Terni: «Il ‘quadrilatero’ cuore della città»

Per conoscere la situazione reale del moderno quartiere a ridosso del centro, abbiamo incontrato Sergio Annibaldi, presidente della ‘Corso del Popolo Immobiliare’

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di M.T.

Lo confesso, sono curioso. E su quella roba lì, sì quei quattro ettari di territorio – praticamente in pieno centro a Terni – mi ero sempre ripromesso di capirci qualcosa in più. Perché parliamo sempre del così detto ‘quadrilatero’; di quel largo Frankl che somiglia davvero poco al resto che lo circonda e, insomma, di quel complesso residenziale e direzionale che ha cambiato radicalmente il volto di un’area importante per la città. Ma in fondo ne sappiamo poco. O, meglio, spesso ci si era accontentati – mi ero accontentato – dei ‘si dice’. Ma siccome, lo riconfesso, sono curioso, ho pensato bene di chiedere.

Sergio Annibaldi

I ‘si dice’ E le domande sono andato a farle a Sergio Annibaldi, presidente della ‘Corso del Popolo Immobiliare’ che ha le chiavi di tutto l’ambaradan. Tanto per fare il simpatico ho esordito con uno dei ‘si dice’, quello relativo ai tanti appartamenti e spazi commerciali ancora non venduti e non affittati: «Beh, non si può dire che lei non sia diretto – è stata la replica – ma ‘tanti’ è un termine sul quale dovremmo metterci d’accordo. La metà degli spazi residenziali e commerciali esistenti sono stati venduti o dati in locazione. Per lei sono tanti o pochi? Io le dico che, dopo un’effettiva partenza lenta, per motivi che se poi me lo permetterà cercherò di spiegarle, ora il nostro piccolo contributo a fare più bella la città sta decollando».

Largo Frankl ospiterà parte dell'evento

I numeri Sarà il caso, ho chiesto, di metterci d’accordo anche sul termine ‘decollare’? «Presto fatto, da luglio ad oggi – ha spiegato Annibaldi – abbiamo stipulato atti di vendita per due milioni e 700 mila euro, ai quali vanno aggiunti contratti di locazione per altri sette milioni (il totale ‘contrattualizzato’ si aggirerebbe sui 30 milioni; ndr). Ma quello che ci incoraggia di più, lo dico con orgoglio, è che sul quartiere si stanno concentrando sempre di più le attenzioni di un’utenza ‘di qualità’, che era il nostro target di riferimento iniziale».

Direzionale’ vero Se sui nomi degli acquirenti privati Annibaldi tace – «non mi sembra il caso – ha glissato – di fare dei nomi, una delle nostre regole è la discrezione assoluta» – il discorso è diverso su quelli pubblici: «Quello che sta nascendo o, meglio, che è già nato, è un centro direzionale vero. Ospitiamo, tra gli altri, istituti di credito, l’ordine degli avvocati, la Confcommercio, l’Università dei sapori, una clinica privata, un’azienda leader nei servizi energetici e presto anche il Coni provinciale sarà dei nostri. Insomma, siamo nel cuore della città, ma stiamo anche diventando ‘il’ cuore di Terni».

Ridolfi Poi ha tirato fuori un ‘papiro’ arrotolato e lo ha spianato sul tavolo: un disegno (quello a sinistra). «Guardi questo, per favore. Cosa ci vede? Ecco, se osserva bene si renderà conto che quello che abbiamo realizzato altro non è che la versione attualizzata delle idee dell’architetto Ridolfi su questa parte della città di Terni». E mentre parlava, la sua mano indicava il ponte sul fiume «che ci ha permesso di realizzare quel collegamento tra due zone della stessa città, così vicine eppure così lontane prima che lo si costruisse. Consentendo di farne un continuum  prima di allora solo sognato»

Le difficoltà L’ho interrotto per proporgli il secondo dei ‘si dice’ che mi ero portato dietro: i problemi che erano stati segnalati riguardo ad una climatizzazione insufficiente. E Sergio Annibaldi ha incassato senza battere ciglio: «C’erano, è vero. Ma è proprio una delle cose di cui le avrei chiesto io di parlare. Premesso che il Comune di Terni ha solo concesso l’area, mentre l’intero onere è stato a carico degli investitori privati, era stato stipulato un accordo con lo stesso Comune ed un’azienda specializzata, in base al quale avrebbero dovuto realizzare una centrale termica unica ed in grado di servire l’intero complesso. Per una serie di problemi sui quali preferisco soprassedere, quella centrale alla fine l’abbiamo realizzata noi e questo ci ha permesso di ottenere la classificazione energetica ‘A+’, con ogni singolo appartamento o locale in grado di gestire la temperatura in inverno come in estate in modo autonomo, ma usufruendo di un impianto centralizzato ed in grado di calcolare con precisione i singoli consumi. Ed ora le propongo io un ‘si dice’: vada pure a chiedere in giro quale sia il grado di soddisfazione».

La sicurezza Un altro tema delicato, comune peraltro all’intera città, è quello della sicurezza e anche su questo i ‘si dice’ si sono sprecati. «Che l’area abbia scontato un rischio di degrado iniziale è un fatto – ha replicato il presidente della ‘Corso del Popolo Immobiliare’ – ma anche su questo voglio essere chiaro. Un luogo così vasto necessita di attenzioni particolari che, nella prima fase, non ci sono state. Ma il compito non spettava a noi. Come non era nostra mission la valorizzazione ‘comunitaria’ dell’area. Ma anche a quello abbiamo posto rimedio. Intanto oggi c’è un guardiano, che vive in uno degli appartamenti del complesso e che tiene la situazione sotto controllo. Poi, grazie alla collaborazione con Comune e forze dell’ordine (oltre che alle telecamere di sorveglianza che funzionano 24 ore su 24), il territorio è sotto stretto controllo e, infatti, la situazione ora è ottimale».

La valorizzazione L’area è stata protagonista di un evento importante come i campionati mondiali di tiro con l’arco e «ha dimostrato di poter rappresentare un autentico patrimonio che aspetta solo di essere sfruttato. Ma anche quello non faceva parte del nostro progetto iniziale, perché di quello erano altri a doversi occupare. Ma se questo non avviene, siamo pronti a portare un altro contributo di idee, sfruttando le possibilità che offre il nuovo codice degli appalti. In base al quale un privato può proporre interventi a ‘costo zero’ per il Comune in cambio della possibilità di gestire le attività. Ed è quello a cui stiamo pensando, a partire da una valorizzazione del fiume e dei grandi spazi che abbiamo realizzato. Una sorta di grande ‘arena’ attrezzata in grado di ospitare eventi culturali, spettacolari e sportivi di altissima qualità».  

«Dare valore al valore» Perché, mi è parso di capire, quella cui si pensa è una sorta di ‘secondo tempo’ del progetto: «Parlerei – è stata la spiegazione di Sergio Annibaldi – di una prosecuzione e quasi un completamento, imprevisto ma non sgradito, del progetto iniziale. Noi non siamo ‘palazzinari’ che una volta costruito e venduto, tagliano la corda. Questo, per noi, è un modello che potrebbe essere riproposto altrove e vogliamo fare il massimo per farlo diventare quello che era il nostro sogno iniziale: lasciare un segno tangibile nel tessuto cittadino e lo faremo anche riempiendolo di quelle iniziative che altri, forse perché troppo presi da problemi contingenti, non sono in grado di immaginare». E, anche questo mi è parso di capire, i progetti sono già quasi pronti.

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