Terni: il bilancio della Fondazione è fatto anche di ‘bacchettate’ a sindaco e Regione

Carlini: «Abbiamo le risorse ma ci aspettiamo progetti concreti». Dragoni: «Non vediamo entusiasmiamo da parte di Latini». Critiche sulla sanità

Condividi questo articolo su

di Fra.Tor.

La Fondazione Carit ha approvato il bilancio consuntivo 2021. Rispetto al 2020, l’avanzo dell’esercizio al 31 dicembre 2021 è risultato superiore di oltre 7,7 milioni di euro, determinato in parte dalla negoziazione di strumenti finanziari, in parte da alcuni dividendi azionari incassati. L’avanzo ammonta complessivamente a 30,2 milioni di euro. Ad illustrare i contenuti del documento contabile, lunedì mattina in conferenza stampa, è stato il presidente Luigi Carlini. Un appuntamento durante il quale non sono mancate ‘stoccate’ rivolte all’amministrazione comunale ed al sindaco Leonardo Latini.

VIDEO
L’intervista al presidente Luigi Carlini

I numeri

Nel corso del 2021 la Fondazione Carit ha accolto con esito positivo 138 richieste provenienti da bandi generali e tematici a sostegno di iniziative di forte sviluppo nei vari settori di intervento (ricerca scientifica, arte e cultura, sanità, istruzione, volontariato e sviluppo locale); ha realizzato 76 iniziative proprie, operando come promotore di reti e collaborazioni, favorendo momenti di dialogo e di confronto con le istituzioni, le associazioni e le organizzazioni del terzo settore. Il portafoglio, sulla base delle evidenze contabili fornite alla data del 31 dicembre 2021 ed escludendo dal perimetro la partecipazione in Cassa depositi e prestiti, nonché la partecipazione nella Fondazione con il Sud, ammonta a 266.891.752 milioni di euro, al netto dei fondi di svalutazione, di cui: 222.178.681 (82,7%) di portafoglio immobilizzato e 44.713.071 (17,3%) di portafoglio non immobilizzato comprese le disponibilità liquide. Le disponibilità erogative per l’anno 2022 ammontano a 16.959.439 euro, ripartite come segue: ricerca scientifica e tecnologica (1.200.000); arte, attività e beni culturali (4.000.000); arte, attività e beni culturali – fondo per le erogazioni (1.059.439); salute pubblica, medicina preventiva e riabilitativa (3.000.000); educazione, istruzione e formazione (2.000.000); volontariato, filantropia e beneficenza (2.000.000); sviluppo locale (2.700.000); sviluppo locale – fondo per le erogazioni (1.000.000). Il fondo stabilizzazione erogazioni ammonta a fine esercizio 2021 a 14.188.215 euro.

Il concerto e la ripartenza 

«La nostra Fondazione – ha evidenziato il presidente Carlini – dopo essere stata nel 2020 una delle prime fondazioni bancarie italiane a mettere in campo risorse e azioni, stanziando consistenti ‘fondi Covid-19’ per l’acquisto di strumentazioni per aiutare il presidio sanitario locale nella prima fase di emergenza, nel 2021 ha inteso attuare soprattutto politiche volte alla ripresa sociale, economica e sanitaria del territorio. L’intervento più significativo in tal senso è stato deliberato a dicembre quando, in corrispondenza di un nuovo peggioramento della pandemia, abbiamo prontamente fornito 431 sanificatori alle scuole primarie del territorio. Un’azione immediata e mirata, che ha registrato una grande soddisfazione tra il personale docente e le famiglie. Da ricordare ovviamente il capodanno Rai ‘L’anno che verra’, organizzato con il fondamentale contributo della Fondazione Carit: evento che ha lanciato Terni nel panorama nazionale e internazionale. Nell’elenco delle fondazioni bancarie italiane, siamo passati nel 2020 dal 36° al 32° posto, entrando cosi a far parte delle fondazioni medio/grandi con un patrimonio di 216.583.455 euro accresciuto di 8 milioni. Ciò è stato possibile grazie ad una rinnovata e attenta gestione degli investimenti finanziari, che ha generato la redditività necessaria per lo svolgimento dell’attività istituzionale e per sostenere le necessità del territorio, lasciando ampio spazio alla progettazione di iniziative proprie importanti». Per il presidente Carlini «il bilancio 2021 descrive quest’anno l’attività di un esercizio difficile e complesso. La pandemia ha cambiato la vita delle persone, delle organizzazioni e delle istituzioni e quindi della comunità. Inoltre ha generato una grande depressione economica con forti conseguenze per i mercati finanziari. In questo scenario anche la nostra fondazione si è trovata di fronte alla necessità di interpretare le grandi trasformazioni in atto con nuovi modelli di intervento sul territorio e con strategie dinamiche e flessibili nell’ambito degli investimenti finanziari. Il bilancio consuntivo costituisce da sempre un momento molto significativo, in quanto da un lato descrive come sono state impiegate le risorse rivenienti dalla gestione patrimoniale, dall’altro rappresenta la sintesi del lavoro svolto in un anno solare a favore della comunità e del territorio grazie alla partecipazione collegiale degli organi tutti e dello staff».

«Un sindaco poco entusiasta»

«La Fondazione Carit ha le disponibilità per finanziare progetti e idee – ha aggiunto Luigi Carlini – ma dal territorio ci aspettiamo importanti e concrete progettualità per poter dare inizio a quelle grandi opere che interessano i cittadini e soprattutto noi. Bisogna trovare tutti insieme il modo di spendere proficuamente queste risorse». Ulrico Dragoni, socio e coordinatore del comitato investimenti finanziari della Fondazione Carit, è intervenuto evidenziando che «non vediamo, purtroppo, entusiasmo da parte del sindaco Latini quando dalla Fondazione facciamo proposte per delle grandi opere. Questo ci dispiace molto, vorremmo vedere da parte sua qualcosa di valido, pensando anche che a Terni si avvicinano le elezioni.  Anche da parte della Regione Umbria ci piacerebbe vedere maggior contributo, ad esempio per quanto riguarda l’ospedale ‘Santa Maria’ di Terni. Il divario tra i servizi dell’ospedale di Perugia e quello di Terni è ben visibile ormai a tutti, ma dove sta la direzione ospedaliera? Perché non si fa sentire?». Del ‘Santa Maria’ ha parlato anche il presidente Carlini: «Si vive ormai alla giornata, in un clima di emergenza continua. Il personale sanitario è ridotto all’osso, sempre più stanco e poco concentrato per le innumerevoli ore che è costretto a fare in ospedale. Aver firmato una convenzione con l’università degli Studi di Perugia e la Regione Umbria, significa dare una collocazione importante a Terni come azienda ospedaliera universitaria e quindi merita una nuova struttura logistica, altrimenti il nosocomio non può essere attrattivo, valido ed efficiente». Attendesi repliche, anche e soprattutto da parte del sindaco e – chissà – pure della Lega.

Condividi questo articolo su
Condividi questo articolo su

Ultimi 30 articoli