Terni, ‘guerra’ sul bar esterno all’ospedale: «Via entro il 15 ottobre o forze dell’ordine»

La direzione del ‘Santa Maria’ lancia l’ultimatum e avvisa agli attuali gestori per la riconsegna dei locali. L’aggiudicazione per l’affidamento è stata congelata

Condividi questo articolo su

di S.F.

Un ultimatum vero e proprio. Con tanto di ‘minaccia’ di immettersi coattivamente nel possesso dei locali con l’ausilio della «forza pubblica che sarà messa a disposizione dalle competenti autorità, inibendo l’accesso ai locali da parte di terzi» in caso di diniego e opposizione alla riconsegna. Ennesima puntata della bagarre in corso da mesi tra l’ospedale Santa Maria di Terni e gli attuali gestori del bar esterno, oggetto di una gara – tuttora congelata l’aggiudicazione a causa della problematica in essere – per la concessione quinquennale dal valore stimato di quasi 2 milioni di euro.

OTTOBRE 2020, CINQUE OFFERTE PER IL BAR. E SI VA AL TAR

L’inghippo

La storia nei mesi scorsi è finita sia al Tar Umbria che al tribunale di Terni. La pubblicazione del bando è del febbraio 2020 ed a distanza di un anno e mezzo non c’è ancora soluzione al problema sorto tra le parti: il Santa Maria a luglio è stata costretta a sospendere l’aggiudicazione alla ternana Pianeta Food srl proprio per il contesto attuale. Per l’azienda ospedaliera, proprietaria del compendio immobiliare in questione, la Mebar srl sta occupando i locali in mancanza di un titolo valido dopo che è scaduto il contratto di locazione tra la società e il Comune di Terni, il vecchio proprietario. A supportare tale tesi c’è la sentenza del tribunale datata 8 giugno 2021.

ESTATE 2021, SOSPESA L’AGGIUDICAZIONE IN AUTOTUTELA

L’urgenza

In definitiva il passaggio di gestione al momento non può avvenire. Sponda ospedaliera – si legge nel documento firmato dal direttore generale Pasquale Chiarelli – l’azienda «ha l’esigenza di destinare concretamente il bene al servizio di gestione bar in conformità alle norme del regime pubblicistico ad esso applicabile e che ad oggi Mebar rifiuta di riconsegnare i locali che continua ad occupare senza un valido titolo giuridico». L’avvio del procedimento per il recupero è scattato il 30 giugno e la società ha inviato le proprie osservazioni, ritenute «infondate» dal Santa Maria. C’è poi un’altra questione: «L’occupazione abusiva – viene specificato nell’atto – potrebbe essere altresì foriera di responsabilità di questa azienda nei confronti di utenti, dipendenti o terzi in ordine a qualsiasi possibile evento dannoso che potrebbe verificarsi nell’esercizio sine titulo delle attività di somministrazione di alimenti e bevande». E dunque scatta l’intimazione. La responsabile del procedimento amministrativo è la dottoressa Giuseppina Ferraro.

TUTTI GLI ATTI DI GARA

«Via entro il 15 ottobre». O maniere ‘forti’

Viene concesso poco più di un mese di tempo. L’azienda ospedaliera in primis ordina alla società di rilasciare i locali, quindi intima di lasciarli liberi da persone e cose entro mercoledì 15 ottobre alle 10 e, infine, avverte che l’ulteriore resistenza comporterà l’immissione coattiva mediante l’ausilio «della forza pubblica che sarà messa a disposizione dalle competenti autorità inibendo l’accesso ai suddetti locali da parte di terzi». A tal punto che la notifica via Pec sarà inviata non soltanto alla Mebar, ma anche alla prefettura e alla questura in ordine ad «eventuali problematiche di sicurezza o turbative dell’ordine pubblico che dovessero insorgere nel corso delle operazioni esecutive del provvedimento». Informati anche carabinieri e guardia di finanza. Storia finita? Un mese, o forse meno, per la risposta.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli