di S.F.
FINALI E PREMIAZIONI: LE FOTO DI ALBERTO MIRIMAO
Terni e la Cascata delle Marmore al centro mondiale del tiro con l’arco, specialità 3D. «Un’opportunità più unica che rara», aveva specificato il presidente del Coni Giovanni Malagò parlando dell’occasione di mettersi in mostra e di far apprezzare e conoscere il territorio ternano. Argentini, messicani, iraniani, canadesi e via scorrendo, fino agli europei: il coro in comune è «amazing location, we’ll come back». La missione è compiuta e Terni non ha fallito nel terzo grande appuntamento sportivo dell’anno dopo gli assoluti di nuoto sincronizzato e i campionati italiani di pattinaggio su strada.
LE EMOZIONI AZZURRE ALLE FINALI: VIDEO, FOTO E PREMIAZIONI
Aiuto fondamentale E se tutto è andato bene – unica nota stonata il maltempo da venerdì pomeriggio – il merito è soprattutto dei volontari degli Arcieri città di Terni: un vivace e pronto gruppo di ragazzi che, tra aiuto agli atleti nella scoperta dei percorsi, posizionamento di sagome e aiuto all’Archery village, hanno messo sul campo una ‘forza lavoro’ straordinaria. E un notevole apporto alla causa lo hanno dato anche gli agenti della polizia penitenziaria del comandante Fabio Gallo, puntuali e cordiali nel mettere a disposizione i propri mezzi per gli spostamenti degli arcieri. Per loro i complimenti – in più circostanze – del presidente del comitato organizzatore Stefano Tombesi e Mario Scarzella, numero uno Fitarco e vice presidente World Archery.
VIDEO DEGLI ATLETI IN GARA: IL DEBUTTO DI MERCOLEDÌ, AI CAMPACCI E LE FASI ELIMINATORIE
Spazio di vita Ottimi riscontri anche per l’Archery village, ‘curato’ da Andrea Barbarossa. Per oltre una settimana la città ha avuto un nuovo fulcro vitale tra spettacoli, eventi musicali, attività per i più piccoli e cena ‘a tema’ e non: su tutte spiccano le serata che sono coincise con l’opening’, il ‘closing’ e lo show cabaret di Dado, di mercoledì 2. Domenica sera l’ultima esibizione, con i ‘4 col matto live band’: in media sono state registrati 5 mila ingressi a serata nel villaggio di largo Frankl.
IL BILANCIO DI MARIO SCARZELLA, STEFANO TOMBESI E LEOPOLDO DI GIROLAMO: INTERVISTE
Bilancio azzurro Tre ori, quattro argenti e tre bronzi, unica nazionale in doppia cifra e di gran lunga superiore alle avversarie. La tradizione italiana nel 3D si è confermata anche a Terni: «Settimana magnifica, in – commenta il responsabile tecnico di settore Giorgio Botto – un posto eccezionale e con un ‘accoglienza stupenda. Sul piano sportivo nessuna delusione per Irene Franchini, semplicemente aveva fatto una buona qualifica e ci si aspettava qualcosa in più. Abbiamo avuto chi si è ben comportato nelle prime giornate e poi ha mancato la medaglia e chi, viceversa, nonostante non le prestazioni iniziali non perfette. In definitiva non siamo in debito con la fortuna».
GIORGIO BOTTO, ARCIERI E GIUDICI STRANIERI: «STUNNING, GREAT TIME», LE INTERVISTE
Vista iraniana Nessun rappresentante asiatico in gara, ma tra i giudici sì. Rassouli Ghazaleh, di Teheran, ha vissuto l’esperienza ternana da arbitro: «Un bel posto Terni, con delle belle persone. La Cascata delle Marmore è meravigliosa e spero di poter tornare presto qui, già dal prossimo anno o comunque a breve».
Il campione austriaco Nico Wiener si è laureato campione del mondo nella specialità compound. Anche per lui la soddisfazione è tanta, lato sportivo e non: «Ho avuto solo due settimane di tempo per prepararmi, quindi è stato difficile: la Cascata delle Marmore è una bella location per tirare con l’arco. Mi piacerebbe – conclude l’austriaco – disputare tutti i campionati del mondo qui per i posti e il bel panorama che circonda la Cascata».
Impatto canadese Entusiasta dell’esperienza infine il canadese Nathan Sekura, in gara nell’arco nudo: «È stato il mio primo mondiale e mi sono divertito molto in questa settimana. Percorsi assolutamente stupendi: tornerò certamente. La parte migliore – specifica Nathan – è stata una parte del percorso dove, di fatto, tiravamo quasi dentro la Cascata: lì abbiamo veramente vissuto l’esperienza al massimo. Provare a concentrarsi – conclude il canadese – sui lanci è stato complicato per questo motivo».