Terni, ex scuola Piediluco: giù il prezzo, si riprova a venderla

Tentativo a vuoto dal 2007: la base d’asta scende a 425 mila euro per l’immobile di interesse culturale

Condividi questo articolo su

di S.F.

Prezzo aggiornato al ribasso, si riprova. D’altronde l’input originario è datata 22 gennaio 2007 e da allora nulla si è mosso, poi le modifiche nel corso del tempo e, a distanza di quattordici anni, nuovo tentativo: i tecnici di palazzo Spada – coinvolti in particolar modo gli architetti Angelo Baroni e Sabrina Belli – hanno ultimato il bando per l’alienazione dell’ex scuola elementare di Piediluco con base d’asta da 425 mila e 600 euro. Varie le possibili destinazioni d’uso. Da ricordare che si tratta di un immobile dichiarato di interesse culturale – era il 2004 – dal Mibact. In questo modo si dà il via all’iter per il quale la scorsa estate si era espresso il consiglio comunale.

IL BANDO DEL 2015: ALLORA LA BASE D’ASTA SFIORAVA I 600.000 EURO

L’ex scuola di Piediluco (foto fondoambiente.it)

Destinazione urbanistica

L’ex scuola di Piediluco – in passato ci sono state anche polemiche per lo stato di degrado – ha un corpo da due piani di circa 700 metri quadrati complessivi e terreno pertinenziale recintato di quasi 1.000. Prevista l’ammissione a livello direzionale, per esercizi pubblici/commerciali, attività di interesse generale e servizi di quartiere: «La destinazione d’uso – viene specificato – e le modalità di attuazione saranno precisate con deliberazione del consiglio comunale che determinerà, nel caso di intervento da parte di privati, eventuali forme di convenzionamento con precisi vincoli di scadenza. Per gli immobili o parti di immobili che dovessero perdere la funzione scolastica, il consiglio, con apposito atto, definisce l’eventuale nuova destinazione d’uso». Sì, perché di mezzo c’è anche la chance di impiegarla, ovviamente, per l’istruzione dell’obbligo (materna).

IL BANDO DEL 2016: 500 MILA EURO

La conservazione

Struttura ‘delicata’ e che, comunque vada, è attenzionato dal Mibact. I progetti infatti dovranno essere autorizzati dall’organo competente del ministero per i beni e le attività culturali: «L’immobile non dovrà essere destinato ad usi, anche a carattere temporaneo, non compatibili con il suo carattere storico o artistico o tale da recare pregiudizio alla sua conservazione, rimanendo fermo I’obbligo di comunicare alla competente Soprintendenza di settore l’eventuale cambiamento di destinazione d’uso del bene in questione, per un preventivo nulla-osta». Tentativo numero dopo l’aggiornamento della procedura. Intanto per chi avrà intenzione di provarci c’è da pensare al deposito cauzionale da 85 mila euro.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli