Patto Terni-Marocco: scattano 19 arresti

I nomi degli indagati e le accuse al sodalizio in grado di gestire gran parte dello spaccio sul territorio. Anche un poliziotto ai domiciliari

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di Fabio Toni

Oltre un anno di indagini, fra il 2017 e il 2018, con tanto di intercettazioni telefoniche, ambientali, video e prove dei continui, frenetici scambi droga/soldi. Quasi 35 chili di hashish sequestrati – in occasione di alcuni arresti ‘in itinere’ – ma anche mezzo chilo di cocaina e ancora marijuana pronta da spacciare sulla piazza ternana. Un traffico consolidato sull’asse Roma-Terni – anche se la capitale non è l’unico punto di riferimento per l’approvvigionamento – e gestito grazie all’intesa nata fra due gruppi criminali che, di fronte agli affari, hanno stretto un patto di ferro. Scardinato dai carabinieri del Nucleo investigativo del comando provinciale di Terni con l’operazione ribattezzata ‘Toner’.

Associazione per delinquere

Sono diciannove gli arresti eseguiti fra l’alba e il pomeriggio di martedì, quasi tutti a Terni, su ordine del gip di Perugia Natalia Giubilei – già giudice a Terni – che ha valutato e in larga parte accolto le richieste formulate dal procuratore presso la Direzione distrettuale antimafia, Giuseppe Petrazzini. Pesante, per gran parte degli indagati, l’accusa di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di stupefacenti sulla piazza ternana. Contestazione basata soprattutto sulla capacità di coordinamento – che va dall’acquisto della droga al suo occultamento, dallo spaccio al dettaglio alla contabilità raffinata e puntuale – mostrata in più circostanze dal gruppo, formato da due ‘anime’. Una di cittadini marocchini, con il compito di far giungere tanta droga a Terni attraverso canali consolidati. L’altra soprattutto ‘ternana’, deputata allo smercio delle dosi fra i tantissimi clienti – fra di loro anche noti professionisti – sparsi in giro per la città e, più in generale, sul territorio.

EUROUFFICIO – LA PRECISAZIONE

Gli arrestati, in carcere

Il carcere è toccato ovviamente ai due soggetti ritenuti i fautori di questo ‘accordo’, al vertice dell’organizzazione: il 32enne marocchino Mohamed Mojmil e il 37enne ternano Sandro Broccucci, già titolare del laboratorio denominato ‘Euroufficio’ di via Grabher, ditta individuale nella zona di Campitello: nulla a che vedere con i negozi con lo stesso nome che si trovano a Terni, nella fattispecie in viale di Porta Sant’Angelo e in via Battisti. Un’attività commerciale, quella al centro dell’inchiesta, chiusa da diverso tempo ma base logistica – per gli inquirenti – nella gestione e nello smercio della droga. Oltre a loro le porte del carcere si sono aperte per altri otto cittadini del Marocco: il 30enne Yassine Boujida residente nel Lazio, il 27enne Abdelmoneim Boulzalmat residente a Rieti, il 38enne Abdelhakim El Felhi che vive a Terni, Ismail Jamghili di 28 anni residente a Terni, il 36enne Abdelkrim Kabbouri che vive a Terni, il 46enne El Habib ‘Aziz’ Lakrad residente ad Avigliano Umbro, Mohamed Mojmil di 32 anni e Mohamed Sellaji di 39 anni entrambi residenti a Terni. E poi i ‘ternani’: Maurizio Allegretti 37enne di Amelia, Daniele Fiori (36) e Manuel Fiori (30) di Terni, il 41enne Mirko Fiorini e il 43enne Marco Pellerucci di Terni.

VIDEO – SPACCIO A GOGO SULL’ASSE TERNI-MAROCCO

Domiciliari e obbligo di firma

La misura degli arresti domiciliari è invece scattata per cinque persone. Tre originarie del Marocco: Fahoum Lahcem (30), la 27enne Touria Maatia residente a Torino e domiciliata a Terni, la 38enne Fathia Mojmil che vive a Terni. E due di Terni: il 47enne Pierluigi Borgonovo e il 38enne Roberto Genova, agente della polizia di Stato. Infine altre sei persone – due italiani e quattro marocchini – sono state denunciate a piede libero con obbligo di firma e divieto di uscire di casa dalle ore 21 alle 6 del mattino. Per un totale di 25 indagati.

