L’ipotesi è stata ventilata in un incontro tra azienda, rsu e segreterie dei metalmeccanici che si è svolto in settimana: la Faurecia di Terni ha proposto alla rappresentanza sindacale di fabbrica la possibilità di aprire un procedimento di uscita volontaria e incentivata per 14 dipendenti, di cui 10 operai e 4 impiegati. In altre parole esuberi – ancora non si conosce l’importo dell’incentivo all’esodo -, che sarebbero necessari per fronte al persistere della crisi del settore automobilistico.
I dettagli
Stando ai dati forniti dal management, nel primo semestre del 2019 si prevede per lo stabilimento di Maratta un calo di fatturato del 25% rispetto al budget preventivato, che comporterà come conseguenza la riduzione di tutti i costi, compreso quello del lavoro. Un nuovo taglio per i dipendenti, che già dal 2017 devono fare i conti con l’attivazione della cassa integrazione ordinaria – l’incontro era stato convocato proprio in virtà dell’accordo sulla cig -, dall’inizio dell’anno svolta per circa di una decina di giorni al mese da ognuno dei circa 300 lavoratori, tra operai e impiegati.
Le assemblee
In attesa di un nuovo incontro con l’azienda e di un’eventuale apertura di una trattiva in Confindustria che confermi o meno i numeri finora emersi, le rsu programmeranno per la prossima settimana delle assemblee retribuite per illustrare ai lavoratori la situazione. Di certo, il 2019 non si preannuncia un anno facile per lo stabilimento ternano dell’azienda francese, che produce marmitte per conto di case automobilistiche come Maserati e Fca, per la quale lavora per l’alta gamma.