di D.V. – lettera firmata
Alle volte capita di ascoltare al tg, o di leggere sui quotidiani, la notizia della truffa del falso carabiniere che chiama al telefono una persona anziana, cercando di farla cadere nel tranello del grave incidente stradale provocato da un proprio familiare. Una truffa subdola, ordita da furfanti senza scrupoli, eticamente biasimevoli, con l’intento di spillare denaro a chi, in ragione di una fragilità emotiva e cognitiva legata all’età avanzata, non sia in grado, sul momento, di reagire in maniera obiettiva.
Basta qualche telefonata, et voilà. Una prima telefonata con cui si sottoponga un’urgenza fittizia, una potenziale irreparabilità del danno, financo il rischio concreto della vita, contornando il tutto con una bieca e violenta perentorietà espressa da una presunta autorità in divisa che, provvista del potere d’imperio, si faccia portatrice di vero e proprio terrore verbale. Un finto carabiniere, per l’appunto.
Una seconda telefonata da un presunto avvocato – anch’egli ‘fasullo’ e chiaramente in combutta col finto carabiniere – che chieda pressantemente il pagamento di una somma in denaro per evitare conseguenze penali, come l’incarcerazione, in capo a un congiunto, reo di aver causato vittime con una guida avventata e spericolata sulle strade.
Una terza telefonata, nonché la più ansiogena, in cui il terzo compare criminale, spacciandosi per il congiunto ‘alle orecchie’ dell’anziano, tenti di convincere quest’ultimo della improrogabile necessità di pagare. Stando alla ‘statistica informativa’, che non è propriamente quella investigativa, tale truffa il più delle volte pare riuscire, mentre più raramente finisce per essere sventata. In molte occasioni non è neanche denunciata, per la vergogna provata dalla persona truffata.
Credo che per evitare una fregatura – che soltanto a posteriori pare sempre evidente – si debba ricordare che siano l’urgenza, l’irreparabilità del danno, il rischio della vita da un lato e la violenza verbale e la perentorietà dall’altro, a fare la differenza tra una richiesta potenzialmente veritiera e una trovata architettata dai malfattori di turno. Credo anche che siano l’informazione, la ‘formazione’, la consapevolezza, la prontezza nella reazione, la capacità di fermarsi a pensare e a non farsi prendere dal panico, ad impedire ai disonesti di sopraffare gli onesti.
Venerdì mattina un terzetto di malintenzionati ha cercato di ingannare mio padre con la stessa procedura che ho descritto. Fortuna ha voluto che, grazie ad un’attenta ed un’accurata istruzione preventiva, la minaccia, almeno stavolta, sia stata sventata. Minaccia comunque comunicata alla polizia Postale.
Confido che l’attenzione dei figli nei confronti dei genitori, specie se un po’ attempati, sia e resti sempre elevata, dimodoché la cronaca tenda pian piano a non raccontare più altri casi di anziani truffati da certa gentaglia, con azioni ignobili e vigliacche che, al di là della perdita economica, comportano profonda umiliazione e smarrimento in chi cada in trappola, per aver fatto troppo affidamento sul prossimo o ‘soltanto’ per l’amore che lo leghi ai suoi cari. Allorché la giustizia appaia latitante e l’impunità sembri la ‘soluzione’ dominante, sono le persone normali a fare la differenza. In meglio e senza troppo clamore.