Terni, il postino lascia lettere e prende droga

Nuovi dettagli sull’inchiesta ‘Toner’. Clan stressato dopo gli arresti di Montana: «Vengono tutti da noi». La cliente ‘normale’

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‘Il postino suona sempre due volte’. La prima per consegnare la posta, la seconda per ritirare la droga. Nel variegato panorama dei clienti del sodalizio ternano-marocchino disarticolato dall’inchiesta ‘Toner’ dei carabinieri del nucleo investigativo di Terni e dalla Direzione distrettuale antimafia di Perugia, oltre a professionisti noti, ‘figli di papà’ indebitati per migliaia di euro, poliziotti – uno in realtà, arrestato anche per il contributo dato all’organizzazione -, bariste e habitué della movida, c’era anche un giovane postino che durante le ore di lavoro, trovava l’occasione per acquistare lo stupefacente da consumare.

DROGA ‘TONER’: LE INTERCETTAZIONI

C’è posta per te

Con lo scooter o più spesso a bordo di una Fiat Panda di servizio, si presentava con una certa frequenza presso il laboratorio di ricariche toner gestito in via Grabher dal 37enne ternano Sandro Broccucci e dai suoi sodali. Consegnava i plichi, riceveva altri involucri e buste in cambio e poi riprendeva il giro come se nulla fosse. Purtroppo per lui, e per chi quella droga gliela vendeva, gli uomini dell’Arma hanno documentato più di uno ‘scambio’: elementi finiti nelle carte dell’indagine e destinati, forse, ad aprire nuovi orizzonti giudiziari. Non è un mistero infatti che il lavoro dei militari e della Dda sia concentrato anche su quel gruppo di acquirenti che nel tempo avrebbero mostrato anche un certo interesse per l’attività di spaccio, del tutto funzionale al sistema messo in piedi dal gruppo composto da due anime: una ‘ternana’ in grado di gestire la droga in città, e l’altra ‘marocchina’ capace di far giungere a Terni chili di stupefacenti – cocaina, marijuana, hashish – soprattutto dai canali aperti sulla città di Roma.

DROGA ‘TONER’: INDAGATI DESTINATI AD AUMENTARE

Che stress

E i clienti del gruppo ad un certo punto erano veramente così tanti, da portare lo stesso Broccucci a sfogarsi apertamente con i propri ‘collaboratori’, come documentato dagli inquirenti. In particolare si sarebbe lamentato a più riprese di essere diventato il punto di riferimento dei tossicodipendenti locali, soprattutto dopo l’ondata di arresti del marzo 2018 legata all’operazione ‘Montana’ della squadra Mobile di Terni. Indagine che ha visto di recente emettere le prime sentenze e che aveva fatto luce su un sodalizio simile, capace di movimentare fra 100 e i 150 mila euro al mese di droga. Tolto quel canale di rifornimento – «da quando hanno arrestato ‘il tarantino’ (Giacomo Pichierri, ndR) devo fare tutto io» – tanti ternani si erano spostati sul gruppo di ‘Toner’ per soddisfare le proprie esigenze. Tanto da rendere difficoltosa la gestione di quella mole di lavoro, improvvisamente esplosa oltre ogni previsione. L’ennesimo segno che sì, c’è chi cura e gestisce un traffico, ma c’è anche una domanda forte, variegata, non solo giovane. Capace di mettere sul piatto migliaia di euro ogni giorno.

L’AVVOCATO DI BROCCUCCI: «OGGI LE COSE STANNO DIVERSAMENTE»

La cliente ‘normale’

Fra le carte degli inquirenti c’è anche un curioso dettaglio di una signora, presentatasi un giorno – nel pieno dei viavai della clientela ‘interessata’ – presso il negozio di Campitello. Lei voleva davvero acquistare ricariche toner, ma il fatto che non fosse interessata agli stupefacenti aveva lasciato sorpresi tanto i gestori del giro quanto i carabinieri: «Toh, una cliente ‘normale’».

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