di S.F.
Un canone complessivo per il servizio di poco superiore ai 23 milioni di euro con partenza nel 2024 e conclusione nel 2032. Emergono i dettagli – l’atto sarà valutato dalla I commissione e poi dal consiglio comunale a stretto giro – in merito alla scelta del Comune di Terni per l’illuminazione pubblica: a parlarne era stato in breve l’assessore Giovanni Maggi sabato mattina a palazzo Spada a poche ore dal passaggio in giunta. Chi se ne occuperà? Il raggruppamento temporaneo di imprese composto dalla Engie Spa e da Hera Spa, vale a dire l’affidatario della convenzione Consip cui ha aderito il Comune. Lo stop per Asm, di fatto, era stato sancito il 3 maggio 2022 da una nota dell’Autorità garante della concorrenza e del mercato a firma del presidente Roberto Rustichelli.
AGOSTO 2022, LO STOP PER ASM: SCELTA TERNI RETI
OSPEDALE TERNI-ENGIE, LO SCONTRO DA QUASI 2 MILIONI DI EURO
Il pressing Agcm
Tutta la storia si sviluppa in seguito all’aggregazione societaria tra Asm ed Acea. Nell’estate 2022 il Comune, in origine, aveva deciso di affidare l’illuminazione pubblica nelle mani di un’altra partecipata, Terni Reti. Passa un anno e non c’è l’atto concreto. Succede allora che l’Agcm il 18 settembre scorso sollecita il Comune per, in sostanza, un aggiornamento in merito all’iter: «L’effettuazione delle complesse verifiche tecniche, gestionali e finanziarie, hanno comportato il confronto tra gestore uscente Asm e Terni Reti, la quale ha acquisito dal Comune e da Asm stessa tutta la documentazione disponibile sulla consistenza delle reti, la frequenza degli interventi di manutenzione e il complesso di dotazioni e di interventi da realizzare per l’avvio del servizio». Esito? Il 25 ottobre la società dell’Au Alessandro Campi ha messo nero su bianco che non si può fare: «Non sussistono allo stato attuale le condizioni tecnico-economiche per un affidamento in-house del servizio». Si procede diversamente.
3 MAGGIO 2022, ASM-ACEA: STOP AGCM SU ILLUMINAZIONE PUBBLICA
Global service
C’è la convenzione Consip – lotto 6 – a disposizione: «Prevede un approccio ‘global service’ che include manutenzioni, adeguamenti e la fornitura della necessaria energia elettrica, nonché consistenti investimenti dell’operatore economico aggiudicatario (tutto a led, se ne è fatto cenno sabato, oltre al risparmio stimato) sia per la riqualificazione energetica delle parti di rete non ancora efficienti, sia in termini di adeguamento tecnologico di linee e quadri di comando e di funzionalizzazione ‘smart’ – periodo di manutenzione novennale». Il canone? Si va dagli oltre 3 milioni del 2024 ai poco più di 2,3 milioni del quadriennio 2029-2032 (tutto ivato). A gestire il percorso è il responsabile unico del procedimento Nazareno Claudiani, l’energy manager del Comune. Ennesimo intreccio delicato del periodo tra palazzo Spada e l’Asm, che ha la manutenzione dal 1964. Di certo gli argomenti in questa fase non mancano.