L’inizio dell’indagine

Il 29 settembre del 2017 il Boulzalmat e il Sellaji partono in moto per Roma con l’obiettivo di riportare a Terni un chilo e mezzo di hashish. Al ritorno, nella zona di Narni scorgono dei lampeggianti e, pensando che si tratti di forze dell’ordine, decidono di abbandonare il mezzo – e una parte consistente della droga – per fuggire a piedi. È la telefonata di un cittadino al 112, dopo aver notato la moto – una Ducati Monster – in strada a far intervenire i carabinieri. Che trovano 500 grammi di hashish e iniziano ad indagare su quello che si rivelerà poi essere solo uno dei ‘tentacoli’ di un sodalizio capace di movimentare migliaia di euro ogni mese. Da lì l’Arma inizia a monitorare anche i viaggi verso Roma e il centro-sud, per far giungere in Umbria chili e chili di droga, per un mercato evidentemente vivo e appetibile.

Modus operandi

Al centro dello spaccio, a Terni, il negozio di cui Broccucci – ritenuto il promotore e capo dell’associazione – era titolare a Campitello, vera e propria ‘centrale dello spaccio’ con un viavai di clienti impressionante e ‘base’ anche per il taglio della sostanza e la gestione della complessa contabilità. Il gruppo si preoccupava infatti anche di reinvestire i proventi in altra droga, sempre di più, con una volontà di crescere ed espandersi non diversa da quella di qualsiasi impresa privata. Diversi degli indagati sono stati già arrestati o denunciati in passato per reati di droga e, analogamente, alcuni ancora sottoposti a misure. Provvedimenti in vari casi raggirati con il solo obiettivo di continuare a spacciare e quindi guadagnare. Magari potendo contare su coperture utili, in giro per l’Italia e anche all’estero, nel caso di una qualche ‘buriana’ delle forze dell’ordine.

Anche un poliziotto fra gli arrestati

Fra gli arrestati figura anche un agente della polizia di Stato, originario di Terni, in forza alla squadra Mobile di Roma: Roberto Genova, ritenuto dagli inquirenti non centrale nel contesto dell’organizzazione – pur ricevendo droga, in parte poi spacciata – ma in grado di fornire alcuni utili consigli all’amico Broccucci, di determinare il valore dello stupefacente e mettere in guardia lo stesso da possibili ‘attenzioni’ investigative sul suo conto consigliando anche una ‘bonifica’ del negozio per escludere la presenza di eventuali cimici. Non si tratta dell’unico esponente delle forze dell’ordine ad avere contatti con il commerciante – più di droga che di cancelleria – ternano, ma è comunque l’unico nei confronti del quale, nel contesto dell’inchiesta, siano emersi fatti ritenuti penalmente rilevanti.

Raffica di interrogatori

Ora obiettivo degli indagati – fra i cui difensori figurano gli avvocati Francesco Mattiangeli (4 posizioni fra cui Mohamed Mojmil), Massimo Proietti (4 posizioni fra cui il Broccucci), Francesca Abbati, Valentino Viali, Manlio Morcella e altri – è chiarire al più presto la propria posizione, ottenendo la revoca o revisione delle eventuali misure applicate. Anche per questo a breve – si inizierà giovedì mattina – verranno sentiti dal giudice per le indagini preliminari. L’indagine però promette di espandersi ancora e non è esclusa un’ulteriore ondata di arresti.

«Il sodalizio più importante della provincia»

L’attività è stata illustrata mercoledì mattina presso il commando provinciale carabinieri Terni dal comandante provinciale, Davide Rossi, dal comandante del nucleo investigativo, Giuseppe Nardò, e dal comandante della stazione carabinieri di Terni, Piero Pacetti. «Si trattava dell’organizzazione più importante sul territorio provinciale – hanno detto i rappresentanti dell’Arma -, basata su contatti altrettanto importanti con la capitale. Il gruppo era in grado di incassare, in media, fra i 5 e i 10 mila euro a settimana. Al momento sono in corso anche indagini economiche sui proventi del ‘giro’, per capire che fine abbiano fatto». I cittadini marocchini arrestati, si apprende, sono tutti regolari in Italia ad eccezione di uno. C’è chi ancora deve essere ‘preso’, ma quelli residenti a Terni sono stati tutti assicurati alla giustizia.

I facoltosi che ‘tirano’ e spacciano

Capitolo ‘liberi professionisti’: il sodalizio poteva contare anche su alcuni clienti noti, diversi professionisti, e con un’interessante disponibilità economica. Tanto che da semplici consumatori, alcuni di loro – con acquisti importanti, in particolare di cocaina – avevano iniziato anche a spacciare al dettaglio. Nomi che ora, dal punto di vista investigativo, sono sulla ‘graticola’.

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