 consentirà un minor esborso finanziario. L’operazione – viene messo in evidenza dalla dirigente pugliese – si rende necessaria «al fine di allocare diversamente le scarse risorse disponibili necessarie per fronteggiare gli effetti del perdurare dell’emergenza sanitaria da Covid-19». Coinvolto anche il tesoriere, vale a dire Unicredit: «È obbligato a versare gli importi dovuti alle prescritte scadenze, provvedendo opportunamente ad accantonare le somme dell’Ente ovvero ad apporre specifici vincoli sull’anticipazione di tesoreria concessa e disponibile». Il ‘risparmio’ è quantificato in 504 mila euro.

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